Fontanavigna 2010 Terre del Volturno igt | Voto 85/100

Pubblicato in: Caserta

TERRE DEL PRINCIPE

Uva: pallagrello bianco
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Vista: 5/5 Naso 24/30. Palato 25/30. Non Omologazione 31/35

Se la mia cara amica Manuela Piancastelli non fosse una buongustaia prima ancora che una delle migliori produttrici di vini italiani potrebbe anche arrabbiarsi un po’. