Piccolo schermo bianco e nero, immaginiamo la voce inconfondibile di Mike Buongiorno che guarda dritto negli occhi l’uomo dal volto duro, della serie “Sta mano po esse fero o po esse piuma…”, chiuso nella sua gabbia di ferro e vetro. E’ teso e concentrato ma gli scappa un sorriso nei micro secondi successivi alla fatidica domanda: “Signor Martucci, lei lascia o raddoppia?” Che domanda del cavolo. Raddoppia!
Questa è la vita di Francesco Martucci patron de I Masanielli n. 1 nell’ultima edizione di 50 TOP PIZZA, una storia in cui a ogni traguardo l’asta da saltare diventa sempre più alta ed è lui stesso ad alzarla. Mai pronto a godersi un traguardo che già se ne prefigge un altro. Complice il suo alter ego Lilia Colonna che, certamente con una visione complessiva più centrata sul lato umano, tipica delle donne, è un pilastro di equilibrio e tempra d’acciaio. Usciti dalla pandemia che ha visto I Masanielli in arresto, come tutti, in un momento di massimo splendore, incanalano le energie irrequiete su nuovi progetti. Nascono altre pizze, si continua incessantemente a lavorare sugli impasti, si perfezionano i dessert e soprattutto si lancia la sfida del primo resort della pizza in Puglia, natura, pace e calda ospitalità.
Oggi I Masanielli a Caserta, complice la necessità di prenotare e il divieto di assembramento è un luogo in cui gustare un’ottima pizza in un ambiente efficiente, sicuro e sereno, senza fare nessuna attesa.
Inimmaginabile che l’adeguamento alle misure di sicurezza potesse migliorare l’aspetto della sala che già prima lasciava lo sguardo addolcirsi nei dettagli delle pareti. Troviamo infatti degli eleganti separatori in vetro e ferro che riprendono il tema della “gabbia”, la struttura che racchiude il banco di lavoro e la cucina offrendola allo sguardo degli ospiti.
Ai Masanielli la tensione al miglioramento è palpabile sempre, soprattutto nell’assaggio delle pizze. In una fase storica in cui sembra che si sia detto ormai tutto sui fondamenti della pizza ecco portare in linea un nuovo lievito, diversificare gli impasti, abbinare più tecniche di cottura.
Il lievito è prodotto appositamente con e per Francesco da un leader di settore. Lo annusiamo, è liquido, dal colore tenue e dalle note fresche di frutta e uva appena pigiata. Nessuna nota aggressiva. Rilascia nella pizza una fragranza riconoscibile dall’aroma delicato ma netto. Sul fronte delle cotture non c’è paura nel tenere in carta capolavori come il Futuro di marinara: tre cotture e tre temperature per l’impasto, al vapore (100 gradi), fritta (180 gradi), al forno (420 gradi).
Entrano in scena impasti diversi, con semi, a supportare farciture che diventano sempre più complesse come nell’Inumana: baccalà mantecato nel latte Nobile su bieta passata nel burro di Normandia, zeste di limone, croccante di cipolle.
La terra di Puglia fa sentire sempre più il suo peso ispirante con la nuova creazione Vieni a ballare in Puglia: fonduta di canestrato e caciocavallo, cicoria, pomodori confit, fior di latte e croccante di cipolla.
Oggi le pizze di Francesco Martucci rappresentano un vero e proprio riconoscibile stile sia nell’impasto che nel metodo di composizione delle farciture. Svelano sempre un pensiero al quale tecnica e disciplina si piegano per giungere a un prodotto complesso e con un delta tra perfezione e realtà tra i più piccoli osservati nel settore pizza, che per sua natura nei topping è più tendente ad essere spannometrico.
A chiudere dei dessert perfezionati, curati, piacevoli alla vista e soprattutto autentici al gusto.
Un successo, quello dei Masanielli che deve la sua origine nell’attitudine tipica di chi non è stato cullato dalla società mammona e accudente, di chi ha fatto del pragmatismo strumento di sopravvivenza. Francesco Martucci incarna i valori della competitività, dell’abilità individuale e del desiderio di successo, uniti alla fiducia in se stesso e in Lilia, con una grande capacità di rimboccarsi sempre le maniche a cui si aggiunge una dose di narcisa e meritata vanità.
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