Ottobre 2012_ Franco Pepe ha da poco lasciato la storica pizzeria di famiglia, L’Antica Osteria Pepe in centro a Caiazzo, ai fratelli Massimiliano e Nino, per dedicarsi al suo progetto personale Pepe in Grani, un palazzotto storico in vico S. Giovanni Battista, visitata in anteprima. Una visione sicuramente, per primo coglie un cambiamento nel mondo della pizza, ridettando la linea di come stavano diventando le pizzerie. Un locale multifunzionale, diviso per diverse esigente del cliente. Le sale principali, la sala del gusto, la terrazza Belvedere, Gustarte e Authentica, una sala che viene aperta solo su prenotazione per otto persone e per eventi stampa principalmente. Una visione che lo ha portato a vincere le prime due edizioni di 50 Top Pizza, nel 2017 e nel 2018 in solitaria e nel 2019 ex aequo con i Masanielli di Francesco Martucci.
Una storia indubbiamente di successo, che colpisce anche Brian McGinn regista e produttore statunitense, conosciuto da tutti i gastro appassionati del mondo per aver realizzato, insieme a David Gelb, documentarista anche lui statunitense e realizzatore di Jiro Dreams of Sushi, il programma Chef’s Table per Netflix, come avevo annunciato in anteprima dalle pagina di questo blog, che poi ha portato a Chef’s Table Pizza, pubblicato solo nel 2022, serie che non ha avuto un seguito, probabilmente per degli ascolti non troppo lusinghieri (parlare di pizza ignorando Napoli, New York, San Paolo, Tokyo…) .
In questi anni sono seguite varie aperture, prima il tentativo non riuscito con Princi nel 2014, la collaborazione con Kitaly, prima a Ginevra, poi ad Hong Kong, entrambi terminate. Poi la Filiale a L’Albereta ad Erbusco, Proxima Franco Pepe all’interno del San Barbato Resort a Lavello, e i recenti annunci delle aperture a Capri nel Nettuno Beach Club all’interno del Jumeirah Capri Palace e il Pop un in Sardegna con il 7Pines Resort Sardinia. Aperture in serie, in questi anni, che hanno portato probabilmente a modificare il suo impasto, trovando una quadra comune per i tanti posti in cui è impegnato.
Era qualche tempo che non tornavo a Caiazzo nella casa madre ed ovviamente mi sono venute una serie di considerazioni dopo esserci stato ieri sera.
Cosa mi è piaciuto di Pepe in Grani
Una pizzeria che funziona molto bene, organizzata, con un personale molto gentile e preparato, che prova ad accontentare i clienti, come è successo a noi, con la richiesta di avere il calzone con la scarola riccia, fritto e non al forno, accontentati con il sorriso sulle labbra. Proprio il calzone con la scarola riccia, ed il fritto in generale, sono uno dei punti di forza della pizzeria, anche con i suoi conetti fritti. I prodotti di grande qualità, ottima la ricotta del caseificio Il Casolare nel calzone classico. L’ambiente che riesce a dare discrezione anche con la sala piena.
Cosa non mi è piaciuto di Pepe in Grani
Un sovraprezzo sul servizio del 15%, che rende l’esperienza abbastanza dispendiosa, soprattutto per una famiglia. Quindi i prezzi netti delle pizze vanno considerati sempre con il 15% in più,così poi anche con tutto il resto ovviamente.
L’impasto, che resta sempre buono, però sicuramente meno personale rispetto al passato. Proprio quell’impasto così personale era stato il motivo principale che mi aveva spinto tante volte a frequentare questa pizzeria negli anni passati.
Conclusioni
Per usare un paragone automobilistico, oggi Pepe in Grani somiglia più ad una comoda Mercedes, con tutti i confort ed il suo lusso, che ad una Formula 1 che deve fare il tempo sul giro.
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