di Enrico Malgi
Giovanna Voria a Storie di Pane a Vallo della Lucania
Mentre stavo per scrivere il titolo di questo secondo rendez-vous, avvenuto nell’arco di due settimane presso la nuova sede dello store Storie di Pane a Vallo della Lucania dopo la performance di Gabriele Bonci, pensavo a come dovevo definire Giovanna Voria madrina e guest star della serata: cuoca, scopritrice di nuovi sapori, archeologa del gusto, scrittrice gastronomica, volto mediatico, intrattenitrice, ambasciatrice nel mondo della cucina mediterranea e cilentana, nonché proprietaria di un famoso agriturismo a Cicerale. Non è facile scegliere, perché Giovanna sa interpretare con estrema bravura tutti questi ruoli e così ho deciso di presentarla semplicemente come Giovanna Voria e niente più, perché basta la parola come si diceva in un famoso sketch di Carosello.
Dunque, come accennavo prima, è stata proprio Giovanna Voria l’ospite d’onore questa volta a Storie di Pane, che ha saputo intrattenere con spigliata sicurezza e professionalità il numeroso ed attento pubblico presente per l’occasione, ottenendo un meritato successo personale. Giovanna ha preparato in diretta alcuni suoi piatti speciali, che poi sono stati degustati ed apprezzati da tutti gli intervenuti. Il filo conduttore della serata – e non poteva essere altrimenti – è stata la presentazione del celebre cece di Cicerale (Presidio Slow Food), che tanto lustro ha dato allo stesso comune cilentano, tanto che sullo stemma cittadino è riportata la scritta “terra quae cicera alit” (terra che nutre i ceci) e la figura della stessa pianta di ceci intrecciata con una graminacea. E Giovanna qui recita un ruolo primario, perché è stata proprio lei quindici anni fa a salvare dall’oblio questo pregiato legume che era in via di estinzione, riuscendo ad intensificare la produzione locale insieme a pochi altri produttori e rilanciarlo poi sul mercato. Come si sa, tutti i legumi sono fonte preziosa di proteine vegetali e di sali minerali per una sana alimentazione e per questo sono definiti anche la “carne dei poveri”. A questo proposito, si pensi che il 2016 è stato dichiarato “anno internazionale dei legumi” da parte della FAO.
Giovanna, nella sua lezione di cucina dal vivo, ha cominciato col proporre alcuni piatti della tradizione come la “Zuppa Cicciata Ciceralese” (variante di un altro prelibato e tipico piatto cilentano, i “Ciccimaritati”), composta ovviamente in primis dai ceci di Cicerale, ma anche da tante altre, diverse e pregiate varietà di legumi e di cereali del territorio, tra cui spiccano i fagioli bianchi della Regina di Gorga e di Montano Antilia, rivestiti da un tegumento cosi fine e delicato da non richiedere assolutamente l’ammollo.
Poi si è passato alla proposta di un altro piatto tradizionale: “Lagane e Fagioli di Controne”, preparato con farina di semola, pomodoro San Marzano, olio evo Dop delle Colline Cilentane ed altri speciali ingredienti. Infine, per terzo piatto Giovanna ha elaborato delle semplici zeppoline fritte fatte sempre con i ceci di Cicerale, anche quelli scuri che sembra portino molta fortuna!
Un altro intenso momento si è vissuto quando è salito alla ribalta il “Maracuoccio” di Lentiscosa, una rara, antica e preziosa leguminosa molto simile alla cicerchia, con cui si prepara un tipico piatto detto “Maracucciata, presentato per l’occasione da Mimmo Caiazzo della delegazione Slow Food Camerota – Golfo di Policastro e dall’agronoma Roberta Cataldo.
Dai semi essiccati del maracuoccio si ottiene una farina tipo polenta che viene miscelata poi con farina di grano e farina di ceci per la lavorazione del prodotto finito. Da alcuni anni il Maracuoccio fa parte della rete Terra Madre Slow Food, quale “prodotto espressione della biodiversità alimentare da tutelare e valorizzare” e dal 2014 rientra nel progetto “Arca del Gusto Slow Food tra i semi e produzioni alimentari da proteggere”. La minimalista produzione attuale del maracuoccio non arriva neanche ai quattro quintali all’anno per un uso prevalentemente familiare. Ma visto la bontà di questo legume, ricercato da più parti in Italia ed all’estero, si sta tentando di incrementarne la produzione.
Il patròn di Storie di Pane Paolo De Simone, a cui va riconosciuto il merito di queste lodevoli iniziative, a fine serata fa ha tenuto ad affermare che “…il nostro desiderio è diventare un luogo di riferimento in cui rilanciare un’identità forte come quella cilentana. La nostra tradizione è ancora viva e vogliamo rafforzarla ripercorrendo la cultura gastronomica e dando spazio ai prodotti che questa splendida terra ci regala ogni giorno, perché abbiamo tanto da raccontare come comunità…”. Chapeau!
Foto di Luigi Savino
Storie di Pane
Via Angelo Rubino, 1 – Vallo della Lucania (Sa)
Tel. 0974 1870716
Via Magna Graecia – Capaccio Paestum (Sa)
Tel. 0828 199289
Apertura dalle 7,30 alle 21.00 dal lunedì al sabato
E la domenica dalle 7,30 alle 14,30
Dai un'occhiata anche a:
- Mille&UnBabà. Antimo Caputo, Sal De Riso e Luigi Biasetto incoronano Patrizia Pragliola lady Babà
- Mènage a Catania – Celebrazione del fuoco e della carne insieme ai vini di Serafica
- Ylenia Parente vince il primo Campionato della Pasta fatta a mano con i culurgiones
- Inaugura Maison Massucco a Torino, la prima casa dello champagne 100% italiana
- Premio Cucina Italiana per Roma Capitale – Una splendida giornata!
- I primi 40 anni dell’Associazione Verace Pizza Napoletana
- Al Suor Orsola laurea honoris causa ad Alfonso Iaccarino in Scienze dell’educazione
- Pig Calabria: riunite la meglio gioventù calabrese e italiana