di Carlo Macchi
Mettiamo che chi legge si ricordi che cosa era la Cucina di Edgardo a Montalcino e magari la stessa persona ha la fortuna di conoscere Mario Machetti. Chi di voi “risulta positivo” ad entrambe le cose può smettere di leggere. Agli altri consiglio invece di drizzare le orecchie.
Negli anni ottanta la Cucina di Edgardo era uno dei locali dove si mangiava meglio in Toscana. Edgardo era un personaggio unico e, tanto per fare un esempio, si deve a lui l’invenzione del Gioco del Piacere che tanti soci prima Arcigola e poi Slow Food conoscono benissimo. Ma chi cucinava da Edgardo? Fra poco ve lo dico.
Veniamo adesso a Mario Machetti: non proprio di primo pelo ma di primissimo fiuto per quanto riguarda il vino, Mario possedeva la più fornita cantina privata di Montalcino. Ho scritto possedeva perché la sua cantina privata dal 1995 è diventata “pubblica” ed è a disposizione dei clienti de Il Giglio. Gli stessi clienti, oltre a poter scegliere tra vini che normalmente si possono solo immaginare (proposti a prezzi da “cantina privata) potranno assaggiare anche i piatti che Anna Machetti, ex-cuoca della Cucina di Edgardo e moglie di Mario, preparerà per loro.
Ricapitoliamo: Anna era la cuoca della Cucina di Edgardo e Mario aveva una grande passione per i vini e, perché no, per chiacchierare di vino e non solo. Nel 1995 hanno fatto il grande passo entrando in possesso di uno dei locali più antichi di Montalcino, Il Giglio. Del Giglio si hanno notizie almeno dai primi del novecento ma proprio negli anni novanta aveva perso molto del suo decoro. Anna e Mario sono riusciti a riportare il ristorante (che ha anche 12 camere) ad alto livello grazie ad una cucina basata su grandi materie prime, su gusti decisi ma indimenticabili su piatti che vanno a braccetto con la tradizione ma strizzano l’occhio ad un’equilibrata modernità.
Adesso scordatevi tutto (sennò vi perdete il gusto della scoperta…) e immaginatevi di essere a Montalcino, magari nei pressi del Palazzo Pretorio (quello con le mattonelle delle varie annate del Brunello, tanto per capirsi). Basta passeggiare per poche decine di metri per arrivare al quadrivio dove troverete l’ingresso del Giglio. Entrerete in una piccola e accogliente hall, dominata da un grande camino quasi nascosto da storiche bottiglie di vino. I tavoli, apparecchiati con eleganza sono alla vostra destra o nella sala a sinistra. Il consiglio è di sedersi accanto alle finestre in modo da sfruttare un panorama che da solo rischia di levare l’appetito, tanto appagherà…. la vista.
Ma gli occhi vi serviranno per cose più importanti, per esempio per leggere il menù. Potrete iniziare con i classici crostini neri toscani, oppure scegliere la mouse di baccalà e insalata di arance, oppure gli involtini di lardo di cinta senese e farro ma……personalmente vi consiglio i meravigliosi filetti di acciughe sotto pesto che da soli valgono il viaggio Sidney- Montalcino a nuoto.
Tra i primi metto in pole position i pici alle briciole, seguiti dai cannelloni di caprino al ragù di piccione e dai tortellini con ripieno d’arista di cinta senese. Ma non scordiamoci della zuppa di farro, ceci e funghi o di classicissime tagliatelle fatte in casa ai funghi porcini.
Tra i secondi: se c’è, non perdetevi il piccione in tegame, oppure il coniglio fritto ma non scordatevi del brasato al Brunello o delle costolette di agnello.
Andiamo avanti? Magari facciamo una piccola sosta perché vi immagino un po’ appesantiti ma felici. In questo momento faccio le veci di Mario, che assieme al figlio Michele è maestro di sala, e magari scambiando due parole il discorso può cascare sui vini e sulla visita alla sua cantina. Una cantina (e una carta dei vini) che non solo riuscirà a soddisfare qualsiasi richiesta, anche le più approfondite sul fronte Brunello, ma vi proporrà grandi bottiglie italiane ed estere assolutamente non omologate. Una carta dove si vede la mano dell’appassionato, di quello che ha girato mezzo mondo per conoscere, assaggiare, capire e alla fine provare piacere nel vedere contenti i propri clienti. Adesso, dopo quattro chiacchiere con Mario possiamo affrontare la parte finale della cena. Per uno come me che non ama molto i dolci la scelta è obbligata e cade su una selezioni di caprini e pecorini toscani di livello altissimo. Capisco comunque che molti gradiscano il dolce e quindi consiglio le pere al brunello o il tortino di cioccolata fondente o la bavarese di pesche.
Stenterete ad alzarvi da tavola, non perché sarete appesantiti ma per la voglia di continuare a sentirvi coccolati dall’ambiente caldo e accogliente, dal servizio, naturalmente dai discorsi di Mario e magari dai sorrisi di Anna che verso fine serata una salto in sala lo fa sempre.
Comunque due passi nella silenziosa Montalcino “by night” (il locale è aperto solo la sera) saranno piacevolissimi prima di ritornare al Giglio e salire in una delle 12 camere ben arredate dei piani superiori. Addormentatevi pensando che al mattino troverete per colazione le torte di Anna e fate sogni d’oro.
Albergo Ristorante Il Giglio
Via Saloni 5
53024 Montalcino (SI)
Tel.fax 0577848167
Prezzo medio 35-40 euro vini esclusi
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