Montalcino deve indubbiamente gran parte della sua notorietà alla tradizione vitivinicola, che trova nel Brunello uno dei grandi simboli del vino italiano. Oggi vanta un patrimonio vitato di 3.500 ettari totali (su una superficie comunale di 24.000 ettari), di cui 2.100 a Docg Brunello di Montalcino e 510 destinati al Doc Rosso di Montalcino, con un numero di produttori associati in consorzio di ben 250 (di cui 208 produttori imbottigliatori). Va detto che di quei 3.500 ettari una grossa fetta si trova nei terreni di Castello Banfi (850) e un’altra quota importante è ripartita fra pochi “colossi”.
E se la matematica non è un’opinione, si fa presto a rendersi conto che il panorama vitivinicolo ilcinese è composto principalmente da piccole realtà. L’azienda Podere Sanlorenzo di Luciano Ciolfi, è sicuramente una di queste, con meno di 5 ettari vitati e una produzione totale di 15-18.000 bottiglie. Non è difficile raggiungerla: una volta arrivati a Montalcino, dalla rotatoria alla base del paese, con alle spalle la Fortezza, si prende la via Bellaria, la strada tortuosa costeggia il paese fino a raggiungere l’Hotel “Al Brunello”. Da qui si prosegue per circa un km. per poi girare a destra (ci sono cartelli che indicano numerose aziende). La via è in discesa e da un certo punto in poi diventa sterrata e pianeggiate. Dopo poco vedrete alla vostra sinistra l’azienda Le Potazzine, proseguite ancora per circa un km e, finalmente, alla vostra sinistra prenderete un vialetto alberato che vi porterà dritto davanti al gruppetto di case di Podere Sanlorenzo (n.130 evidenziato nell’immagine, posizione B2).
Ho conosciuto Luciano nel febbraio del 2007, allora aveva il suo primo Brunello in botte ad affinare, annata 2003; mi chiese se avevo desiderio di sentire i vini dalle botti, accettai ben volentieri memore di quel Rosso 2004 appena scoperto a Benvenuto Brunello.
Fu un’esperienza illuminante, mi resi subito conto che in quelle vasche e botti c’era un enorme potenziale.
Dopo quel giorno ci incontrammo numerose volte, ogni occasione era buona per fare riassaggi e dialogare, confrontarsi. Quello che ho sempre apprezzato in Luciano è stata la voglia di ascoltare, di capire cosa i suoi vini potessero raccontare ad altre persone.
Periodo strano, difficile per un piccolo produttore che desiderava affermarsi in un ambito piuttosto saturo e intricato. Negli anni seguenti abbiamo parlato molto, Luciano mi esprimeva dubbi e perplessità sulla strada da seguire, perché i Brunello che venivano maggiormente premiati e venduti avevano caratteristiche molto diverse dal suo, vini opulenti e coloratissimi, a volte carichi di legno. Temeva che nessuno si sarebbe accorto dei suoi vini se non avesse seguito la moda del momento, e lui aveva investito tutto nell’azienda. Cercai di fargli capire che quel fenomeno era passeggero, non poteva durare a lungo, anzi, stava già esaurendosi. Doveva puntare a fare il suo vino, come piaceva a lui, messaggero fedele di quella terra, di quelle vigne, di quel clima.
Luciano lo sapeva già, ma cercava in qualche modo un conforto, una conferma alle sue idee, del resto aveva iniziato da poco e i suoi dubbi erano leciti e comprensibili. Così, anno dopo anno, ha continuato per la sua strada, senza alcuna superbia ma cercando sempre un confronto con gli altri. A volte rimanevo estasiato ad osservare quelle vigne baciate dal sole, sempre ventilate, mi colpiva il loro digradare verso l’orizzonte, dove potevo ammirare il tramontare del sole.
Anno dopo anno i suoi vini sono migliorati, sono diventati più definiti ed espressivi, senza mai celare le differenze di ciascuna annata.
Le prime cinque annate di Brunello di Montalcino mi sono sembrate un buon bagaglio per poter finalmente raccontare la storia di questo vino che nasce sui pendii volti a Tavernelle e Camigliano. Ed è stata una gran bella esperienza.
