Uva: piedirosso, aglianico
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Ormai i vini che mi piacciono sono quelli che bevo con la giusta compagnia. Si, perché il bere si abbina alle persone come al cibo ed è per me importante stappare le bottiglie con persone che le sanno leggere e non rompono i coglioni né con osservazioni stupide ma neanche con quel tecnicismo esasperato tipico degli autodidatti manchevoli di formazione universitaria che incipriano i discorsi con citazioni a catena.
Già, perché a ben vedere questo Forgiato, bevuto quasi due anni dopo, sempre in versione magnum all’Osteria La Chitarra domenica scorsa. E’ vero, il naso aveva ancora dolcezze di legno di cui si abusava ancora un po’ in quel periodo, ma in bocca fresco e pimpante, sapido e lungo, ha risolto bene tutti i problemi con le ricette della tradizione. Un grande rosso vesuviano, da conservare ancora a lungo, incredibile la gioventù in una annata che prometteva stanchezza.
Scheda del 14 gennaio 2014. Uno dei motivi per cui questa azienda è andata in pole position è che crede nel tempo. Un elemento che, al pari della buona agricoltura e delle giuste pratiche in cantina, è fondamentale per fare grande il vino. Pensare al tempo lungo è un po’ un ossimoro nella mentalità napoletana, imbattibile nell’emergenza ma insofferente alla programmazione perché …del doman non v’è certezza. Vincenzo Ambrosio invece ama usare il tempo e, quel che a noi più piace, non solo per il rosso come fanno molto, ma anche per i bianchi come invece si impegnano in pochi. Non a caso lo scorso anno è stato l’unico a mettere in vendita in una cassetta natalizia più annate di Vigna del Vulcano. Sui rossi vesuviani, a dir la verità, anche io ho avuto i miei dubbi perché li ho sempre considerati vini di buona beva sulla cucina tradizionale ma incapaci di allungare il passo come avviene invece in altri territori.
Invece il 2003, aperto in versione magnum, ha confermato quanto scoperto in occasione della verticale di Forgiato rosso di Villa Dora organizzata in azienda nella quale, manco a farlo apposta, mancava proprio questo millesimo.
Bel rosso rubino vivo, grande freschezza, meravigliosa sapidità e allungo finale assolutamente piacevole e confortante. Davvero un buon vino, che rientra nella stappata del 26 dicembre a casa mia in campagna. Al naso il frutto rosso ha contorni precisi e gradevoli, che ritornano anche al palato.
La conferma di come questa impostazione appare vincente anche per rossi vesuviani in cui il peso del piedirosso è importante.
Sede a Terzigno, via Bosco Mauro, 1. Tel. 081.5295016. www.cantinevilladora.it Ettari: 13 di proprietà. Bottiglie prodotte: 60mila.
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