di Virginia Di Falco
Genzano è un piccolo comune in provincia di Roma che rientra nella zona dei Castelli, quella tradizionalmente preferita dai romani per i pranzi della domenica. Con i suoi paesaggi campagnoli immortalati per sempre nelle opere meravigliose di Jean-Baptiste Camille Corot nel suo Grand Tour di metà Ottocento, offre ancora oggi scorci suggestivi e più di qualche motivo per organizzare una gita fuori porta.
Uno di questi motivi è senz’altro l’osteria di Pietrino e Renata, ristoratori dal 1972 nel centro del paese. Lasciata da qualche anno la vecchia sede, sono ora in un grande locale rivestito di mattoncini che una volta era stato una grande cantina. Tanti posti a sedere ma i tavoli sono ben distanziati e apparecchiati con allegre tovaglie, tutte diverse, a quadri e righe. Arredo e complementi rustici come ci si aspetta in un’osteria dei Castelli e, soprattutto, con oste vero, Pietrino: rotondo e sornione che si muove tra cucina e sala, insieme alle figlie Claudia e Giorgia.
Ai fornelli la moglie Renata, «mani d’oro» come ebbe a scrivere giustamente Gianni Mura nella sua rubrica del Venerdì di Repubblica: cucina solida e sapori della tradizione con i quali chiunque abbia superato gli ‘anta’ ha costruito il suo immaginario di cucina romanesca.
Antipasto classico di affettati e sfizioserie locali accompagnato ovviamente dal famoso pane casereccio di Genzano IGP, dalla crosta ben cotta e croccantissima e con la mollica molto leggera. Il menu è bello ricco, esposto fuori all’ingresso mentre dentro viene recitato a voce da camerieri che appartengono alla ‘vecchia scuola’, quella della cortesia e della solerzia accompagnate dalla battuta sempre pronta.
Tra i primi piatti occupano senz’altro il primo posto le pappardelle fatte a mano, ruvide e irregolari, tenaci il giusto, sia nella versione in bianco, con gallinacci e zucchine, che quella in rosso, al ragù di lepre. Molto buoni anche i pici con i porcini in carbonara e le fettuccine con le rigaje di pollo. Piatti ben conditi, senza dubbio robusti, ma con carattere e sapore.
Tra i secondi piatti si impone la carne, con una griglia sempre accesa. Fa eccezione il coregone (i laghi di Albano e di Nepi sono a due passi) che viene utilizzato anche per i primi piatti.
Grigliate miste, dunque, ma anche abbacchio a scottadito, coda alla vaccinara, fegatelli di maiale, coratella con carciofi quando è stagione. Quinto quarto in tutte le sue declinazioni, qui i fan della paiata, ad esempio, non resteranno delusi. Ma anche un discreto coniglio porchettato, saporito e tenero nonostante il tratto ruspante.
Da non perdere, infine, una delle trippe alla romana più buone mai provate: cottura riuscita, ottimo pomodoro, giusta quantità di pecorino, con la mentuccia un po’ annerita proprio come nella cucina di casa, quando le erbette servivano a dare sapore e personalità al piatto, non erano insomma solo un decoro da aggiungere alla fine.
Si chiude con dolci della casa e un conto che si attesta sui 30 euro a persona.
Nel complesso una esperienza soddisfacente perché sapori e atmosfera sono proprio quelli che ci si aspetta da un’osteria tradizionale; si sta rilassati e si affronta col giusto spirito una carta dei vini con qualche etichetta locale e vino della casa servito nelle brocche di vetro. Guardare i camerieri impiattare la pasta al tavolo è sempre uno spettacolo; le patate al forno sanno di rosmarino e di casa, fretta e caos restano fuori, a debita distanza. Chissà, forse la coperta di Linus è un patchwork. E alcuni pezzi sono in posti come questi.
Pietrino e Renata
Via Generale Lordi, 70
Tel. 0697249478
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso lunedì
www.pietrinoerenata.com
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