Brunello di Montalcino Bramante 2003
Dati tecnici: uva sangiovese grosso 100%; gradazione alcolica effettiva 13,54%; estratto secco totale 30,80 g/l; zuccheri riduttori 1,6 g/l; acidità totale in acido tartarico 5,38 g/l; anidride solforosa libera 27 mg/l; anidride solforosa totale 93 mg/l; vendemmia effettuata il 26 e 27 settembre; con l’annata 2003 sono state prodotte 8.000 bottiglie. Dopo una leggera pigiatura dei grappoli, viene effettuata la fermentazione per 25-30 giorni in vasche di acciaio a temperatura controllata, dove subisce periodici rimontaggi e delestage. La fermentazione malolattica avviene in legno. Il vino viene poi affinato per 36 mesi, insieme alle fecce leggere, in botti di media capacità da 30-35 ettolitri. Prima di essere messo in commercio subisce un ulteriore affinamento di 6 mesi in bottiglia.
L’annata 2003 ha avuto una primavera caratterizzata da abbondanti piogge, mentre è stata molto calda nei mesi di luglio e agosto; due mesi dove non è caduta una goccia d’acqua, mettendo a dura prova la resistenza delle piante. A settembre fortunatamente si è avuta qualche precipitazione, abbastanza da ridare equilibrio alle piante. La maturazione delle uve ha subito, logicamente, un certo anticipo rispetto ai tempi abituali, al momento della vendemmia erano molto concentrate ma con ottimali parametri degli zuccheri e degli altri componenti.
Di questo vino avevo pubblicato la recensione nel febbraio 2010, trovandolo molto equilibrato e senza cedimenti verso surmaturazioni del frutto, merito certamente di un eccellente lavoro in vigna e di un’altitudine prossima ai 500 metri che ha consentito comunque una buona escursione termica. Colore granato netto di bella intensità; i profumi, pur non nascondendo le caratteristiche dell’annata, rivelano equilibrio e una progressione evolutiva rassicurante. La ciliegia appare netta, viva, accompagnata da lamponcini maturi a cui si affiancano toni di sottobosco, leggera menta, tabacco, ginepro e liquirizia, un tocco di cuoio e spezie officinali nel finale. Rotondo all’assaggio ma con un’acidità attiva e ben presente, il tannino è perfettamente integrato e senza sbavature, tutto appare molto equilibrato e piacevole, ma il nerbo c’è ancora e non accenna a cedere al tempo. Non si può chiedere di più.
Brunello di Montalcino Bramante 2004
Dati tecnici: uva sangiovese grosso 100%; gradazione alcolica effettiva 13,31%; estratto secco totale 31 g/l; zuccheri riduttori 1,9 g/l; acidità totale in acido tartarico 5,64 g/l; anidride solforosa libera 29 mg/l; anidride solforosa totale 95 mg/l; vendemmia effettuata il 18 e 19 ottobre; con l’annata 2004 sono state prodotte 12.000 bottiglie.
L’annata 2004 si è distinta per il suo andamento climatico equilibrato. Le persistenti piogge primaverili sono state seguite da un’estate calda e soleggiata ma alternata da alcune giornate fresche e piovose, mentre settembre è stato abbastanza asciutto, caldo di giorno e fresco la notte. Questo andamento ha favorito un buon sviluppo dell’uva e una maturazione che si è evoluta con una giusta progressione fino al raggiungimento dei parametri ottimali per la vendemmia.
Colore molto simile al precedente millesimo ma con un lascito rubino che ne evidenzia la maggior giovinezza. All’olfatto ha un impatto del tutto diverso, più vibrante e fresco, qui la ciliegia è più visciola, con riverberi tra la prugna e l’amarena; non tardano a presentarsi note di rose ed erbe aromatiche, cardamomo, humus, leggera cannella e liquirizia dolce.
In bocca è un gran bel bere, si sente l’annata equilibrata, perfetta la misura alcolica, tannino già setoso, una bella impronta sapida accompagna un lungo finale che non manca di eleganza.
