di Lorenzo Colombo
Il 2019 segna il 40° compleanno del Ghiaie della Furba.
Il vino infatti, uno dei primi Supertuscans, fu creato nel 1979 da Ugo Contini Bonaccossi, utilizzando in parti uguali, le uve tipiche del bordolese: Cabernet sauvignon, Cabernet franc e Merlot.
Il nome che gli fu dato deriva dal fatto che il vigneto si trovava nei pressi del torrente Furba, che scendendo dal Montalbano ha originato nel corso degli anni un suolo estremamente ciottoloso e sassoso.
Da qui Ghiaie della Furba.
Per festeggiarne il compleanno, durante lo scorso Vinitaly, l’azienda Capezzana ha previsto, su invito, una degustazione personalizzata (face to face) di sei annate del vino, dall’ultima in commercio, ovvero la 2015, risalendo fin quasi agli albori con l’annata 1981.
Noi abbiamo avuto la fortuna di potervi partecipare, ecco quindi le nostre impressioni sui vini, assaggiati dall’annata più recente sino alla più vetusta.
Per comodità nostra, nel redigere il pezzo anche da un punto di vista dell’evoluzione stilistica dei vini, abbiamo preferito elencarli partendo da più vecchio.
Prima però eccovi alcune informazioni relative all’azienda:
Un documento, ritrovato nell’archivio di Stato di Firenze e datato 804 dC, attesta che sin da quella data erano presenti, a Capezzana, vigneti ed oliveti, coi quali si produceva vino ed olio.
Nel 1475 si trova citato per la prima volta il nome Bonaccossi, allorché Monna Nera Bonaccossi “costruiva la prima “casa da Signori” e nove case poderali con i relativi impianti viticoli”.
Nella storia della Tenuta ci sono molti passaggi di proprietà, sinché non fu acquistata, nel 1920, dal Conte Alessandro Contini Bonaccorsi.
Attualmente s’estende s’una superficie di 670 ettari, di cui 104 a vigneto e 140 a oliveto.
I vitigni francesi, in particolar modo il Cabernet sauvignon, si trovano nel territorio di Carmignano da oltre cinque secoli, parrebbe infatti che ad introdurli in Toscana sia stata Caterina De’ Medici.
Questo fa si che la zona di Carmignano possa essere considerata la zona d’origine di quelli che negli anni ’70 del secolo scorso furono denominati Supertuscans.
Ma eccoci ora ai vini degustati: un filo conduttore che abbiamo comunque trovato nel percorso di quarant’anni, seppur segnato da notevoli cambiamenti nella composizione del vino è data dalla nota un poco austera che si ritrova sia in quelli più giovani e che permane nei più vecchi, l’importante trama tannica, caratteristica che permette la longevità dei vini rimane importante anche col passare del tempo, inoltre le note terziarie compaiono abbastanza presto, soprattutto quelle legate ai sentori di cuoio.
1981: (⅓ Cabernet sauvignon, ⅓ Cabernet franc, ⅓ Merlot) – 12 mesi in barriques
la composizione del vino rispetta la formula iniziale, ovvero parti uguali di Cabernet franc, Cabernet sauvignon e Merlot.
Già alla vista denota l’avanzata età, il colore infatti è mattonato-aranciato.
Intenso al naso dove emergono i sentori terziari, si colgono note di fiori secchi.
Asciutto al palato con bella vena acida e legno non ancora completamente digerito, leggeri accenni ossidativi su buona persistenza. 84
Nel 1992 entra in produzione la Vigna Sant’Alessandro, dove viene coltivato Cabernet sauvignon, vitigno che vedrà aumentata la sua percentuale nella composizione del vino.
Nel 1998 la responsabilità enologica viene assunta da Benedetta Contini Bonaccossi che effettua il suo primo cambiamento, ovvero l’eliminazione del Cabernet franc dalla composizione del vino, sostituito, seppure ancora in percentuale modesta, con lo Syrah.
1999: (60% Cabernet sauvignon, 30% Merlot, 10% Syrah) – 14 mesi in barriques
Color granato.
Intenso al naso, note terziari di cuoio e fiori appassiti.
Asciutto, sentori di cuoio, legno ancora percepibile, buona la persistenza. 86-87
2004: (60% Cabernet sauvignon, 20% Merlot, 20% Syrah) – 14 mesi in barriques
Qui la percentuale di Syrah aumenta, a scapito del Merlot.
Color granato di buona intensità.
Intenso ed austero al naso, balsamico, con sentori di cuoio.
Strutturato, succoso, asciutto, tornano le note di cuoio, lunga la persistenza.
E’ l’annata che in assoluto abbiamo preferito. 88-89
Nel 2009 inizia il percorso di avvicinamento al biologico
2010: (50% Cabernet sauvignon, 25% Merlot, 25% Syrah) – 15 mesi in barriques
Le percentuali di Merlot e Syrah salgono leggermente, a scapito del Cabernet sauvignon.
Color granato.
Intenso al naso, austero, sentori terziari di cuoio, accenni balsamici.
Asciutto, tannico succoso, sentori di cuoio su lunga persistenza. 87
2013: (50% Cabernet sauvignon, 25% Merlot, 25% Syrah) – 15 mesi in barriques
La composizione rimane la stessa del 2010.
La maggior gioventù del vino si coglie già dal colore, rubino di buona profondità.
Intenso al naso, austero, cuoio, frutto rosso speziato.
Strutturato, asciutto, tannico, con legno ancora in evidenza, lunga la persistenza su note balsamiche. 87
2015: (40% Cabernet sauvignon, 25% Merlot, 35% Syrah) – 24 mesi in barriques
Nuovo incremento della percentuale di Syrah e conseguente riduzione di Cabernet sauvignon.
Molto bello il colore, rubino-purpureo, luminoso.
Bel naso, intenso, un poco austero, sentori di spezie dolci.
Di buona struttura, con tannini importanti ma ben integrati, note piccanti (spezie), legno ancora percepibile.
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