Il Gaurano era uno dei cru della Campania felix romana, viticoltura di alta qualità nella zona del Falerno, l’antica Bordeaux, vini ottenuti con tecniche centrate più sulla capacità produttiva del suolo e sulle caratteristiche pedoclimatiche che sui vitigni come accade adesso, manco a farlo apposta in Campania più che altrove. Non c’è alcun legame tra la viticoltura opulenta di quel periodo e il rilancio del Falerno realizzato dall’azienda di Michele Moio, terza generazione centrata a Mondragone in una masseria-cantina tipica di quell’areale e adesso assediata dalle nuove costruzioni.
Però il filo culturale, l’attenzione alla terra e al commercio del vino, c’è tutto. Il Gaurano è sempre stato un vino esagerato di alcol a tendenza dolce provocata volutamente dalla selezione di uve lasciate in surmaturazione e da un residuo zuccherino. La mano di Luigi ha contribuito a renderlo più elegante e fresco senza però stravolgerlo. Ed è per questo che l’esecuzione della vendemmia 2008 ci è piaciuta particolarmente: l’approccio è immediatamente gradevole, molto simile a quello di alcuni Amarone (Allegrini) senza perdere in alcun modo l’elasticità. Sicuramente un passo in avanti rispetto ai primi bevuti ormai vent’anni fa. Ancora oggi il Gaurano non è un vino per tutte le occasioni. Noi lo abbiamo beccato alla Locanda del Nero a via Chhiatamone, la vetrina napoletana di una catena presente anche a Caserta, a Teano e nel Matese. Naturalmente sull’agnello laticauda lasciato pascolare all’aziende Le Quercete di San Potito ha fatto la sua bella figura: l’alcol, la potenza, la freschezza e i tannini ben risolti hanno costituito un abbinamento perfetto.
Un vino del Sud, forte ma non cotto, senza mediazioni e con tanta voglia di giocarsi le potenzialità del Primitivo, ultimo arrivato in Campania, dove però nella conca assolata di Mondragone e di Falciano ha mostrato di sapersi acclimatare perbene.
Sede a Mondragone Viale Margherita, 6 Tel. e fax 0823.978017 www.cantinemoio.it
Enologo: Luigi Moio Ettari: 6 in proprietà e 5 in affitto. Bottiglie prodotte: 100.000 Enologo: Luigi Moio Uva: primitivo
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