di Carlo Bertilaccio e Maurizio Valeriani
Non capita spesso di andare a una presentazione e di trovarsi davanti una leggenda del ciclismo italiano come Francesco Moser e quando capita come lo scorso giovedì l’emozione si fa sentire insieme al piacere di ascoltare il nostro campione raccontare i suoi vini e in particolare gli spumanti che ormai dal lontano 1985 produce con la sua famiglia in Val di Cembra. L’occasione è stata un incontro con la stampa per presentare presso il nuovo ristorante di Alessandro Pipero l’ultimo nato della produzione dell’azienda il Trento doc Nature 2011 accompagnato da una versione rosè del 2012, il primo da uva chardonnay in purezza e il secondo da Pinot Nero. Con Francesco Moser erano presenti i figli Carlo, Ignazio e il nipote Matteo tutti impegnati nelle attività di famiglia e tutti pronti a rispondere con grande competenza e simpatia alle nostre domande. L’incontro pur essendo dedicato ai nuovi prodotti è iniziato con la degustazione del vino bandiera della Azienda quel 51,151 che ricorda in etichetta il fantastico record dell’ora di Francesco Moser del 1984 a Città del Messico e che ben rappresenta da tanti anni lo stile e la sobrietà dell’azienda nell’interpretare il Trento DOC.
Trento DOC Brut 51,151: Circa 30 mesi sui lieviti. da uve chardonnay (90%) e pinot nero (10%): fresco, agrumato e persistente, con sentori di pera e mela e mineralità decisa; il perlage è di buona finezza, ed il finale gioca su ricordi di frutta secca
Successivamente e in abbinamento ai piatti preparati dallo chef Monosilio con la solita cura abbiamo degustato il Nature 2011 e il Rosè 2012.
Trento DOC Brut Nature 2011: 5000 bottiglie, 3 grammi litro di residuo zuccherino, circa 60 mesi sui lieviti;note di fiori bianchi e glicine si uniscono a sentori di mela golden ed anticipano un sorso sapido e fresco, ed un piecevolissimo finale di nocciola;
Trento DOC Extra Brut Rosè 2012: 5000 bottiglie, 40 mesi sui lieviti; semplice, fresco con decisi sentori di lampone e mela cotogna, gioca le sue carte sull’acidità e la facilità di beva.
Nel complesso si è trattato di assaggi piuttosto interessanti che ben rivelano le caratteristiche di questi vini: purezza freschezza e persistenza per una non comune piacevolezza. Tuttavia, come ci ha spiegato Matteo, enologo dell’azienda e nipote di Francesco, questa linea di nuovi prodotti è stata pensata e progettata per indicare il punto d’arrivo futuro del 51,151 in modo da poter offrire un prodotto ancora migliore con l’etichetta a più ampia diffusione dell’azienda. Infine due parole sulla nuova impresa di Alessandro Pipero che ha ospitato la presentazione con la consueta classe in un locale decisamente accogliente giocato sui contrasti di luce e di ambienti distribuiti su più livelli nei quali saranno certamente valorizzate appieno le creazioni di Monosilio e il servizio impeccabile.
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