di Carlo Macchi
Sarebbe un po’ come se la migliore pizza italiana la facessero a Orgosolo o a Pinerolo. Niente contro queste due cittadine, che però non possono vantare quel tipo di tradizione gastronomica.
E Bolzano allora? Dal punto di vista gastronomico in cosa può essere famosa? Per lo stinco di maiale al forno, per lo Schüttelbrot, per qualche buon vino prodotto nel suo comune.
Ma se vi dicessi che il miglior gelato che abbia mai mangiato in vita mia viene fatto a Bolzano come la prendereste? Eppure è stra-stra-stravero e l’unico modo di prenderla è andare ad assaggiarlo.
Proprio in questi giorni in cui tutti andranno a Vinitaly e qualcuno arriverà sino a Bolzano per le solite manifestazioni parallele, il consiglio è fare un salto in Corso della Libertà 44 e godere del gelato di Paolo Coletto. Attenzione però: non chiamatelo gelataio perché rischiereste di beccarvi un cono in fronte, del resto il suo locale non è assolutamente una gelateria ma “L’Officina del Gelo” Avalon.
Infatti per Paolo tutti i cosiddetti gelatai sono da condannare: o perché usano prodotti premiscelati e prepreparati, o perché non stanno attenti alle materie prime, o perché non le sanno lavorare…giratela come vi pare ma basterà assaggiare un suo gelato e capirete la differenza abissale che corre tra lui e il resto del mondo.
Differenze che si percepiscono sin da fuori: Avalon si presenta come un normale negozio di gelati, entrando però l’occhio ti cade su una specie di altarino con la foto di un signore, chiaramente indiano. Pensi ad una stravaganza e vai avanti. Invece stravaganza non è: quel signore è il maestro yoga di Paolo ed ogni gelato (pardon!) , prima di andare sul bancone viene benedetto dal suono di una campana tibetana.
Le campane però le sentirete suonare voi una volta data la prima leccatina.
Sarà perché le materie prime usate, oltre ad essere buone devono risultare anche (usando uno slogan Slow Food) pulite e giuste. Quindi niente banane prodotte utilizzando metodi invasivi (diserbanti gettati dall’aereo sulle piante e sui frutti, cresciuti e maturati in sacchi, etc), le albicocche sono di una razza in via di estinzione prodotta solo in una valle vicina, le fragole, i lamponi, il ribes sono rigorosamente di bosco e raccolti a mano, le uova per la crema (non i contenitori a norma ASL pieni di rossi d’uovo) sono di un contadino amico e non di supermercato, le nocciole sono tonde di Langa DOP, il pistacchio solo di Bronte ipercertificato….. Potrei andare avanti per molto ma credo di avervi reso l’idea.
Sarà anche perché partendo da questi prodotti di assoluto valore Paolo arriva a produzioni che definire spettacolose è poco. La parola più adatta è forse “naturali”. E’ naturale infatti, assaggiando il suo pistacchio (oltre a sdilinquirsi) pensare di avere in bocca dei veri ed ottimi pistacchi: la stessa cosa capita con la nocciola, con la mandorla, con il caffè (solo arabica di coltivazioni particolari) con le varie cioccolate e via cantando.
A questo punto penserete: un gelato deve costare un patrimonio. Sbagliato! Costa poco più di qualsiasi altra gelateria (se mi è concesso il termine..) e, se prendiamo i prezzi delle grandi città, costa sicuramente meno.
Allora, direte sempre voi, come mai non è famoso in tutta Italia e nel mondo? Semplice: Paolo non si è mai proposto e promosso. Ha sempre preferito creare gelati di alta qualità che dessero, in primo luogo, soddisfazione a lui produttore, invece di seguire chimere di aumenti esponenziali di produzione.
Se avete tempo fate due parole con Paolo. E’ un personaggio particolare: vulcanicamente equilibrato, simpaticamente dottrinale. Io l’ho soprannominato da tempo Gelatiere angelico, ispirandomi al grande Romano Levi, definito a suo tempo Veronelli “Grappaiolo angelico”.
Paolo infatti riesce a portarti in paradiso usando solo un cucchiaino di gelato alla crema…se ti sembra poco!
Officina del Gelo Avalon
Corso della Libertà, 44
Bolzano
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