Brunello di Montalcino Bramante 2005
Dati tecnici: uva sangiovese grosso 100%; gradazione alcolica effettiva 13,67%; estratto secco totale 27,5 g/l; zuccheri riduttori 1,7 g/l; acidità totale in acido tartarico 5,8 g/l; anidride solforosa libera 24 mg/l; anidride solforosa totale 89 mg/l; vendemmia effettuata il 10 e 11 ottobre; con l’annata 2005 sono state prodotte 5.770 bottiglie.
L’esigua produzione lascia già intuire le caratteristiche dell’annata 2005, che in un clima in generale buono ha subito alcuni fenomeni particolarmente traumatici: una forte grandinata a inizio maggio e delle piogge intense a settembre, che hanno fatto temere per il raccolto. L’estate è stata comunque abbastanza calda e soleggiata e il settembre, dopo i primi 15 giorni piovosi, si è rimesso e ha consentito alle uve di asciugare e arrivare a maturazione e raggiungere una buona qualità.
Nel calice siamo sempre sul granato con ricordi rubini e una maggiore trasparenza, testimone evidente di un’annata meno strutturata; qui i toni sono comunque freschi ma meno ampi e complessi, piccoli frutti e leggera venatura floreale dànno spazio ad una moderata speziatura, affiora il ginepro e una punta di mirto, finale delicato di liquirizia e rabarbaro.
Al palato conferma una trama con meno volume ma regala una freschezza e una vivacità che accompagnano un tannino comunque equilibrato e non aggressivo. E’ un vino più diretto, schietto, la sua caratteristica è di una bevibilità senza fatica, grazie ad una vena che gioca comunque sull’eleganza e la piacevolezza, una tipologia di vino che è particolarmente nelle mie corde.
Brunello di Montalcino Bramante 2006
Dati tecnici: uva sangiovese grosso 100%; gradazione alcolica effettiva 14,22%; estratto secco totale 29,8 g/l; zuccheri riduttori 1,6 g/l; acidità totale in acido tartarico 5,9 g/l; anidride solforosa libera 18 mg/l; anidride solforosa totale 90 mg/l; vendemmia effettuata il 4 e 5 ottobre; con l’annata 2006 sono state prodotte 10.800 bottiglie.
Questa è l’annata che ha tutte le caratteristiche per produrre uve di eccellente qualità: dopo un’alternanza di pioggia e sole nel periodo aprile-giugno che hanno permesso un ottimo sviluppo della vegetazione, con luglio è arrivato il caldo intenso e soleggiato mentre ad agosto è le temperature sono state meno elevate con alcuni eventi piovosi. La prima metà di settembre, molto calda e soleggiata, ha assicurato la definitiva evoluzione dell’uva verso una maturazione completa ed equilibrata. La seconda metà del mese è iniziata con alcune piogge ma la situazione si è prontamente ristabilita ed ha permesso la piena maturazione per fine settembre.
Il colore della 2006 è un bel granato intenso con riflessi rubini, il bouquet si apre in progressione, al momento meno frutto ma più complessità nella trama speziata, regala note ematiche, balsamicità, sfumature di terra umida, tabacco biondo.
Al gusto si esprime ampio, avvolgente, con un tannino ricco ma ben rifinito, grande persistenza su toni di liquirizia e frutti neri.
Brunello di Montalcino Bramante 2007
Da questo millesimo sono state ottenute 11.000 bottiglie. L’annata 2007 è stata caratterizzata da un andamento stagionale anomalo. In questo contesto la vite ha avuto uno sviluppo diverso dagli altri anni con i primi germogli e la fioritura usciti prematuramente (20-25 giorni). In giugno e luglio c’è stato un rallentamento della crescita e un precoce inizio dell’invaiatura (15 luglio) che si è protratta in modo anomalo, a causa delle piogge e delle temperature sotto la media, nel mese di agosto, diminuendo l’anticipo accumulato nei mesi scorsi. In questo clima le uve sono cresciute sane, nel vigneto i grappoli erano radi e ben disposti sulle piante (frutto di un’accurata selezione) e hanno raggiunto la maturazione ottimale senza problemi.
