Il mestiere di giornalista del vino è finito? Allora divento organizzatore di manifestazioni

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Cosimo Torlo*
Non smetto mai di stupirmi su come sia sempre peggio occuparsi da giornalista di vino. Questa riflessione mi è scaturita in relazione alla manifestazione Sangiovese Purosangue. Vengo a sapere da un amico vignaiolo di questo appuntamento che si terrà questo fine settimana a Roma.
Siccome mi sembra interessante decido, come si fa in queste occasioni di accreditarmi presso gli organizzatori inviando una mail.
Prima mail di risposta firmata da Marco Cum, che non conosco ma da quel che vedo sul sito è il grande capo.
“Prevede di fare un articolo in qualche testata ? Restiamo in attesa di un riscontro.”
Già questa risposta/domanda è opinabile, perché un giornalista non decide a monte se scrivere o meno, ma lo decide in base alla bontà della manifestazione, e alle sue
personali valutazioni.
Rispondo comunque che non lo avrei escluso..
Stamane mi arriva la loro mail: «per gli eventi non sono previsti accreditati gratuiti, ma solo uno sconto del 50% sul prezzo del biglietto d’ingresso per la stampa e gli operatori del settore».
Ora la riflessione che faccio e questa, ma è davvero ancora possibile che ci sia gente che ci marcia in maniera così sfacciata sui produttori di vino?
Perché è bene sapere che a queste manifestazioni, la maggior parte delle volte i produttori pagano lo spazio a chi organizza, portano i vini a titolo gratuito, alcuni si pagano il sommelier.
A questo aggiungete l’incasso da biglietto d’ingresso, in questo caso 20€ (anche se sul sito si trova già uno sconto del 20%).
Tirando le somme alla fine per chi organizza non è male..
Ed infatti in Italia, ma in particolare qui a Roma eventi di questo tipo proliferano sempre più.
Gran bel paese il nostro, mi sa che ho sbagliato mestiere, chissà, magari mi metto pure io ad organizzare una manifestazione di vini.
Prosit

*giornalista professionista, ha lavorato per l’UNità e per la Stampa dove ha tenuto per anni la rubrica Il Ghiottone Errante


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