di Santa Di Salvo
Si può partire da un protagonista non umano per raccontare la storia dell’alimentazione? Sì, se parliamo del grano. Cibo sacro per eccellenza e spartiacque etico tra “barbari” e “civili”, che spezzano il pane per ricordare il corpo di Cristo. Gianfranco Nappi ha scritto un saggio su questo seme che ha fatto la storia (“Frammenti di storia delle civiltà del grano e del pane nel Mediterraneo”, Infiniti Mondi, 160 pagine, 15 euro). E lo sta portando in giro per la Campania con un manifesto che sta scrivendo con Franco Arminio, per costruire un movimento di opinione che chieda alla politica di intervenire (finalmente) con una legge che tuteli un diverso modello di società. Una società che non divori l’ambiente, con le catastrofiche conseguenze che sono sotto i nostri occhi.
Il pane è anche narrazione di una geografia dei porti, da Pozzuoli a Odessa, da Amalfi a Rodi, in cui si è sviluppato un commercio millenario. Dalla Giordania dei Nabatei ai pani pompeiani riscoperti dagli chef stellati, che ripropongono il “siligineus” e il “furfureus”, il pane al miele e il “panis quadratus” vesuviano. Messo in crisi dalle nuove diete salutiste (massimo 80 gr a testa, contro il chilo al giorno ai tempi dell’Unità d’Italia), giudicato una variabile marginale perché troppo povero, troppo meridionale, il pane è tornato sugli altari anche grazie alla pandemia.
Impensabile, fino a qualche anno fa, la celebrazione globale che Oprah Winfrey ha fatto del pane “cafone” della piccola Forneria Ciociara scoperta grazie a un soggiorno a Fiuggi. E ormai da qualche anno gli chef sofisticati vanno a scuola di lievitazione per produrre in proprio i pani di casa, possibilmente con grani antichi che nessuno conosceva.Uno degli autori più citati da Nappi nel suo saggio, che ripercorre tutte le fasi storiche che hanno visto il grano protagonista dalla Mesopotamia al mondo globalizzato, è Predrag Matvejevic, lo scrittore jugoslavo che ha attraversato il Mediterraneo col suo breviario poetico-filosofico che celebra il pane come cibo della vera civilizzazione umana.
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