di Carlo Macchi
Sento già le urla di Luciano Pignataro. “Una pizza napoletana buona in mezzo al Chianti tra cipressi e vigne di Sangiovese???? Ma quando mai!!! Anatema!! Aglio, fravaglio, fattura cà nun quaglia, corne e bicorne, cap’alice e capa d’aglio.”
Cercherò quindi di tranquillizzare per primo il pizzologo Luciano e con lui tutti quelli che avranno storto il naso al solo pensare che una buona pizza si possa mangiare tra i cinghiali e i vigneti chiantigiani.
Vi giuro che non ci credevo nemmeno io e solo dopo che Alessandro Bosticco e Gianpaolo Giacomelli me ne avevano tessuto le lodi mi sono avventurato, con tanto di moglie (esigentissima), per una “prova su strada”.
Prima di andare avanti vediamo di capire di cosa stiamo parlando. Chi scrive non è proprio digiuno della buona pizza napoletana, intesa non come insieme di ingredienti ma come procedura di lavorazione. Doppia lievitazione dell’impasto per quasi due giorni, forno a legna diretto e come risultato una pizza soffice col cornicione alto, che in realtà potrebbe anche essere ripiegata a metà o in quattro e poi mangiata per strada.
Ogni tanto mi tocca pure mangiare quelle cose chiamate pizze, sottili, croccanti, magari neanche cattive ma sicuramente lontane dalla vera pizza napoletana quanto lo sono io dal titolo di Mister Universo.
Se su questo siamo d’accordo arriviamo al secondo step (anglofono che parla di pizza..il massimo) e cioè al risultato finale, in cui entrano la maestria del pizzaiolo e ovviamente le materie prime.
Detto questo cerchiamo di inquadrare la situazione. Siamo nel cuore del cuore del Chianti Classico, in un paesino meraviglioso arroccato su una collina a oltre 400 metri d’altezza. Da lassù si gode di un panorama incredibile da qualsiasi parte uno butti l’occhio.
Non per niente il ristorante ha una terrazza estiva dove solo la vista vale il prezzo della pizza (e forse anche di una cena di pesce). Ma non di solo pizza vive l’uomo ed in particolare questo locale si presenta specializzato sia sul pesce sia su piatti di tradizione chiantigiana. Anche la sala non si presenta proprio come la classica pizzeria: tavoli, sedie e apparecchiatura, pur avendo uno stile minimalista si allontanano molto dallo stile “semplice” (sono buono..) di tante pizzerie e ristoranti chiantigiani e non.
Ma quello che fa immaginare la pizza è uno dei loro cavalli di battaglia è il forno a legna e lo spazio per il pizzaiolo. Questi sono entrando a destra e dominano la sala. Lì è il regno di Giovanni, che assieme a Luigi hanno aperto nel 2006 questo locale dopo una quindicina d’anni di esperienze varie.
E le esperienze hanno fatto bene anche dal punto di vista estetico, perché la sala è abbellita da quadri di buon valore, che vengono esposti a rotazione da vari artisti.
Ma voi vorreste che parlassi della pizza…ancora un momento per accennare ad una carta dei vini di discreto livello che è sicuramente più fornita di quella delle birre.
Ma veniamo alla pizza: la prova non può che essere fatta con la margherita: ordiniamo e in pochi minuti (tutte e due le volte che ci sono stato) ecco arrivare due pizze di formato abbondante, con il cornicione alto ma soffice, grazie ad una pasta veramente gustosa e (dopo) molto digeribile, il che vuol dire che è lievitata a puntino. Buone le materie prime, cottura perfetta e grande soddisfazione finale anche per il prezzo che (siamo in Chianti!) non supera i 10-12 euro per pizza e birra.
A questo punto Luciano Pignataro inizierà nuovamente ad ululare ma mi voglio rovinare! Lo invito ufficialmente a mangiare la pizza al Palazzo Pretorio e se non esce soddisfatto sono pronto a mangiarmi il cappello (di prete, ovviamente!).
Ristorante Pizzeria Palazzo Pretorio
Via del Giglio 26, San Donato in Poggio (FI)
Tel. 055 8072928
mail: palazzopretorio@virgilio.it
Pagina Facebook: Ristorante Pizzeria Palazzo Pretorio
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