di Giancarlo Maffi
Pranzo da Eataly, a Bologna. Di lunedi, purtroppo, l’Osteria Bottega è chiusa. Volevo andare là e rifocillarmi alla bolognese. Il Diana è ormai un ristorante perdibile e allora vada per il luogo di Farinetti. C’ero stato due giorni dopo l’apertura: tanto fermento e entusiasmo a fior di pelle. Ci torno ora, con solo un’oretta a disposizione. Mi devo barcamenare.
Ho solo un piatto e mezzo a disposizione. La dieta incombe. Eataly a Bologna è simpaticamente costretta all’interno della libreria Coop Ambasciatori su tre piani, caffetteria a piano terra, trattoria al primo, osteria al secondo. Il tutto fra una paccata di libri. Bello. E’ ora di punta. Viro per la trattoria. A un tavolino per due mi rimbalzano immediatamente.
“E’ solo? “, incombe l’omino. Non ho il solito riflesso veloce. Annuisco. Mi vorrebbe spedire al tavolone centrale, il girone dei single o degli sfigati, fate voi. L’idea di mangiare con due vicini, una lei brutta come il peccato e un lui vestito peggio di Caffarri alla presentazione della Guida dell’Espresso a Firenze, mi deprime.
Salgo, all’osteria. Li’, almeno, il tavolo per due me lo offrono, ma scelgo il bancone, all’americana, che mi diverte sempre. La carta recita: granbologna: mortadella e salame rosa. Soccia, penso, che libidine!. Una cosa semplice, sicuramente di grande livello. E un’insalatina di pomodoro e basilico, per chiuderla via in obbligatorietà. Ah, si: mi posso permettere anche le tre tigelline. E una birra. Mi spetta nella dieta. E acqua, buona: Lurisia. No, dice il gentile vendeur, molto gentile, super gentile, troppo gentile: la mortadella non c’è. Possiamo farle un piatto di salumi misti. La “mortadella non c’è” a Bologna mi pare uguale a Arcore senza gnocca.
Sono leggermente stizzito. Viro sulla famosa carne della Granda, tagliata al coltello si, ma a tocchi giganteschi, pure fredda, ghiacciata, intirizzita e con tristissima valeriana tolta al volo dalle buste. Inizio a far foto. L’omino, sempre gentilissimo, s’inquieta ma è tardi. L’insalatina di pomodori viene tramutata, a gratis, in caprese, con bufala banale. Le tigelle: non pervenute.
Me ne vado. Spero che qualcuno gliela dica alll’Oscar nazionale di aver letto queste due parole di corsa da un bloggherino pure a dieta: la mortadella, a Bologna e in carta, non c’era. Quando penso alle meravigliose pubblicità di Eataly mi vien da piangere, perchè non ho ritrovato la minima poesia celebrativa nei piatti mangiati e in quelli non avuti.
Già che ci siete ditegli anche il mio voto, al Farinetti: 11,75/20.
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