
di Raffaele Mosca
Bolgheri si, ma con un’attenzione tutt’altro che scontata alla scorrevolezza e un rapporto qualità-prezzo decisamente insolito per la denominazione con il prezzo medio più alto d’ Italia
E’ la filosofia di Fornacelle, azienda low-profile, di origine mezzadrile, che, tra le altre cose, ha il merito di aver precorso i tempi, puntando sul Cabernet Franc molto prima che diventasse di moda. Foglio 38 è stato tra i primi vini di Bolgheri prodotti da quest’ uva in purezza circa dieci anni fa e oggi, grazie al cambiamento del disciplinare, può fregiarsi della DOC e della menzione superiore; proviene da un singola ai piedi del colle di Castagneto Carducci e, in annata 2019, sprizza freschezza vegetale – ma non verde – che fa il paio con il frutto maturo tipico di Bolgheri e con sfumature tostate e floreali che rendono il quadro molto accattivante. In bocca ha polpa, materia, calore, ma anche grazia ed energia data da acidità ben profilata e ricchi rimandi balsamici. Chiude lungo e vellutato, con la traccia dei legni di affinamento che amplifica il retro-olfatto senza appesantire il sorso.
L’abbiamo provato sulle costine d’abbacchio di Al Ceppo, il ristorante della Roma bene, e non ha fatto una piega. Starebbe anche con una lepre al ginepro o uno spezzatino di cinghiale in umido.
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