Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 25 a 30 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio elegno
Nulla più della frittura esige il vino. Già, ma quale? In questo abbinamento la risposta è abbastanza semplice e la trovate nell’abitudine delle vecchie trattorie di mettere il limone nel piatto.
La frittura, lo sanno bene nutrizionisti e ossessionati dalle diete, è il metodo di cottura più grasso che ci possa essere. Nei paesi caldi si usa molto perché risponde a criteri di sicurezza oltre che di bontà e non a caso tutta la pasticceria fritta ha origini arabe (zeppole, struffoli, canestrini del Salento, pastorelle cilentane). Ed è anche per questo che non si è mai prestata molta attenzione alla qualità del cibo che viene cucinato in questo modo, si dice infatti che anche una suola di scarpa è buona quando viene fritta.
Per fortuna le cose stanno cambiando e molte pizzerie stanno mettendo molta cura al fritto che, almeno una volta alla settimana, si può concedere davvero a tutti. Io sono ghiotto di panzarotti e frittatine di maccheroni, ne mangerei anche due o tre volte al giorno, sia con il cuore di ragù come le fa Moccia che bianche.
La pizzeria dei fratelli Salvo è uno dei miei prototipi, attendo con ansia una nuova frittatina di pasta mischiata Di Martino con le patate, ma se tutto andrà bene, tra prove e riprove, se ne parlerà ad ottobre. Inutile dire allora che a una grande frittura deve essere per forza abbinato un grande vino, come il Giallo d’Arles 2012 del professore Moio che sta letteralmente sbancando in questi mesi.
Si tratta di un Greco di Tufo solido, piacevole, già pronto, sicuramente destinato ad un lungo percorso nei prossimi anni ammesso che resista al continuo sbicchieramento a cui assistiamo nel locali stella e non della Penisola Sorrentina. Un colore didattico, sicuramente importante, un grande rapporto tra legno e frutta, lasciata esprimere molto bene nel corredo agrumato come nei sentori di pesca e albicocca. Molto belli i rimandi minerali sulfurei tipici del vitigno. Insomma, un bicchiere di struttura che deve essere abbinato a un cibo strutturato. Due grandi semplicità, il Giallo d’Arles di Quintodecimo e la frittatina di maccheroni dei fratelli Salvo.
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