Dopo l’articolo di Selvaggia Lucarelli sull’attentato alla pizzeria Sorbillo ecco la replica del pizzaiolo.
di Gino Sorbillo
Ciao, Selvaggia.
Spero, e speriamo tutti, che questo preoccupante episodio che ha preso di mira la mia pizzeria non resti impunito. Le indagini sembrerebbero giunte a buon punto. Nel frattempo, avendo letto il tuo articolo che mi mi ha visto protagonista, mi preme precisarti alcune cose.
La mia pizzeria mostrava ben visibile all’esterno un cartello che indicava la chiusura di una settimana. Tale cartello è rimasto danneggiato nell’esplosione (ne allego una foto) assieme alla tenda e ad alcuni collegamenti elettrici che si son dovuti ripristinare. Ho dovuto far saldare la porta in ferro, deformata assieme ai solidi pannelli di protezione, per poi farla pitturare da un fabbro. In piena notte, colto dallo stupore e dallo spavento, avrei forse dovuto scrivere “Eravamo già chiusi e adesso, dopo un ordigno esplosivo riapriremo appena sistemeremo tutto”?
Se avessi voluto aprire il giorno stesso dell’accaduto non avrei potuto farlo assolutamente per i motivi sopra elencati, e neanche il giorno dopo. Perciò, da quel momento in poi, il locale era chiaramente da ritenersi chiuso per un altro motivo sopraggiunto all’improvviso per opera di due balordi. Non ho rilasciato versioni contrastanti nelle interviste, come tu hai sostenuto.
I giornalisti mi paventavano varie ipotesi (puoi immaginarlo) e ovviamente rispondevo che tutto poteva essere, anche se io che vivo quel difficile quartiere da bambino, avevo alcune mie considerazioni di cui ne ho parlato con gli inquirenti, così come ne ho sull’incendio di alcuni anni fa che sempre dall’ingresso della pizzeria si propagò a tutta la sala del piano terra. Le persone che mi seguono sui social non sono costrette a farlo da me.
Ognuno di noi “vive” quello che ha saputo seminare. Sarò pure egocentrico ma credo, e te lo dico con molto rispetto e serenità, che anche tu lo sia. Ma poi…vorresti dire che la bomba sia stata silenziosa? Che non ha affatto svegliato tanti abitanti del centro storico ? Vuoi per caso conoscere i nomi dei commerciati e dei residenti arrivati dopo un po’ anche dalle non vicinissime piazza Bellini e via San Sebastiano nel cuore della notte?
Sostieni che i danni non sono stati ingenti – io non ho mai detto che erano ingenti, credo di ricordarlo bene – ma puoi almeno immaginare che vi siano danni morali e personali molto più importanti e devastanti? Secondo te per quale motivo, da quando andò a fuoco il locale, pago un vigilante per farlo presenziare nel mio locale tutta la notte ? Per un capriccio o per difendermi da altri incendi o da attacchi improvvisi della criminalità? Secondo te perché ho anche un contratto con un’agenzia di vigilanza che prevede tre passaggi notturni e la vigilanza video con la sala operativa? Così, per gioco?
Inoltre, il Ministro degli Interni mi ha chiesto un incontro alla presenza del Prefetto di Napoli. Dovevo chiedere il permesso a qualcuno, visto che l’episodio grave era capitato a me? Forse sarà stato questo che ti ha portato a scrivere l’articolo accusatorio e a replicarlo in un post ? Sappi che domenica 20 gennaio, alle 20:30, avrei dovuto ricevere in pizzeria Luigi Di Maio, e mi sono sentito anche con Maurizio Martina che mi esprimeva solidarietà come Matteo Salvini. È un problema? Selvaggia cara, non ho bisogno di fare certe cose per “pubblicizzarmi”, per fortuna godo della stima delle persone libere come me e come te.
E non credo sia un problema il fatto che le persone si sono indignate e, sempre liberamente, si sono mostrate solidali e affettuose con me. Forse sarebbe più interessante analizzare un altro aspetto della vicenda, e cioè che alcuni commercianti del mio quartiere che “vivono” letteralmente sull’indotto turistico che ho creato da 25 anni a questa parte nella zona non mi hanno portato ne una parolina ne un semplice sguardo di solidarietà. In ogni caso ti ringrazio per aver scritto che “potrei offuscare il messaggio positivo che il mio successo e la mia promozione della legalità lanciano in tutto il mondo”.
