Il paradigma Francesco Martucci è molto chiaro ed è una lezione per i più giovani. Infatti quello che spesso è difficile capire è che la strada del successo dei grandi si apre, oltre che con la competenza, la bravura e i sacrifici, soprattutto con le scelte. Se tutti fanno una cosa, risalire la corrente vuol dire trovarsi improvvisamente al passo dei tempi, facendo cose antiche si diventa moderni. In fondo, cosa desidera il vero appassionato di pizza? Che sia il pizzaiolo a prepararla. E lui questo fa: ad una ad una, ogni santo giorno, ammacca le pizze per i suoi clienti e gli impegni sono presi solo quando la pizzeria è chiusa.
Semplice no? Si tratta di scelte, certo, tutte legittime: aprire più pizzerie, magari in alberghi di lusso, stare assenti dal proprio locale per partecipare a convegni, investire migliaia di euro in comunicazione, fare le sponsorizzate su Facebook.
Martucci non fa nulla di tutto questo: se andate dai Masanielli lo trovate lì, punto.
Ed è questo che lo ha fatto amare, perché la costruzione del suo personaggio parte dalla pizza, sublime, che ti porta a tavola grazie ad un servizio perfetto. Ecco perché, oltre ai Tre Spicchi del Gambero, Martucci è riuscito quest’anno ad arrivare primo ex aequo nella 50 Top Pizza, realizzando il sogno di ogni pizzaiolo, l’unica guida gastronomica italiana che ha un rimbalzo internazionale in centinaia e centinaia di articoli in tutto il mondo.
Il 2019 è stato anche l’anno della moda degli stellati che entrano nelle pizzerie, un po’ per far parlare, un po’ per complesso di inferiorità di chi fa le pizze e ambisce alla laurea honoris causa senza aver studiato all’Alberghiero. Martucci, come Ciro Oliva, dagli stellati invece ci va a mangiare, in Italia e in tutto il mondo, per capire le tendenze (vegetale, amaro, freschezza) e riportarle nelle sue creazioni. Ecco cosa vuol dire andare in controcorrente: non per evidenziarsi e acchiappare qualche like, ma per costruire un percorso vero, non inventato. Del resto, anche volendo, Francesco Martucci non potrebbe farlo perché, quarantenne, lavora da almeno trent’anni vicino ad un forno a spaccarsi la schiena.
Ha rubato l’arte, fatto sacrifici enormi insieme al bravissimo fratello Sasà.
Tanti pizzaioli fanno le sponsorizzate su Facebook o video lacrimosi, lui non spende un euro in comunicazione: i suoi like sono le pizze che ordinano i clienti, la fila ininterrotta davanti alla sua pizzeria, sul modello di Da Michele e Sorbillo ai Tribunali o di Ciro Salvo a Mergellina. Altri esempi di grande coerenza stilistica e di progetti veri.
Poteva non essere lui l’uomo dell’anno 2019? Francesco Martucci.
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