L’energia del mondo pizza si vede anche dalla capacità di coinvolgere i giovani in questo mestiere faticoso e un tempo considerato con sufficienza. Invece, persino nella classifica mondiale, vediamo che molti ragazzi si sono già affermati con decisione in un settore che negli ultimi dieci anni ha visto abbassarsi l’età media in maniera notevole.
Già al 16° posto troviamo per esempio il veneto Daniele Cason al lavoro nella pizzeria di Tokyo (The Pizza Bar)
Seguito dal romano Jacopo Mercuro, pizzaiolo dell’anno per 50 Top Pizza, ormai un caposcuola dello stile romano che ha contribuito a rilanciare con orgoglio puntando soprattutto sulla qualità degli impasti e delle materie prime.
Medesimo discorso per Lorenzo Sirabella impegnato a Dry a Milano, ischitano di origine, al timone della pizzeria di maggiore tendenza della città grazie al grande bancone di cocktail che di fatto ha imposto la moda a tutta l’Italia.
Lo segue ad una distanza Ciccio Vitiello, enfant prodige casertano che ha aperto un nuovo spazio alle seterie di San Leucio dove, per far fronte alla carenza di personale di sala, si è inventato la figura di oste pizzaiolo, passando lui stesso, bravissimo a fare pizze ragionate e gastronomiche al servizio.
Al 24° posto troviamo Angelo Rumolo, giovane pizzaiolo di lunga esperienza in un paesino sperduto tra Campania e Basilicata, Caggiano, la cui pizzeria è comodo rifugio di Gabriele Bonci quando vuole staccare la spina e girare per la natura e fare foraging. Le sue pizze sono un inno all’ambiente e alla stagionalità e indicato a tutti i ragazzi che aprono in paese quale deve essere la strada migliore per guadagnare clientela e successo: essere se stessi e rappresentare bene il territorio senza scimmiottare altri modelli.
Ad Arezzo, allo Scugnizzo, troviamo un altro casertano, Genaro Pollice, impegnato con il padre ai forni e di cui sicuro sentiremo parlare nell’immediato futuro.
Due posizioni più avanti troviamo Francesco Paolo Martini impegnato a Bruxelles in piazza Saint Josse a La Piola Pizza.
Come accade per gli chef, anche per i giovani pizzaioli il segreto è la assoluta propensione alla mobilità in Italia e nel mondo. Si è creata una vera e propria comunità rafforzata dal successo di 50 Top Pizza.
Molto legati ai temi dell’ambiente e della stagionalità sono altri due giovani leader, Simone Lombardi di Crosta a Milano
Luca Mastracci di Pupillo Pura Pizza a Frosinone.
Entrambi, rispettivamente al 38° e 40° posto, hanno una attenzione maniacale alle materia prima a partire dalle farine.
Chiudiamo questa rassegna con Andrea Godi di 400 Gradi a Lecce, un bellissimo locale dove sullo stile napoletano dell’impasto ci sono i grandi prodotti di questa regione a spiccata vocazione vegetariana e, tornano a Milano, Denis Lovatel che ha lasciato le sue montagne di Belluno per portare la sua pizza nel cuore della metropoli lombarda.
Storie di sacrifici ma anche di entusiasmo, di voglia di fare in un mondo che sprizza vitalismo giovanile ovunque, anche considerando che, tranne qualche rara eccezione, i big del momento hanno al massimo 45 anni.
Ormai la figura del vecchio pizzaziolo che non sapeva neanche spiegare quello che faceva è tramontata per sempre e la pizza appare oggi la risposta più pronta immediata ad un nuovo modo di alimentarsi e soprattutto di far fronte alla crisi economica che ci sta aspettando.
La gente non rinuncia ad uscire, e le pizzerie consentono ancora ad una famiglia di trascorrere una serata spensierata sennza pensare troppo al conto.
Intendiamoci, abbiamo segnalato dieci dalla classifica di 50 Top Pizza World. Non è detto che questi giovani diventino per forza dei numei uno, ma alcuni alcuni consigli possiamo darli.
Essere concentrati sui clienti e sul lavoro
Evitare polemiche sui social dove chi non ha i nervi saldi non potrà mai essere leader.
Evitare il richiamo dei soldi da parte di imprenditori che vogliono comprare il loro nome.
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