“Buono questo succo di mela! Accidenti, era tanto che non mi capitava di berne uno così”. Tutto ha avuto inizio un paio di mesi fa, quando ho acquistato una bottiglia di succo di mela presso l’azienda agricola biologica Montecampana, situata a pochi chilometri da Nazzano Romano, dove mi rifornisco regolarmente dei suoi prodotti ortofrutticoli e alimentari e di altre aziende bio del Lazio. Un giorno mi casca l’occhio su quella bottiglia e leggo “Podere Fontecornino – Biologico in Toscana dal 1992“.
Niente di strano, fino a che non ho scoperto che l’azienda è di proprietà di Michael Gschleier, padre e figlio altoatesini. Il mio cervello, non così reattivo come un tempo, riesce ad attivare quei pochi neuroni che ancora sono capaci di mettere insieme qualche informazione e tac! Mi torna alla mente Chiara Barioffi, la brava produttrice vitivinicola dell’azienda Le Casalte a Montepulciano. Perché? Semplice: fu proprio lei a mostrarmi a vista un terreno sottostante pieno di meli e a raccontarmi di un altoatesino che da oltre vent’anni si è trasferito in Toscana per produrre mele biologiche. Non poteva essere una coincidenza, quanti produttori di mele altoatesini ci possono essere a Montepulciano? Uno.
Bene, visto che il succo di mela mi ha letteralmente stregato, non ho potuto resistere e proprio ieri sono andato a visitare ►Podere Fontecornino. Arrivo alle 9 in punto come da accordi telefonici – ci tengo a fare bella figura – e mi accoglie nel suo studio Michael, mostrandosi disponibile e anche incuriosito della mia visita. Mi racconta di Martin, suo padre, che già in Alto Adige produceva mele ed altri frutti; nel 1992 “scende” in Toscana dove scopre una zona che secondo lui sarebbe adatta a produrre frutta biologica. C’è molto da lavorare, però, a partire dal terreno, l’azienda convenzionale da cui lo ha acquistato lo ha lasciato in condizioni di stress, invaso dalla gramigna, compresso dai troppi passaggi di trattori, privato dei minerali e dei microelementi fondamentali per consentire alle piante da frutto di trovare il giusto nutrimento.
Inizia la conversione, sono ben 11 ettari: dissodamento, inerbimento con erba medica e trifoglio, concime organico. Le piante arrivano da fornitori veneti conosciuti da tempo, hanno mediamente poco più di due anni. Nel 1995 arriva il figlio Michael e il lavoro continua alacremente, inizialmente si producono diverse varietà di frutta, mele, kiwi, ciliegie (Chiara mi racconta che erano semplicemente strepitose); poi per ragioni organizzative, produttive e commerciali, preferiscono puntare sulle mele, di cui hanno esperienza fin dagli anni ’70, una dozzina di varietà: Gala, Gold Rush, Braeburn, Jonagold, Topaz, Stayman, Delorina, Fuji, Pilot, Pinova, Granny Smith e Summerred. Le mele vengono vendute fresche, oppure essiccate e sotto forma di succo puro. Una parte viene utilizzata per produrre il Sidro frizzante e l’aceto, che però vengono lavorati e confezionati da una ditta altoatesina.
Quando Martin ha deciso di acquistare questo terreno, sapeva che sotto di esso ci sono numerose sorgenti dalle quali sgorga un’acqua cristallina; ebbene questa è stata di recente convogliata in un bacino che si trova a ridosso del frutteto, utilissimo come fonte naturale per dare acqua alle piante e al terreno in caso di bisogno. Inoltre un impianto fotovoltaico fornisce all’azienda quasi tutta l’energia di cui ha bisogno. Nel 2004 sono stati installati gli impianti necessari alla cernita delle mele e alla loro successiva trasformazione in succo di mela e aceto di mele.
La produzione punta alle 35 tonnellate di mele per ettaro, che verranno raggiunte quando tutte le piante saranno arrivate a piena maturità. Michael mi racconta che nei primi anni avevano difficoltà a conferire le mele bio alle cooperative dell’Alto Adige Adige, che non credevano che in Toscana si potesse produrre mele di qualità paragonabile alle loro. Solamente quando iniziarono a fornire direttamente clienti nelle regioni del centro Italia, scoprirono quanti consumatori preferivano la qualità delle loro mele a quelle che erano abituati a trovare nei supermercati: “Generalmente le nostre mele sono più dolci e più dure, perché concimiamo e annaffiamo meno oltre al fatto che in Toscana le giornate di sole in estate sono molte di più che nel Nord”, riferisce Michael.
Il succo di mela è per me uno dei più buoni che ricordi in tutta la mia vita, e in Alto Adige ne ho fatto spesso grandi scorpacciate, visto che è un prodotto tipico – infatti ci sono molti piccoli produttori di succo di mela nell’area intorno a Bolzano, ma questo è forse il mio preferito in assoluto. Con Michael ho potuto vedere i macchinari e il processo di lavorazione e cernita, il succo che si ricava dalle mele (per farne un litro ci vuole circa 1,6 kg di mele) non viene filtrato in alcun modo, ma ci sono macchine apposite che lo lavorano in modo da ridurre sempre di più il diametro delle particelle in sospensione, in questo modo il liquido non perde alcuna delle sue proprietà organolettiche e mantiene una buona trasparenza. La formazione di un leggero residuo sul fondo della bottiglia è del tutto normale, ma io vi consiglio di agitarla perché quel residuo fornisce sapore e complessità alla bevanda.
La forza di questo prodotto sta nello straordinario equilibrio fra dolcezza e acidità, grazie alla selezione delle varietà utilizzate, che consente di dare un succo nutriente, mele bio 100% senza aggiunta di altro, che lascia la bocca fresca, molto persistente e dissetante, da provare assolutamente!
Podere Fontecornino
Via Fontecornino 2 – S. Albino – 53045 Montepulciano (SI)
Tel./Fax +39 0578 798279
Email: podere@fontecornino.it
Sito internet: www.fontecornino.it
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