Tre ore fa abbiamo pubblicato un post che rilanciava un comunicato della sigla Bran Partenopei Uniti che si dichiara a favore della chiusura de delivery in Campania.
L’abitudine del notro ito è quello di cercare di registrare tutto.
Ora si scopre due pizzaioli di gran peso si dissociano: Gino Sorbillo e Ciro Salvo.
Ecco il post di Sorbillo
Danni incalcolabili, date alle pizzerie e ai locali di somministrazione il prima possibile la possibilità di lavorare con le consegne a domicilio come avviene nelle altre città d’Italia. Stiamo raccogliendo i nomi delle pizzerie e dei locali disposti a riaprire alla fine dell’emergenza con le consegne a domicilio affidandosi alle varie società che effettuano il servizio delivery in tutte le Regioni. I nostri locali hanno un ruolo sociale di sostegno alla comunità: possiamo consegnare le pizze che sono un vero e proprio “pasto completo” fino alle abitazioni delle persone che, ovviamente, non saranno più costrette a mettersi in fila tra tantissima gente fuori e dentro ai supermercati…. Noi non possiamo aspettare a tempo indeterminato e chiediamo semplicemente di essere equiparati alle altre regioni d’Italia in cui ognuno può scegliere liberamente se effettuare o meno il servizio. Scrivetemi in privato, contattate Massimo Di Porzio o scrivete un email a campania@confcommercio.it se avete un locale di somministrazione e siete d’accordo. Noi ci siamo !
Senza fare processi alle intenzioni, vogliamo ribadire il nostro punto di vista già più volte espresso.
1-In tutte le regioni italiane, quelle in una situazione tragica come la Lombardia e quelle in cui la situazione è decisamente migliore rispetto alla Campania il delivery è concesso.
2-In tuto il Mondo il delivery è praticato
3-Non è giusto nè obbligare a farlo e neanche a non farlo, ma dare alle aziende la possibilitàdi scegliere
4-Non si capisce perché salumerie e supermercati possono farlo e pasticcerie e pizzerie no. E neanche on line come specifica la solita circolare di stile nord coreana della Regione
Infine, mia idea personale, per una questione di rispetto, De Luca potrebbe evitare da Facebook pagato con i soldi pubblici di fare ironia sulle zeppole al coronavirus e le pastiere fatte in case mentre ci sono 15mila morti in Italia e oltre 50mila aziende di pubblici esercizi campane, tra cui almeno diecimila pizzerie, stanno ferme senza entrate da oltre un mese e chissà per quanti mesi.
Ed ecco l’appello di Ciro Salvo
Ma forse è troppo aspettarsi questa sensibilità da un presidente di Regione che non si è speso per il riconoscimento del Patrimonio Immateriale Unesco all’Arte del Pizzaiolo Napoletano preferendo intervenire all’hub della pizza congelata di una multinazionale a Benevento.
Ovviamente inaugurazione resa possibile dal danaro pubblico come al solito
Dai un'occhiata anche a:
- Tripadvisor guida per l’uso intelligente e cosa fare la prima volta in un locale
- Cilento: le dieci cose belle dell’estate di Marco Contursi
- Michelin Italia: nell’era Bartolini-Cannavacciulo non c’è posto per Ducasse
- La dittatura degli ignoranti nel food. Mio Dio come siamo arrivati a questo?
- Come è cambiato il mestiere di chi vende il vino? Sentiamo Valerio Amendola che lo fa da 30 anni ed è figlio d’arte
- Giglio Restaurant e lo strano destino del termine Stellato Michelin in Italia
- Polemiche estive. Dieci punti di vista, da leggere sotto l’ombrellone
- Lo strepitoso ritardo del marketing del vino italiano sulla pizza e viceversa