di Andrea Petrini
Con poco più di due milioni di bottiglie prodotte da 19 produttori di vino, l’areale del Verdicchio di Matelica si estende per circa 300 ha attraverso i comprensori di 8 comuni (Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco nella provincia di Macerata; Cerreto D’Esi e Fabriano in quella di Ancona), nel cuore dell’Alta Vallesina, la sola vallata marchigiana con disposizione Nord-Sud. Un posizionamento parallelo e chiuso rispetto al mare e quindi alla sua azione mitigante, in cui si viene a creare un microclima diverso rispetto a tutte le altre vallate regionali: continentale nelle ore notturne e quindi capace di preservare al meglio l’acidità delle uve; mediterraneo durante il giorno, con un irraggiamento che esalta il contenuto zuccherino degli acini. Proprio queste particolari condizioni, unite ai terreni calcarei e all’altitudine dei vigneti (tra i 400 e gli 850 metri sul livello del mare), influenzano il ciclo vitale del Verdicchio e conferiscono alle uve caratteristiche peculiari che identificano in maniera inequivocabile i vini di Matelica.
Tra le aziende più rappresentative del territorio, conosciuta già anni fa grazie alla mia continua frequentazione marchigiana, c’è sicuramente Borgo Paglianetto, nata nel 2008, che attualmente si estende per circa 25 ha all’interno delle colline matelicesi le cui uve sono certificate biologiche così come anche tutti i processi di vinificazione e cantina.
All’interno del suo catalogo prodotti, che prevede ben sei tipologie di Verdicchio, compreso uno spumante metodo classico, il Vertis è stato sempre il vino aziendale che mi ha regalato più emozioni per cui sono stato piacevolmente sorpreso quando, grazie ad Alberto Mazzoni, direttore dell’IMT, è stata organizzata in cantina una verticale storica di questo Verdicchio di Matelica che normalmente viene vinificato ed affina in acciaio per 8 mesi e viene messo in commercio dopo successivi altri 4 mesi. Prima di dare qualche info sulle varie annate degustate (dal 2019 fino al 2008) una piccola curiosità sul nome: Vertis deriva dal latino “vertere” (“volgere”) e sta a significare “il punto più alto” ovvero, secondo Borgo Paglianetto, la massima espressione del vitigno di appartenenza grazie anche ad uve proveniente dai vitigni più vecchi, di oltre venti anni, ed esposti a sud. Di seguito le mie note di degustazione che, causa numerose annate, per non annoiarvi troppo, saranno abbastanza sintetiche.
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2019 (100% verdicchio): l’essenza del Verdicchio matelicese è tutta in questo bicchiere che contiene un vino luminosissimo, essenziale, teso, agrumato, piacevolmente minerale e con un finale lungo e leggermente ammandorlato. Vino che, presso una scuola sommelier, porterei come esempio didattico del territorio di Matelica vestito di bianco.
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2018 (100% verdicchio): rispetto al precedente ha un naso meno “squillante” e verticale, c’è meno tensione ma più complessità visto che alla frutta bianca croccante si aggiungono erbe aromatiche, salvia su tutte, e cenni di camomilla. Sorso di grande equilibrio e piacevole chiusura sapida.
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2017 (100% verdicchio): l’annata calda e secca non ha certo aiutato i Verdicchi di Matelica che, come questo Vertis, risultano spesso rotondi, “paciocconi” senza essere però, lo sottolineiamo più volte, seduti. Sorso piacevole a cui manca solo un po’ di freschezza e dinamismo in chiusura.
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2016 (100% verdicchio): l’annata particolarmente classica, come dicono quelli bravi, regala un Vertis che ha forza e armonia al tempo stesso. Sa di frutta gialla polposa, succosa, quasi esotica, ha cenni di anice e soffi salmastri. Di impatto alla gustativa ma rimane di equilibrio circense e termina con un finale salino e austero.
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2015 (100% verdicchio): dopo la prorompente 2016, questa annata di Vertis sembra leggermente sottotono ma solo perché il vino si veste di eleganza floreale e di sensazioni di selce bagnata che ritrovo specialmente alla beva, soave, che disegna un Verdicchio di Matelica come una dolcissima ballerina che danza sulle punte dei piedi.
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2012 (100% verdicchio): figlio di una annata calda salvata in extremis da gradevoli e costanti piogge settembrine, questo Vertis, dopo quasi dieci anni, subisce una evoluzione piacevolmente anomala visto che tira fuori aromi idrocarburici e di erbe medicinali che lo fanno somigliare aromaticamente ad un riesling della Mosella. Sorso coerente, austero, non di grande persistenza.
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2011 (100% verdicchio): l’annata ottimale, con solo il mese di Agosto molto caldo, regala a Matelica, in generale, e a Borgo Paglianetto in particolare, un Verdicchio di gioventù pazzesca i cui caratteri aromatici e gustativi somigliano molto a quelli del 2019. Vino di classe cristallina ed emozionante da comprare a casse…..se lo trovate!
Borgo Paglianetto – Verdicchio di Matelica DOC “Vertis” 2008 (100% verdicchio): primo anno di produzione del Vertis che dopo 23 anni pecca leggermente in terziarizzazione spinta che esprime sentori di frutta secca, caffè e cera d’api. Sorso ancora importante che inizia però a sgranarsi e a mostrare tutti i segni dell’età.
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