di Monica Bianciardi
Una storia che parte dal’ 800 con le generazioni precedenti, quando il bisnonno di Stefano Billi, Giulio Batistoni, mezzadro dei conti Della Gherardesca, lavorava i vigneti di Zizzolo e lavorava già questi terreni Guarda Boschi, nella zona bolgherese. Fornacelle è un azienda di origine rurale con una famiglia di agricoltori, depositaria di una memoria contadina, legata in modo simbiotico con la terra. Un legame che asseconda le caratteristiche pedo climatiche, senza bisogno di stravolgere o forzarne la vera natura e potenzialità seguendo ed ascoltando i ritmi di ciò che la terra produce secondo i naturali ritmi stagionali. .
Nel 1945, grazie alla prima riforma agraria a Giulio venne data la possibilità di riscattare il Vigneto di Zizzolo e divenirne il proprietario, erano 1,6 ettari. Oggi la proprietà dell’azienda Fornacelle appartiene a Stefano Billi insieme alla moglie Silvia Menicagli.
Il nostro compito è osservare, capire, assecondare, affinché la nostra energia si fondi e si amplifichi con quella del vigneto.» dice Stefano Billi.
La tenuta ha quindici ettari in totale di cui 8,5 di vigneto, seguiti dall’enologo Fabrizio Moltard. I vitigni coltivati sono quelli tipici del Bolgherese e di tutta la costa toscana a cui si aggiunge una produzione di varietà a bacca bianca di Vermentino, Semillon e un a piccola percentuale di Fiano. Il fiore all’occhiello aziendale è il Cabernet Franc, Foglio 38, vinificato ed imbottigliato in purezza fin dall’inizio, i terreni di scarsa fertilità ma con buona riserva idrica, sono costituiti da sedimenti marini con formazioni di Flysch ed una alternanza di sassi e sabbia. Il clima ventilato ed escursioni termiche hanno contribuito a svelare una personalità spiccata del vitigno che si è distinta dalle altre per freschezza ed una timbratura più elegante che potente. Ogni vite ha una sua peculiarità e viene trattata distintamente nella potatura, nella selezione dei grappoli, nel diradamento fogliare e in vendemmia, una cura costante degli impianti a cui riservano attenzioni dettagliate. Vini eseguiti in modo non standardizzato che cambiano a seconda dell’ andamento stagionale, seguiti passo dopo passo sia in vigna che in cantina, realizzati con le attenzioni ed una minuzia sartoriale.
“Alcuni vini vengono prodotti soltanto nelle annate eccellenti.” Ci proponiamo di cercare di trovare sempre il giusto equilibrio nelle coltivazioni e nelle produzioni riducendo al massimo gli “interventi esterni”.
Le vinificazioni seguono lo stesso approccio attraverso l’uso di vari recipienti acciaio, cemento e di barriques di rovere francese selezionate, cercando di andare nella direzione più adatta che sappia valorizzarne le proprietà.
“Vogliamo creare vini di territorio che riflettano il carattere del nostro lavoro, identificandoci come azienda. Noi viviamo e lavoriamo in azienda. Vita e vite sono tutt’uno»
Tasting Notes
Nei primi anni del 2000 il disciplinare Doc Bolgheri non prevedeva una tipologia per le vinificazioni in purezza pertanto nelle prime annate il Foglio 38 viene classificato come IGT Toscana.
La verticale aziendale di Fornacelle ripercorre 20 anni del Cabernet Franc “Foglio 38” dal 2004 ad oggi.
2004 Erbacei freschi e frutti rossi ben espressi, toni lievi di spezie, pepe e lavanda. Palato saporito con tannini flessuosi che accompagnano un sorso elegante ben sorretto da una vena di freschezza che dilata il finale.
