Gli ingredienti che compongono il Gin Tonic sono stati inventati da medici. Il gin, chiamato “jenever” dagli olandesi, è stato creato presso l’Università di Leiden nel 1650 dal Dr Sylvius. Una “pozione” in grado di sprigionare gli effetti benefici delle bacche di ginepro per il sangue.
Nel 1794, il chimico tedesco Johann Jacob Schweppe creò la soda come medicina. La primitiva acqua tonica fu unita a dolcificante e anidride carbonica. Nel XVIII secolo, quando gli inglesi colonizzarono l’India, portarono con sé gin e tonica. I due ingredienti furono presto arricchiti anche dal lime.
Negli ultimi anni è diventato il cocktail per eccellenza, forse per la gradazione alcolica contenuta, un Gin Tonic con le giuste proporzioni e tra i 4,5° e i 5°, forse perchè in questi anni sono cambiate le nostre abitudini di consumo.
La prima consacrazione mediatica del Gin Tonic, se così si può dire, l’ha fatta Bill Martin, questo il nome d’arte che Billy Joel si diede quando realmente, agli inizi di carriera, suonava per un piano bar di Los Angeles, l’Executive Room, nel 1971. Era qui che Billy scrutava, osservava e conosceva gli esseri umani e la loro storia, in un luogo dove a uomini sconosciuti, in una sola notte, può risultare rapidamente facile rivelare sentimenti sordidamente celati, racchiude tutto in una canzone “Piano Man”. Un piano man che si fa spettatore e regista di stati d’animo, in base alla musica che suona. In una delle strofe della canzone Billy dice: Makin’ love to his tonic and gin (che fa l’amore col suo gin tonic)
A dire la verità è stata la Spagna agli inizi degli anni 2000 a riportarlo in voga. La mia esperienza è stata diretta. Da frequentatore di congressi gastronomici, per alcuni anni a Lo Mejor de la Gastronomía, ideato da Rafael García Santos, persona brillante che ha lanciato la moda dei congressi gastronomici nel mondo, ho visto svilupparsi quella che è diventata una vera e propria tendenza. A Lo Mejor tutti bevevano Gin Tonic, spesso fino alle primi luci dell’alba… Era un segno distintivo ordinare Gin Tonic, come a dire facciamo parte dello stesso mondo. Altro trampolino di lancio, almeno nel mondo della gastronomia è stata la passione di quel genio di Ferran Adria per questa bevanda miscelata. In tutte le interviste non perdeva occasione per dire che il suo modo di rilassarsi a fine del servizio era con un bel Gin Tonic ghiacciato.
Negli ultimi anni in Italia c’è stato un grande fermento intorno al mondo dei distillati e degli spirits in generale. Da “brutto anatroccolo” nelle scelte del bere per accompagnare il cibo, a ruolo di protagonista.
Il Gin è l’unico distillato ad avere una ricetta, ma declinato in infinite versioni, dal più secco ed austero al più morbido e seducente. Si possono variare botaniche, spezie e grado alcolico. Sono tantissime le spezie e botaniche che si possono aggiungere al ginepro per caratterizzare un Gin e distinguerlo da ogni altro in commercio: un’erba locale, una spezia insolita, un agrume antico, un riso profumato, un tè particolare, un mosto d’uva, un’alga.
In questo panorama arriva Gentù Portocervo Dry Gin. Dopo averlo provato, se mi chiedessero due parole per definirlo direi: “endemico” e “versatile”. L’endemia In zoologia e botanica sono delle specie tipiche ed esclusive di un determinato territorio. Provandolo la sensazione è stata quella di aver provato a mettere la Sardegna in una bottiglia. L’isola, i profumi del Mediterraneo, gli sbuffi di salsedine immediata ed il retrogusto amaricante, come quello dell’entroterra. Il distillatore è Elio Carta dell’azienda Silvio Carta, storica e meravigliosa realtà oristanese.
Versatile perché forse perché riesce a esprimersi al meglio, ma in questo caso sicuramente influiscono anche i gusti personali del sottoscritto, se abbinato al cibo.
La sua forza e una delle chiavi vincenti, a mio giudizio, perché se da solo si presta su preparazioni importi, miscelato ad una buona tonica, direi meglio se Mediterranea, si presta per preparazioni in cui è richiesta una gradazione alcolica minore, come ad esempio una buona pizza margherita. Anche qui per gusto personale, probabilmente l’abbinamento perfetto è il Gentù Portocervo Dry Gin, una Mediterranean Fever-Tree su una bella margherita con San Marzano e fior di latte, piena di basilico.
Prodotto da Silvio Carta S.r.l. e distribuito da Hub Consulting Italia. Il prezzo è di € 50,00. Per informazioni commerciali: hub@affinitaelettivestudio.com 392 \ 0584970
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