di Andrea Docimo
Diego Vitagliano e Francesco Martucci.
Due tra i migliori interpreti della new age della pizza in Campania, uno napoletano e l’altro casertano, uniti da una bella amicizia e dalla medesima, sconfinata passione: ammaccare pizze.
Da queste premesse è nato “I Giganti Buoni della Pizza”, evento organizzato per il 23 ottobre 2016 ad ora di pranzo da Dora Sorrentino.
Location? Diego ha ospitato Martucci a Pozzuoli, nella pizzeria che porta il suo nome, arricchito da un benaugurante ed iconico numero 10: adesso aspettiamo il ritorno in terra casertana.
Martucci, però, da sapiente ospitato, non è venuto “con le mani in mano”, come si suol dire. Ha, difatti, portato con sé i prodotti della sua terra, quella di Lavoro, e li ha adoperati per dipingere le sue pizze.
Diego, invece, da ospite affabile, ha utilizzato parte delle materie prime che già figurano nel menù, di origine flegrea.
E la tavola è stata tosto apparecchiata.
Antipasto: Cartoccio Puteolano. L’idea di reinterpretare i fritti tradizionali innestando una matrice ittica è azzardata, ma al contempo molto azzeccata. Convincono.
Eccovi le pizze.
Terra di Lavoro: pomodoro pelato coltivato a Villa Santa Croce, mozzarella di bufala campana Dop de Il Casolare, straccetti di carne di bufalo affumicata, olio extravergine d’oliva De Ruosi di Casanova (Ce).
La mia preferita tra le due di Martucci: vulcanica, nella sua eleganza. Per gaudenti.
Annurchina Puteolana: mele annurche cotte con scalogno e sfumate con la Falanghina, guanciale, fior di latte, formaggio campano tipo grana.
Bello il gioco di consistenze ed ottimo il naso, con il rapido ritmo palatale orchestrato dalla Falanghina.
Masaniello: crema di cece nero prodotto e coltivato a Villa Santa Croce di Piana di Monte Verna, mozzarella di bufala Dop del caseificio Il Casolare di Alvignano, guanciale affumicato di nero casertano, olio extravergine d’oliva Koinè monocultivar di Tonda del Matese.
Intensa, conturbante. Una dark lady.
Marinara Puteolana: pomodorino cannellino, aglio, olio, origano ed alici. Si termina con quella che, probabilmente, è la più armonica tra le pizze di Diego.
I sapori non esplodono come ci si aspetterebbe, ma si rincorrono meravigliosamente, senza sosta. Semplice(mente), bella.
Chiusura dolce con la torta alle noci by Sciardac di Tobia Scamardella ed il liquore al finocchietto prodotto nei Campi Flegrei (così come le birre proposte a tavola).
Concludendo, vorrei porre l’attenzione su un fatto: in un momento in cui è facile assistere a “partnership” nate per mero interesse, amicizie come quella tra Martucci e Vitagliano, basate sul rispetto e sull’arricchimento vicendevole, sono quanto di più genuino possa esservi.
Bravi, sia loro che i collaboratori ed i ragazzi in sala.
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