2005 Malgrado un andamento stagionale con picchi di calore estivi, precipitazioni frequenti hanno donato idratazione ai vigneti. I sentori spaziano dal frutto nero maturo, rosa rossa con evidenti venature del varietale erbaceo, menta, peperone, ginepro, curry. Il palato ha morbide volute date da morbidezza e struttura, in cui la parte tannica si insinua in modo deciso con infusioni di frutto e finale sapido.
2007 Un annata moderata senza picchi estremi di calore. I profumi escono dal calice con sentori raffinati che ricoradano un Bordeaux datato. Ricco di sfaccettature ha fiori e frutti ben delineati su tonalità fresche che si ritrovano anche nel sorso modulato e contrastato, fluisce molto a lungo con incedere aggraziato.
2008 Un clima bizzarro con precipitazioni estreme e lunghi periodi siccitosi in tutta la Toscana, il vino fatica ad esprimersi con note in cui si avvisa la parte speziata, tabacco, curcuma, ginepro ma anche note ossidate iodate che ne coprono il bouquet; il gusto non decolla rimando retratto con finale granuloso.
2009 L’ approccio olfattivo verte su tonalità mature con frutti neri in composta, prugna, torrefazione, ma escono anche erbacei di erbe mediterranee, rosmarino, alloro e resina che ne rinfrescano ed arricchiscono il profilo, palato rotondo e mediamente persistente.
2011 In questo anno il Foglio 38 diviene Bolgheri Superiore. Andamento stagionale piuttosto caldo e asciutto ha portato ad una maturità del frutto con un mix suadente di frutti rossi e neri, erbe aromatiche, foglia di te verde, spezie dolci. In bocca ha morbidezza e spessore, l’avvolgente pienezza è mossa da una vena fresca che ne solleva il sorso, tannini robusti e bella lunghezza.
2012 Primavera con molte precipitazioni piovose e Luglio ed Agosto molto caldi. Polpa e materia con floreali carnosi, in bocca ha reattività ed energia, il frutto infonde gusto ad un sorso spesso e profondo, tessuto tannico serrato e ottima persitenza.
2014 L’andamento climatico fresco e piovoso ha costretto a lavorare molto in vigna ma calibrato l’espressività del vino che mostra un carattere raffinato e floreale. Viole, menta, piccoli frutti di rovo; in bocca disegna un sorso dinamico e vibrante nell’interazione tra acidità e sapore, una tannicità cesellata accompagna un finale sfumato.
2018 La primavera piovosa e l’estate asciutta ha portato ad una maturità fenolica piena e reidratato le uve con piogge fine stagione. Intenso ed esuberante ha potenza aromatica croccante e carnosa. La parte tannica ancora in evoluzione non disturba il sorso, irrorato da polpa e ricchezza di contrasti, chiusura salina.
2019 Una delle migliori annate sia per andamento regolare senza picchi di calore. Intensità di naturale spontaneità, roselline selvatiche, ribes rosso, viole, menta, erbe spontanee, pepe verde, in bocca ha belle vibrazioni, giusta intelaiatura tannica, finale agrumato e leggiadro.
2020 Stagionalità piovosa ma senza particolari picchi di calore. Ampiezza e balsamicità una pregevole espressione di completezza che lo rendono uno dei migliori della batteria. Sorso sostenuto e cremoso con morbide evoluzioni e slanci energici, sviluppo preciso e profondo dal finale incessante.
Dai un'occhiata anche a:
- Sei Pinot Nero italiani da non perdere dall’evento di Vinodabere
- Brunello di Montalcino 2001 docg, Biondi Santi
- Dieci vini da bere con il casatiello
- Libero Taburno Falanghina del Sannio Vendemmia Tardiva Dop 2017 – Azienda Fontanavecchia
- Dominga Cotarella: Terranostra strumento decisivo per l’agricoltura
- Assaggi da Vinitaly: due rosati imperdibili da due regioni molto diverse
- Le due anime vinicole di Poggioargentiera
- Kuris, Il Greco di Tufo Riserva e la Mythic collection di Tenuta Scuotto