Ultima annata di casa Ciolfi, figlia di un millesimo caldo ma ben lontano dal 2003. Aggiungiamo che le piante hanno 4 anni in più, sono più “adulte”, con radici più sviluppate e un acclimatamento ormai consolidato. Nel calice il vino ha un colore rubino profondo con venature granate, naso che si schiude poco alla volta, liberando toni di rosa, ciliegia, lampone, effluvi di timo ed erbe di campo, ancora una volta tracce ematiche e ferrose, sfumature di incenso.
In bocca è molto più aperto e diretto, frutto dolce, bella speziatura, tannino perfetto, la freschezza non manca, notevole l’equilibrio già raggiunto in un vino così giovane, la stoffa non manca, è tra le migliori espressioni grazie anche ad una beva trascinante e ricca, una materia succosa e persistente che non può non piacere.
Brunello di Montalcino Bramante Riserva 2006
Dati tecnici: uva sangiovese grosso 100%; gradazione alcolica effettiva 14,43%; zuccheri riduttori 1,6 g/l; acidità totale in acido tartarico 6,3 g/l.; il vino è stato affinato per 48 mesi in botte da 10 hl; dalla riserva 2006 sono state ottenute 1.260 bottiglie.
Per questo vino devo aprire una parentesi: non posso negare di essere un po’ di parte, dato che questa prima riserva di casa Ciolfi è il frutto di una serie di assaggi e confronti ai quali ho partecipato in prima persona confrontandomi con Luciano. Due botti delle stesse dimensioni (10 hl), stessa casa produttrice, stesso anno di acquisto, ma all’interno un’annata 2006 con caratteristiche diverse. Luciano voleva fare la sua prima riserva perché sapeva che la 2006 era l’annata giusta, ma era indeciso su cosa fare con queste due botti. Così un giorno ci siamo riuniti con il suo enologo Claudio Gori e con Silvana Biasutti, ottima conoscitrice del territorio ilcinese e madre delle sorelle Padovani dell’azienda Campi di Fonterenza. Luciano aveva preparato cinque diversi campioni “alla cieca”, in due calici c’era il 100% di vino proveniente da ciascuna botte, in uno c’era 70% di una e 30% dell’altra, nell’altro esattamente il contrario, nell’ultimo infine il 50% di ciascuna. Da questa degustazione doveva uscire fuori il Bramante Riserva 2006. Ebbene, all’unanimità è stata confermata la soluzione 100% di una delle due botti, quella che sin dall’inizio mi aveva fatto emozionare.
Perdonatemi, quindi, se provo una punta d’orgoglio per questo autentico Brunello di razza, certamente il migliore prodotto da Luciano fino ad oggi. Rubino-granato intenso e luminoso, finestra su un drappello di profumi raffinati e coinvolgenti, fiori appassiti, alloro, resina, menta, humus, fogliame, vaghi ma promettenti richiami al goudron, terra e carne, liquirizia e tante altre sfumature in progressione.
L’assaggio è speculare, ampio e profondo, ricco di materia fruttata e spezie che si mescolano offrendo una trama davvero raffinata e invitante, balsamico e delicatamente pepato il finale quasi interminabile.
La chiosa
Sono passati 14 anni da quando Luciano ha preso le redini dell’attività di famiglia, ha dovuto lavorare a fondo per rimodellare le vigne seguendo un percorso che puntasse alla massima qualità possibile; con l’aiuto dell’agronomo Massimo Achilli e dell’enologo Claudio Gori, è riuscito in poche vendemmie a realizzare un Rosso e un Brunello di grande carattere. Ho voluto effettuare questa verticale con l’intento di fornire ai lettori un quadro il più possibile chiaro e completo delle potenzialità di questo Brunello, esperienza che ha confermato la mia convinzione che Sanlorenzo, appena all’inizio del suo cammino, sia già una delle migliori realtà vitivinicole ilcinesi degli ultimi anni.
PODERE SANLORENZO
Podere Sanlorenzo, 280 – 53024 Montalcino (SI)
Tel. e Fax +39 0577 832965
info@poderesanlorenzo.net
www.poderesanlorenzo.net
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