I miei suoceri hanno una casa al Cinquale, un paesino in Versilia. Nelle giornate terse, guardando dal mare verso le montagne si nota una montagna con un puntino azzurro: si tratta del Monte Forato. Quando ho chiesto informazioni agli amici dell’ombrellone accanto, che abitano stabilmente a Montignoso, mi hanno risposto che sono stati loro a tracciare il sentiero che parte da Stazzema, aggiungendo, “Ci vorranno tre ore.”
Mi sono procurato una cartina topografica e gli scarponi, e una mattina mi sono avviato. Venendo da più lontano, conviene prendere l’A 12 (Genova Collesalvetti) e uscire a Versilia, e poi seguire la strada per Stazzema che s’inoltra nelle montagne; magari fermandosi ad un alimentari per dell’acqua ed un pranzo a sacco.
Si può arrivare direttamente a Stazzema (439 M SLM) e così ho fatto, passando Santa Maria Assunta, una bella chiesa romanica costruita dove la leggenda vuole sia comparsa la Madonna (con fondamenta del IX secolo ed un rosone del XIII secolo), per poi parcheggiare in piazza. Il paese è piacevole, con diverse case settecentesche, e un campanile con lo stemma mediceo del 1738, ma col senno di poi arrivare fin lì e stato un errore, perchè uscendo dal paese si affronta una salita piuttosto ripida che riporta alla strada da cui parte il sentiero.
Pertanto vi consiglio di svoltare a destra ad uno dei tornanti sotto Stazzema, seguendo l’indicazione per Casa Giorgini, una casa (adesso agriturismo) costruita da un ammiraglio in pensione che voleva godersi vedute dei monti e del mare.
Parcheggiate dove la strada diventa sterrata, allo sbocco del sentiero CAI numero 6 (contrassegnato dalle tipiche strisce bianche e rosse usate dal CAI per indicare i sentieri). Questo sentiero segue una vecchia mulattiera che porta a Fornocalasco, paese della Garfagnana, ed è di conseguenza in parte pavimentata, con scalini nei punti più ripidi, e sebbene si salga ininterrottamente si cammina bene, anche perchè al mattino il sentiero è quasi tutto all’ombra delle montagne.
All’inizio si attraversano boschi, ma dopo circa 45 minuti si raggiunge Casa Giorgini (735 M SLM) e si comincia a scorgere le montagne (Pania e Corchia) dall’altra parte della valle. Pochi passi ancora e la roccia sotto i piedi cambia da nera a bianca: adesso si cammina sulle rocce calcaree che formano la spina dorsale delle Apuane, dando vita sia alle cave che — dove l’acqua penetra e discioglie — alle bellissime e rinomate grotte Apuane.
Altri panorami mozzafiato, un sorgente con acqua gelida, e si continua a salire; rimanete sul sentiero 6 fino al passo, Foce di Petrosciana (960 M SLM), da cui vedrete tutta la Garfagnana.
A questo punto avrete camminato circa 2 ore, e sarete a 2/3 del percorso. Nel punto preciso del passo vedrete, alla vostra sinistra, il sentiero 110 che risale la roccia. I primi 3-400 metri sono ripidi, tanto da reggersi in alcuni punti anche con le mani (se avete la mia limitata abilita’) e c’è anche una fune a cui attaccarsi in un punto, ma poi la pendenza si addolcisce ed il sentiero entra nuovamente nel bosco. Dopo quasi un’ora vi troverete davanti una parete di roccia. Guardate meglio, e vi renderete conto che si tratta di un enorme arco.
Il sentiero passa dietro all’arco, dove ho trovato tanta gente, compreso un gruppo di scout, che si godevano il paesaggio e pranzavano.
Ho pranzato un pochino sopra l’arco (a circa 1200 M SLM). Paesaggio bellissimo.
(Una breve parentesi: L’arco e’ imponente, con un diametro apparente di una cinquantina di metri, e sebbene sia attraversabile ho preferito semplicemente ammirarlo. La leggenda vuole che la montagna sia stata trafitta nel corso di uno scontro tra diavoli ed eremiti, o forse tra diavoli e la Madonna. Guardando l’arco, la leggenda non sembra poi tanto impossibile.)
La discesa dura quanto la salita, circa 3 ore e mezza, ed e’ molto più calda perchè il sole batte sul sentiero.
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