di Carlo Macchi
Con questo articolo “garantito IGP” fa un passo avanti. Infatti con il resoconto di questo evento gli IGP ampliano la collaborazione “Tutti per uno, uno per cinque” che per adesso riguarderà anche alcune manifestazioni selezionate dove sarà presente uno solo dei cinque “Giovani Promettenti”. L’articolo dell’IGP di turno sarà pubblicato contemporaneamente su tutti e cinque i siti.
Un mondo da cartolina fa sempre bene all’occhio, specie se al naso ed alla bocca ci stanno pensando qualche centinaia di Traminer . Questo (in brevissima sintesi) potrebbe essere il sunto del Simposio internazionale del Gewurztraminer che si è svolto a Bolzano mercoledì 1 e giovedì 2 giugno. La manifestazione era all’interno di un programma più vasto, Il Festival del Gusto dell’ Alto Adige 2011 (dal 2 al 5 giugno) organizzato con un programma veramente fitto di eventi.
Ma veniamo al nostro Gewurztraminer (GW per gli amici), che giustamente la cittadina di Termeno, Tramin in tedesco, rivendica come proprio figlio. Siamo di fronte quindi, più che ad un vitigno autoctono, ad un vero e proprio “figliol prodigo” che molte centinaia d’anni fa lasciò la sua terra per poi ritornarci e ristabilirsi qui per la gioia di tutti. Gioia dei produttori altoatesini che su questo vitigno ci stanno puntando molto (con quasi 600 ettari copre oltre il 10% di tutta la superficie vitata, è la seconda varietà bianca della regione ed è in continua crescita), gioia dei consumatori soprattutto italiani che questo vino sembrano apprezzare moltissimo, tanto che in Alto Adige viene chiamato “il vino per gli italiani”.
Questo “vino per gli italiani” è, come accennato in precedenza, in realtà un vitigno coltivato in molte parti del mondo e il merito del simposio è stato soprattutto quello di mostrare come, a seconda del luogo e dei sistemi di coltivazione, il Gewurztraminer cambi pelle. Nell’arco di due giorni abbiamo potuto assaggiare, oltre all’intera produzione locale, moltissimi GW prodotti in quasi tutto il mondo enologico: alsaziani, neozelandesi, sloveni, svizzeri, austriaci, canadesi, tedeschi,statunitensi.
Da questo confronto ho tratto la conclusione sopra accennata, che potrebbe essere considerata ovvia ma credo non lo sia. Se uno vuole un GW altoatesino deve prendere proprio quello e non uno proveniente da altri paesi. Infatti questo vitigno ha caratteristiche particolari che si possono trovare solo in questa terra. Prendiamo i profumi: sembra facile dire che un GW profuma di fiori, spezie e frutti tropicali, ma l’intensità aromatica di quelli prodotti in Alto Adige è indubbiamente più spiccata di vini prodotti in zone molto lontane da noi con temperature medie più calde. Magari avranno meno profondità rispetto a prodotti tedeschi e austriaci, forse meno freschezza ma sicuramente più corpo e pienezza con lo stesso residuo zuccherino. Il discorso del residuo zuccherino è importante: la stragrande maggioranza dei GW altoatesini si piazza nella fascia tra 6-7 e 10-11 grammi. Una piccola fetta si posiziona su tenori zuccherini molto più alti ma difficilmente ne troveremo di secchi o quasi. Questo perché il Gewurztraminer, in Alto Adige, prende tonalità abbastanza amarotiche che hanno bisogno di zuccheri residui per farle divenire piacevoli ed armoniche. Questo succede meno in altre parti del globo enologico.
Insomma: dopo questo simposio credo si possa affermare che il Gewurztraminer altoatesino non è uno dei tanti , magari intercambiabili GW del mondo, ma ha caratteristiche specifiche e particolari diverse dai cugini esteri o addirittura italiani. Queste caratteristiche che possono condensarsi in parole come, grande aromaticità, bevibilità, equilibrio ed enorme piacevolezza non contemplano (in linea generale) il termine “possibilità di lungo invecchiamento”. Questo carattere lo abbiamo purtroppo dedotto in una delle degustazioni organizzate che prevedeva GW dell’ultima e di vecchie annate della stessa cantina. A parte poche notevoli eccezioni la regola era che il Gewurztraminer invecchiato era realmente…. “invecchiato” e non maturato. Il più delle volte non sviluppava terziari o complessità gustative ma si limitava a “rimpicciolire” in bocca ed anche nei profumi. Diciamo che il limite medio attuale di durata un Gewurztraminer altoatesino è tra i tre ed i sei anni.
Parlavo all’inizio del mondo da cartolina: questa volta forse più di altre ho capito quanto i panorami meravigliosi dell’Alto Adige servano ai vini locali visto che quasi il 50% del prodotto si compra e si consuma sul territorio. Ciò lo si deve soprattutto al grande appeal turistico di queste montagne, che riescono ad attirare persone da tutto il mondo.
Ed è proprio confrontandosi con tutto il mondo che i vini altoatesini possono crescere e migliorare: è proprio ponendosi davanti a vini diversi che i produttori possono capire cosa fare per crescere. Per questo plaudo all’idea di questo simposio, sia per la stampa che qui ha modo di farsi veramente un’idea sullo stato dell’arte, sia per i produttori che possono avere spunti molto interessanti per il futuro.
Un futuro che dovrebbe permettere alla tipologia Gewurztraminer Alto Adige di conquistare il mercato estero, oggi quasi inesistente visto chela vendita è praticamente divisa tra “vendita diretta” e nell’ italico stivale.
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