Giannina Manfellotto “voce” di Terra Viva Azienda Agricola: pronti a ricominciare da zero

Pubblicato in: Piccole e Grandi Aziende Agricole
Giannina Manfellotto

di Annatina Franzese

Nonostante sia distante solo 13 km da Sant’Anastasia, non conoscevo sino ad ora la storia di Giannina Manfellotto e della sua azienda.

Terra Viva Azienda Agricola, è una realtà che si sviluppa nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, tra le sorgenti dell’Olivella e le sorgenti Chiatanelle, su bene quarantacinque ettari di terreno.

Fu “nonno Raffaele” ad avviare con un piccolo appezzamento di terreno, la coltivazione e commercializzazione di frutta e ortaggi del Vesuvio. Successivamente, suo figlio Antonio, ha continuato la sua opera, ampliando e consolidando i rapporti con i contadini delle terre vesuviane. Oggi, Giannina, Raffaele e Anna, “figli e nipoti”, terza generazione Manfellotto, adeguandosi alle esigenze del mercato moderno e combinando le tradizioni trasmesse dal nonno all’esperienza del padre, hanno trasformato la produzione per passare dalla vendita al mercato all’imbottigliamento.

In questi giorni, ho raggiunto telefonicamente Giannina, “front office” della sua famiglia, per farmi raccontare come sta affrontando questo difficile momento e la difficoltà che l’intero suo settore sta vivendo.

E’ un fiume in piena. Rompe gli argini senza darmi il tempo di farle domande e comincia a raccontare con la forza di una disperazione viva come la sua terra.

Esordisce dicendomi che spesso sui social, complice la sua esuberanza, scrive cavolate per sdrammatizzare e nascondere il suo vero stato d’animo.  Le dico di non preoccuparsi. Siamo sulla stessa barca e dunque posso capirla.

Comincia: “La mia azienda produce prevalentemente piennolo sia rosso (a marchio DOP) che giallo e 3 anni fa ho deciso insieme a mio fratello di investire in un laboratorio per la trasformazione. Mille sacrifici per un utile che, ad oggi, non abbiamo ancora visto nemmeno da lontano. Quindi con la stagione estiva marzo aprile maggio e giugno, periodo in cui ristoranti e pizzerie lavorano tanto, riuscivamo a gestire con umiltà e tanto sacrificio una nuova produzione con una uscita media tra manodopera e costi per la lavorazione di 4500 euro a settimana.”

 

A quando sono fermi i vostri incassi?
“I nostri incassi sono fermi al 7 marzo. In televisione parlano di manodopera che manca? Macchè!”

Che fine ha fatto la produzione di questo periodo?
“Abbiamo buttato 20 ettari di fave perché al mercato li pagavano a 40 centesimi e non riuscivamo nemmeno a coprire le spese della giornata. Ora ho il deposito pieno di pomodori ovviamente invenduti ed affrontare una nuova produzione sarà molto, ma molto dura.”

Quale sarà la sorte dei vostri dipendenti?
“Ho 12 dipendenti stagionali che hanno usufruito dei 600 euro, purtroppo ora lavorano a singhiozzo, ma non posso fermarmi. Voglio che stiano bene, devo tutelarli. Ora questo è il mio compito.”

Cosa ne pensi delle misure previste dal Decreto Liquidità in favore del vostro comparto?
Dovrei fare un prestito per affrontare una nuova produzione? No grazie. Voglio produrre la metà, ma con la forza mia e il doppio dei miei sacrifici. Questi aiuti sono contentini, loro avrebbero potuto fare altro.”

E del bonus per le microimprese a fondo perduto previsto dalla Regione Campania?
“I miei complimenti a chi ha sempre lavorato “a nero” e ha dichiarato meno di 100 mila euro. Ovviamente, parlo del mio campo.

Sei preoccupata per il futuro?
“Sono preoccupata per il futuro imminente, ma sono anche pronta a ricominciare da zero. Sai, quando mio fratello di sera torna dai campi con il viso sporco di terra i miei occhi si riempono di orgoglio. Orgoglio per lui e per chi, come lui, ci crede. Però, mi rendo conto che ci sarà anche chi non potrà ripartire e questo sarà il fallimento non del singolo, ma di chi ci governa.”

Cosa ti manca in questo periodo?
“Quello che più mi manca sono le consegne ai miei amici. Perché i clienti non li chiamo clienti, ma amici. È grazie a loro se stavo crescendo, anzi, parliamo al presente, se sto crescendo.  Dobbiamo essere ottimisti. Che il Signore gli dia tanta forza perché ne hanno veramente bisogno.”

“ Vieni a trovarmi appena saremo libere. Ti farò vedere quella che è la mia felicità e ti prometto che starai bene”, mi saluta.

Ed è così che ci diamo appuntamento sotto ai ciliegi.

Non per la fioritura, ma per la raccolta.


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