Spero, e speriamo tutti, che questo preoccupante episodio che ha preso di mira la mia pizzeria non resti impunito. Le indagini sembrerebbero giunte a buon punto. Nel frattempo, avendo letto il tuo articolo che mi mi ha visto protagonista, mi preme precisarti alcune cose.
La mia pizzeria mostrava ben visibile all’esterno un cartello che indicava la chiusura di una settimana. Tale cartello è rimasto danneggiato nell’esplosione (ne allego una foto) assieme alla tenda e ad alcuni collegamenti elettrici che si son dovuti ripristinare. Ho dovuto far saldare la porta in ferro, deformata assieme ai solidi pannelli di protezione, per poi farla pitturare da un fabbro. In piena notte, colto dallo stupore e dallo spavento, avrei forse dovuto scrivere “Eravamo già chiusi e adesso, dopo un ordigno esplosivo riapriremo appena sistemeremo tutto”?
Se avessi voluto aprire il giorno stesso dell’accaduto non avrei potuto farlo assolutamente per i motivi sopra elencati, e neanche il giorno dopo. Perciò, da quel momento in poi, il locale era chiaramente da ritenersi chiuso per un altro motivo sopraggiunto all’improvviso per opera di due balordi. Non ho rilasciato versioni contrastanti nelle interviste, come tu hai sostenuto.
I giornalisti mi paventavano varie ipotesi (puoi immaginarlo) e ovviamente rispondevo che tutto poteva essere, anche se io che vivo quel difficile quartiere da bambino, avevo alcune mie considerazioni di cui ne ho parlato con gli inquirenti, così come ne ho sull’incendio di alcuni anni fa che sempre dall’ingresso della pizzeria si propagò a tutta la sala del piano terra. Le persone che mi seguono sui social non sono costrette a farlo da me.
Ognuno di noi “vive” quello che ha saputo seminare. Sarò pure egocentrico ma credo, e te lo dico con molto rispetto e serenità, che anche tu lo sia. Ma poi…vorresti dire che la bomba sia stata silenziosa? Che non ha affatto svegliato tanti abitanti del centro storico ? Vuoi per caso conoscere i nomi dei commerciati e dei residenti arrivati dopo un po’ anche dalle non vicinissime piazza Bellini e via San Sebastiano nel cuore della notte?
Sostieni che i danni non sono stati ingenti – io non ho mai detto che erano ingenti, credo di ricordarlo bene – ma puoi almeno immaginare che vi siano danni morali e personali molto più importanti e devastanti? Secondo te per quale motivo, da quando andò a fuoco il locale, pago un vigilante per farlo presenziare nel mio locale tutta la notte ? Per un capriccio o per difendermi da altri incendi o da attacchi improvvisi della criminalità? Secondo te perché ho anche un contratto con un’agenzia di vigilanza che prevede tre passaggi notturni e la vigilanza video con la sala operativa? Così, per gioco?
Inoltre, il Ministro degli Interni mi ha chiesto un incontro alla presenza del Prefetto di Napoli. Dovevo chiedere il permesso a qualcuno, visto che l’episodio grave era capitato a me? Forse sarà stato questo che ti ha portato a scrivere l’articolo accusatorio e a replicarlo in un post ? Sappi che domenica 20 gennaio, alle 20:30, avrei dovuto ricevere in pizzeria Luigi Di Maio, e mi sono sentito anche con Maurizio Martina che mi esprimeva solidarietà come Matteo Salvini. È un problema? Selvaggia cara, non ho bisogno di fare certe cose per “pubblicizzarmi”, per fortuna godo della stima delle persone libere come me e come te.
E non credo sia un problema il fatto che le persone si sono indignate e, sempre liberamente, si sono mostrate solidali e affettuose con me. Forse sarebbe più interessante analizzare un altro aspetto della vicenda, e cioè che alcuni commercianti del mio quartiere che “vivono” letteralmente sull’indotto turistico che ho creato da 25 anni a questa parte nella zona non mi hanno portato ne una parolina ne un semplice sguardo di solidarietà. In ogni caso ti ringrazio per aver scritto che “potrei offuscare il messaggio positivo che il mio successo e la mia promozione della legalità lanciano in tutto il mondo”.
Ho tanti buoni propositi nel cuore, sono un Uomo, e vivo in una città che tanto amo, anche se talvolta è scenario di eventi difficili e sconcertanti.
Un abbraccio.
Un abbraccio.
Gino Sorbillo
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