di Leo Ciomei
ESCLUSIVO Avete notato quante volte in TV, sui giornali, sul web o nella pubblicità compare l’aggettivo esclusivo/a? Io, per parafrasare un (pessimo) politico tedesco del secolo scorso, “quando sento parlare di esclusivo metto mano alla pistola”. Ma vediamo qual è il significato di esclusivo.
La Treccani enuncia:
a) che tende a escludere o ha forza di escludere: clausola e.; diritto e., che compete a una sola persona o ente, escludendo tutti gli altri dall’esercizio del diritto medesimo.
b) sul modello dell’inglese exclusive, riferito ad ambiente (circolo, club, ecc.) la cui frequenza è limitata a determinate persone, di solito a persone particolarmente agiate o raffinate.
Da queste descrizioni capite che il 90% delle volte che leggete o sentite “esclusivo” quello che viene proposto NON è esclusivo proprio per la ragione che è proposto a molti e l’aggettivo serve solo a creare l’illusorio stato di privilegio nella persona che ne usufruirà. Un paio di semplici esempi: una vacanza al Four Seasons di Sharm, sul Mar Rosso, è cara ma visto che ci sono 136 camere con clienti che ruotano settimanalmente non certo esclusiva; il tristellato “da Vittorio”, vicino Bergamo, è un ottimo ristorante con prezzi adeguati all’offerta e ha circa 70 coperti disponibili a pranzo e a cena: capirete che i possibili 2.000 clienti annui però non danno certo esclusività (e credo che nemmeno i patron Cerea la vorrebbero).
Cosa può essere allora definito davvero esclusivo oggi? Rimanendo nel nostro campo enogastronomico ritengo possano esserlo Massimo Bottura che ti prepara una teglia di lasagne al forno (è successo a un conoscente) oppure Monsieur Jacques Beaufort che sceglie una delle sue annate migliori per condividerla con te sul tavolino nella sua cantina personale. Da questo percepite che non è il denaro che rende esclusivo qualcosa ma spesso sono le conoscenze e il prestigio sociale.
Tutta questa lunga premessa per scrivere di qualcosa che in effetti è esclusiva. Sto parlando di Gelinaz!. “E che cos’è?” esclamerà la maggior parte dei lettori. Per dirla in poche parole, è un pranzo organizzato random dal nostro Andrea Petrini in una località europea (ma anche no) che cambia di volta in volta e a cui partecipano 25 grandi chef di tutto il mondo che cucinano alla loro maniera un piatto, questa volta dedicato al mito belga della gastronomia ottocentesca Philippe Edouard Cauderlier: timballo di verdure, pollo e maiale. Gli italiani presenti questa volta sono Massimo Bottura, Davide Scabin e Fulvio Pierangelini a cui pare sia dovuto il nome dell’evento (PieranGELINi) in crasi con la rock-band GorillAZ (gruppo inglese che fa della collaborazione casuale la sua bandiera).
Avendo saltato quest’anno la Festa a Vico non mi sarebbe dispiaciuto partecipare a questo importante evento che si svolge domenica 30 giugno a Gand (Gent o Ghent o forse anche Ghenf, la città di Diabolik, boh?) in Belgio. Avevo già controllato i voli RyanAir per Charleroi (100 km. da Gent), costo irrisorio di circa 100,00 euro e alberghetto 3 stelle a 70,00, sicuramente avrei trovato sul volo qualche amico gourmet per condividere la trasferta. Non rimaneva che comprare anche l’ambito ticket per la cena (solo 45 posti disponibili, recitava il banner sul web!). Biglietti venduti intelligentemente tramite un’asta su Ebay.be a partire da domenica 16 giugno. Sì, perché il vostro editor, ingenuo e fuori dai giochi “civediamolàtiinvitoiocipensoionontipreoccuparechiamamisulcellularecimancherebbetupagassi”, vorrebbe acquistarlo quel biglietto (anche se spesso non disdegna inviti o pranzi gratis, su questa letteratura leggere gli interessanti interventi di Alessandro Bocchetti su vari blog, a difesa del critico). Puntuale domenica mattina mi collego di buon ora a Ebay e trovo in effetti disponibili i tickets al prezzo di base di euro 600,00. Eh, direte voi, ma che pensavi? di trovarli a 50 euro? no, ma nemmeno che partissero da 600 euro!
Magari il ricavato andrà in beneficienza, per carità (non lo vedo scritto da nessuna parte, però… al contrario di Gennarino Esposito con la Festa di Vico) ma… Fra l’altro l’evento è sponsorizzato da numerose aziende, come usa spesso in queste occasioni, e i 25 chef arriveranno probabilmente a proprie spese visto che è una bella occasione per stare insieme a colleghi e soprattutto amici, per cui le spese dovrebbero essere ridotte. Si faceva un gran parlare nei giorni scorsi dei dinosauri del lusso Ducasse e Robuchon con i loro prezzi astronomici ma qui mi pare che si vada oltre nonostante molti dei nomi presenti siano quelli della “nuova cucina nordica” a buon mercato e tovagliato “basic”, tipo i parigini acquisiti Inaki Aitzipitarte dello Chateaubriand e Peterr Nilssonn della Gazzetta, i belgi Roger Souvereyns e Olly Ceulenaere e lo svedese Mikael Jonsson del londinese Hedone (maledizione, quasi tutti chef da provare e l’occasione era ottima…). Sì ci sono pure Renè Redzepi del pluripremiato Noma e il basco Eneko Atxa di Azurmendi, non proprio per tutte le tasche ma in genere si tratta di cuochi con un ottimo rapporto qualità/prezzo…
Un vero peccato dover rinunciare visto che le prossime tappe saranno a settembre nel proibitivo (per i costi di viaggio) Perù e a New York nel 2014. Mi consolerò leggendo i resoconti dettagliati degli InviTati Speciali (copyright Visintin) e con l’idea di scappare la prossima domenica a Torriana (RN) dove al Povero Diavolo Fausto e Pier Giorgio hanno organizzato Spessore, festa di inizio estate dove ci sono solo ospiti paganti e nemmeno un inviTato speciale.
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