di Carlo Macchi
Questa storia inizia diversi anni fa. Correva l’anno 1991 e l’allora Arcigola (ora Slow Food) fece il suo primo stand a Vinitaly. In quei pochi metri quadri ci fu per cinque giorni un viavai incredibile di persone, un intrecciarsi di storie che meriterebbero un libro.
Io c’ero: ero uno di quelli che ci lavorava e assieme a me c’era un giovane di Palazzolo sull’Oglio, che per cinque giorni aveva praticamente chiuso il suo locale per venire a dare una mano. Quel giovane si chiamava Maurizio Rossi e il suo locale, che in realtà era quello di famiglia, era l’Osteria della Villetta. Mi piacque subito il suo modo semplice e diretto di porsi, la sua semplicità nel gestire le cose, la sua quasi instancabile voglia di fare.
Il passo successivo fu naturalmente andare da lui a mangiare e fu un’esperienza indimenticabile : cucina casalinga di quella seria, materie prime di livello, grandi sapori, vini giusti e un locale che sembrava fatto apposta per sedersi a parlare con gli amici mangiando qualcosa e dimenticando tutti i problemi.
Negli anni successivi tornai molte volte all’Osteria della Villetta trovando sempre lo stesso clima e i soliti grandi piatti che non passano mai di moda. Andarci durante Vinitaly era un punto fermo, una di quelle serate a cui non potevi mancare perché sapevi che avresti mangiato benissimo, anche durante un periodo di fiera.
Poi col tempo, piano piano, ho smesso di andare a Vinitaly, le volte che sono passato in zona era durante i giorni di chiusura, insomma ho un po’ perso di vista Maurizio e l’Osteria, ma seguivo da lontano la sua fama che cresceva grazie al rimanere fedele a se stessi e alla propria cucina.
Parafrasando Mia Martini, la Villetta era “Un luogo, sai, che non ruota mai… /Un sole/Che non splende per me soltanto/Come un diamante in mezzo al cuore.”
Veniamo ad oggi: un ventina di giorni fa ero in Franciacorta è decido di andare con la squadra di Winesurf a cena alla Villetta. Ero quasi emozionato perché mi restano ormai poche certezze gastronomiche (e non solo) e la paura che la cena fosse una delusione mi metteva una certa ansia.
Entriamo e mi ritrovo… a casa! La Villetta mi accoglie con i suoi grandi tavoli, le sue robuste e comode sedie, le vetrine, gli armadi, addirittura con gli attaccapanni che ti fanno sentire a tuo agio. Non siamo per niente in un locale “vecchio” ma in un ristorante dove si tiene conto con saggezza del tempo che passa.
Se il mobilio e l’apparecchiatura sembrano trattarti come un vecchio amico, la gentilezza e l’arte di Maurizio, (sempre lo stesso ma con il girovita-per fortuna-leggermente allargato, perché come diceva un caro amico la vita bisogna anche allargarla oltre che allungarla) chiude il cerchio e, ancora prima di sederti, sai che le prossime due-tre ore saranno molto piacevoli.
Alla Villetta ci sono alcuni piatti che non possono non essere provati: tra gli antipasti la lingua di vitello con giardiniera oppure il pesce di lago in carpione, tra i primi la trippa in brodo e tra i secondi il tris di polpetta, involtino di verza e guanciale di manzo con salsa verde. Questo polittico gastronomico potrebbe fare paura agli stomaci deboli, ma non è per niente pesante perché alla Villetta si cucinano con attenzione e consolidata maestria piatti importanti della tradizione bresciana.
A proposito di Brescia, potete provare il manzo all’olio, anche se io, amando i piatti hard , vi consiglio le frattaglie di vitello o lo stoccafisso in umido con polenta. Tra i primi da non perdere l’orzo con salsiccia e la zuppa di lenticchie.
Ma fermiamoci un attimo, perché alla Villetta è bello anche guardarsi attorno e farsi attrarre dai quadri e dalle foto appese alle pareti. Qui si trova di tutto, da interessanti opere d’arte a ritratti o storie del passato e tutte valgono la pena di essere osservate con attenzione.
La peperonata (con i peperoni sbucciati!) invece non va solo osservata ma mangiata con gusto, come la crostata con marmellata di mirtilli per chiudere in gloria.
Per innaffiare questi piatti Maurizio propone una carta che parte dal territorio (tantissimi Franciacorta!) e spazia un po’ ovunque con scelte mai scontate.
Scontato in tutti i sensi sarà il piccolo prezzo che pagherete per godere di tutto questo Dall’antipasto al dolce nemmeno 50 euro, con due piatti (e che piatti) ed un buon vino non supererete i 35-40.
Uscendo ero felice di aver ritrovato non solo un vecchio amico come Maurizio, ma un locale dove si mangia bene, anzi meglio di 25 anni fa. Insomma “Osteria della Villetta, almeno tu nell’universo!”
Osteria della Villetta
Via Guglielmo Marconi, 104, Palazzolo sull’Oglio (BS)
Telefono: 030 740 1899
giorni di chiusura: Domenica e Lunedì tutto il giorno. Martedì e Mercoledì sera.
www.osteriadellavilletta.it
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