di Stefano Tesi
Di qualunque iniziativa si usa dire che, in genere, la seconda edizione è sempre più difficile della prima, perché deve scontare aspettative maggiori, un entusiasmo più basso e l’attenuazione dell’effetto-novità che connota ogni esordio.
Non si può dire lo stesso, invece, della recente seconda Vinschgauer Weinpresentation, la degustazione di vini di grandi e piccoli produttori della Val Venosta organizzata nello spettacolare castello di Castelbello (BZ), da Sonja Egger, sommelier dell’anno della Guida Michelin per il 2021 nonché anima – col marito Jorg Trafojer e i figli, Kevin Nathalie e Julya – del ristorante stellato Kuppelrain (ove la sosta è suggeritissima, si capisce), che si affaccia proprio davanti al maniero arroccato sull’antica statale che da Merano risale fino a Resia.
E’ tra quelle mura, oggi pubbliche dopo un lungo restauro, che dall’anno scorso Sonja allestisce quest’interessante appuntamento avviato a diventare, a mio modesto parere, irrinunciabile: non solo per gli amanti dei vini venostani, produzioni spesso eroiche per dimensioni, quote e numeri, ma per chiunque sia desideroso di avventurarsi in assaggi di etichette poco reperibili fuori da quel contesto. Se a questo si aggiunge la presenza in loco di molti vignaioli in persona, ben lieti di scambiare quattro chiacchiere e di tirare fuori da sotto il banco qualche chicca fuori lista, non sarà difficile capire come e perché un paio di settimane fa, memori dell’ottima esperienza del 2023, ci siamo tuffati senza esitare tra le 22 aziende e le 99 (chicche escluse) bottiglie in catalogo.
Il tutto in un’atmosfera priva di retorica e ricca di familiarità che, ponendosi agli antipodi di certi eventi enomondani, onestamente riconcilia col mondo del vino e le manifestazioni ad esso legate.
L’impresa di riuscire riunire un così ampio ventaglio di produttori di un contesto marginale, “valligiano” sotto ogni punto di vista, con tutte le dinamiche umane, anche localistiche, che ciò comporta, non va sottovalutata: si tratta di uno sforzo organizzativo e pure diplomatico che solo la tenacia, la diplomazia e l’indiscussa autorevolezza della Egger, estesa ben oltre i confini altoatesini, potevano premiare.
Ed ora il timone è già rivolto, come confessa l’ideatrice, a un’ambiziosa edizione 2025.
Sugli scudi dei vini in degustazione quest’anno un ampio ventaglio di vitigni, dagli internazionali ai classici dell’Alto Adige, per passare da alcuni piwi e finire a varietà decisamente desuete alle latitudini mediterranee come il teutonico Scheurebe.
Unico limite, troppo breve una giornata per poter assaggiare in modo approfondito quasi cento campioni. Abbiamo dovuto quindi limitarci ai bianchi e ai rosati (i migliori li segnaliamo qui sotto): i rossi li abbiamo solo “bevuti”.
Ecco cosa ci è piaciuto di più.
Weinggut Befelhof, Riesling 2022 Sudtirol Vinschgau doc bio
Solo acciaio, colore oro pallido, al naso ha una varietalità marcata ma gentile e una bocca precisa, elegante, composta, col giusto conforto di acidità.
Weinggut Befelhof, Jera 2023 (Fraueler) Mitterberg IGT bio
Il Fraueler è un antico vitigno altoatesino che nella circostanza dà un vino di colore paglierino, dal bouquet tenue ma al palato decisamente ricco, screziato, molto lungo, dal finale amarognolo.
Schlossweingut Stachburg, Partschins, Pinot Bianco 2023 Sudtirol Vinschgau doc bio
Colore paglierino, bouquet fragrante e ricco con sentori di pesca dolce, in bocca è invece è asciutto, composto, con un piacevole finale amarognolo.
Oberrieglhof, Schlanders, Sauvignon 2023 Stuanig Sudtirol Vinschgau doc
Un Sauvignon paglierino, dal naso delicato, ma più esuberante che varietale, molto gradevole anche al palato grazie a una vivacità quasi giocosa.
Oberschlossbauer, Juval, Muller Thurgau 2022
Da un vitigno a oltre 900 metri di quota un vino dorato, dall’aroma elegante e compostissimo che in bocca si evolve in pienezza, sapidità e complessità.
Castel Annenberg, Latsch, Aura 2021
Da uno dei pochissimi vigneti di Scheurebe presenti in Alto Adige (la proprietaria è tedesca), ha un bel tono di oro brillante e al naso ricorda un ricco pot pourrì floreale che si ripropone più ampio al palato, con ritorni di toffees e Quality Street.
Weingut Englberg, Schludern, Muller Thurgau IGT 2023
Colore oro pallido, al naso è varietale, verace, diretto e penetrante così come in bocca, ove pulizia, semplicità e piacevolezza prevalgono dando sensazioni di godibilità senza fronzoli.
Kellerei Meran, Vinschgau, Sudtirol Vinschgau Pinot Bianco Doc 2023
Tra l’oro e il paglierino, al naso ha una piacevole nota varietale di mela fresca, mentre in bocca è sapido, agile, pulito, appagante.
Imkerei Innerhofer Bert, Partschins, Honeygourmet 2023.
Questo “spumante” in realtà non è un vino: essendo il frutto del miele fermentato è formalmente una semplice bevanda, ma estremamente curiosa. Nato “per errore” in casa di apicoltori e prodotto in meno di mille bottiglie, è una bollicina dall’intensissimo e ovvio bouquet di miele e cera, ma che in bocca risulta asciutto, sapido, con un’effervescenza gentile e un delicato retrogusto di favo. Scoperta intrigante!
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