di Andrea Petrini
Non mi nascondo dietro un dito, per chi come me cerca di comunicare il vino in maniera libera ed appassionata è decisamente stimolante scrivere di piccole realtà che spesso non trovano la giusta valorizzazione in un mondo, come quello dell’enogastronomia, dove per mille motivi magari ti ritrovi a parlare sempre delle stesse cantine.
Oggi, perciò, vi vorrei parlare di Santus, una piccola azienda il cui progetto è stato elaborato, pensate un po’, tra i banchi universitari della facoltà di Agraria di Piacenza dove si sono conosciuti Maria Luisa Santus e Gianfranco Pagano, oggi marito e moglie e genitori di tre bambini, che duranti i loro studi universitari avevano maturato un sogno di vita ovvero dedicarsi alla viticoltura rispettando, nel contempo, la natura e i ritmi della terra in cui viene praticata. Il progetto è tutt’altro che utopistico ed inizia a prendere forma agli inizi degli anni 2000 quando vengono piantate circa 60.000 barbatelle, sia chardonnay che pinot nero, su 10 ettari di terreno, localizzati a Paderno Franciacorta, suddivisi su tre appezzamenti:
Tre Cortili – 1,5 ettari coltivati a chardonnay. La forma di allevamento è il cordone speronato;
Colombaia – 3,5 ettari coltivati a Chardonnay. La forma di allevamento è il guyot;
Albarello – 5 ettari totali di cui 3 coltivati a Chardonnay e 2 a Pinot Nero. La forma di allevamento è il cordone speronato.
Fatto questo, è tempo di pensare a come dar vita al loro primo vino! Maria Luisa e Gianfranco vogliono che il loro Franciacorta manifesti la sua espressività fin dalla prima uscita, pertanto l’uva dei primi quattro anni di produzione non viene vinificata. Finalmente, nel 2005, decidono che è arrivato il momento di dar luce alla loro prima annata producendo quasi in via sperimentale un Franciacorta Brut, tiratura 4.300 bottiglie, che vedrà la luce solo tre anni dopo.
Siccome alla base della filosofia Santus c’è la convinzione che il compito dei piccoli viticoltori sia quello di essere una avanguardia a difesa delle biodiversità, Maria Luisa e Gianfranco nel 2016 fanno ancora un passo avanti, decisivo, ed iniziano il percorso di certificazione biologica delle uve in modo che, a partire dalla fine del 2021, tutti i Franciacorta Santus siano certificati biologici e vinificati nella nuova cantina che dovrebbe essere pronta per la fine di quest’anno.
Santus oggi produce mediamente 50.000 bottiglie così suddivise:
Franciacorta Brut – 25.000 bottiglie
Franciacorta Satèn Brut Millesimato – 10.000 bottiglie
Franciacorta Rosè Zero Millesimato – 8.000 bottiglie
Franciacorta Dosaggiozero Millesimato – 5.000 bottiglie
Franciacorta “Essenza” Millesimato – 2.000 bottiglie (prodotto solo in alcune annate).
Io, ovviamente, me li sono degustati tutti e vi porto la mia esperienza!
Santus – Franciacorta Brut (80% chardonnay, 20% pinot nero): paglierino luminoso e dal perlage fine. Ricco nel bagaglio aromatico di fiori bianchi, crosta di pane, agrumi e lieve mineralità. Strutturato, composto, piacevole al sorso che chiude con ritorni agrumati.
Maturazione: 6 mesi in acciaio inox e piccola parte in barriques di rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 21 mesi.
Santus – Franciacorta Satèn Brut 2015 (100% chardonnay): paglierino luminoso e dal perlage fine. Impatto olfattivo molto diretto e senza fronzoli dove si percepisce la pesca bianca, il pompelmo rosa, l’erba cedrina a cui fa da sfondo una inconfondibile nota di gesso. Ottima coerenza al palato, invitante e sapido, che chiude su una scia agrumata davvero ragguardevole.
Maturazione: 6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 30 mesi
Santus – Franciacorta Rosè Zero 2015 (100% pinot nero): è la novità di questo anno in quanto questa tipologia ha preso il posto dell’extra brut prodotto fino allo scorso anno. Colore rosa antico, brillante e dal perlage fine e persistente. Si esprime deciso su sensazioni di lampone acerbo, rosa, freisa, arancia sanguinella, pompelmo rosa. Il sorso è decisamente secco, austero e coinvolgente per avvolgenza, equilibrio e lunghissima persistenza che in questo caso, rispetto agli altri Franciacorta bevuti in precedenza, ha una progressione minerale di grandissimo impatto.
Maturazione: 6 mesi in acciaio inox. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 40 mesi
Santus – Dosaggiozero 2015 (70% chardonnay, 30% pinot nero): giallo paglierino arricchito da un perlage numeroso, elegante e persistente. Approccio olfattivo austero dove affiorano immediati i sentori freschi di mela verde, uva spina, biancospino, scorsa di pompelmo che col tempo virano decisi su una nota profondamente minerale, quasi di allume. Al gusto è tutto classe, consistenza, slancio e sapidità. Da bere a secchi!
Maturazione: 6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 30 mesi.
Santus – Franciacorta “Essenza” 2012: ottenuto da uve Chardonnay 100% del vigneto aziendale Tre Cortili, raccolte a maturazione molto avanzata ed attaccate da Botrytis Cynerea. Il risultato? Un Franciacorta fuori dagli schemi, destabilizzante e di grande impatto, soprattutto olfattivo, che si esprime su un bouquet composto da effluvi di frutta secca, bergamotto, pesca sciroppata, nocciola e marzapane. Assaggio ricco, goloso e coerente con i ritorni aromatici di pasticceria e frutta matura. Tra i cinque, per lo stile, è quello che mi ha convinto di meno ma se amate l’avvolgenza e la morbidezza di uno vino questo non potrà non essere il vostro Franciacorta di riferimento.
Maturazione: 6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: 60 mesi
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