La stagione del pomodoro è alle battute finali e la qualità si conferma eccellente proprio grazie al caldo di cui tutti si lamentano da quasi due mesi. La raccolta è partita subito bene e le aziende sono alle battute finali. «Per fortuna in Campania non abbiamo avuto problemi di approvvigionamento idrici – conferma Francesco Franzese, amministratore de La Fiammante – mentre in Puglia la diga di Occhito ormai è purtroppo agli sgoccioli e prevedo un calo proprio nel finale. Il pomodoro ha bisogno di sole ma anche di acqua».
Franzese, 45 anni, terza generazione al timone dell’azienda di famiglia fondata dal nonno a Ponticelli, è l’esempio di come sia cambiato l’approccio a questo settore negli ultimi anni. La storia dell’azienda risale agli anni ‘50, ma è alla fine degli anni ‘70 che il marchio viene rilevato da Don Luigi Franzese. In ragione della crescita dell’azienda e dell’evoluzione repentina della periferia napoletana, lo stabilimento di lavorazione viene trasferito da Ponticelli a Buccino, in provincia di Salerno, alle porte del Cilento. Negli anni, La Fiammante diviene il marchio di punta dell’azienda ICAB – Industria Conserve Alimentari Buccino, che vanta anche marchi storici come La Paesana (F.lli PAUDICE) e La Reale, fortemente rappresentativi della storia conserviera del Sud. Quedsto in un contesto in cui la Campania ha ripreso la leadership della qualità grazie al terreno vulcanico e alle condizioni pedoclimatiche. Basti pensare che in Terra di Lavoro da poche centinaia di ettari si è passati a 7mila, segno che il prodotto cammina e riesce a dare reddito. Oggi lo stabilimento di 22mila metri quadrati arriva a toccare i 50 milioni di fatturato passando da una produzione di 400mila a 750mila quintali di prodotto. L’obiettivo è produrre un milione di quintali nel 2025 con un investimento di circa 8 milioni finanziato da Invitalia.
Franzese ha impostato il lavoro dando valore al brand di fsmiglia con alcune mosse capaci di rispondere alle sensibilità moderne dei consumatori. Per esempio nel 2023 ha siglato un impegno ventennale per la costituzione a Buccino della prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) in Italia all’interno dell’Asi; l’area industriale di Buccino è alimentata da impianti fotovoltaici per una potenza totale di 1,6 MW di energia rinnovabile, che produrranno circa 1.250 MWh per 20 anni, con un risparmio di 807mila kg di CO2 all’anno: «La CER di Buccino, infatti, consentirà la condivisione dell’energia prodotta in eccedenza tra tutti gli aderenti, aziende, istituzioni pubbliche e privati cittadini. In particolare, – spiega Franzese – La Fiammante è già autosufficiente per il 60% del proprio fabbisogno grazie agli impianti fotovoltaici, coprirà una superficie di 22.000mq per 1800 KW/h, disponibili ad essere condivisi durante i mesi invernali con tutta la comunità. Un unicum italiano».
Grande attenzione anche alla lotta al caporalato con la sottoscrizione di patti etici con le Op che raccolgono il pomodoro. E poi la tracciabilità del prodotto certificata da un ente terzo che garantisce i consumatori, la polemica contro le aste al ribasso della Gdo, il sostegno alle associazioni di volontariato nelle aree difficili. Insomma la Fiammante ha premuto sull’acceleratore sfruttando il momento favorevole: «La crescita è dovuta nel mondo Horeca quasi esclusivamente ai pizzaioli. In Italia e all’estero dove c’è stato un vero e proprio cambio di passo. Fuori dal nostro paese – spiega Franzese – i pizzaioli sono orgogliosi di esibire e usare il prodotto italiano e questo ha fatto la differenza facendo anche crescere un po’ i prezzi, che proprio nell’ultimo periodo registrano una correzione al ribasso del 10-12 per cento».
Un cruccio c’è: «Non capisco perché la ristorazione d’autore d’elite ha tolto il pomodoro dal menu, eppure è un simbolo della dieta mediterranea». Ma anche del made in Italy: basti pensare che ai 60 dipendenti fissi dell’azienda si arriva a circa 600 durante la lavorazione del pomodoro con il coinvolgimento di circa mille produttori agricoli.
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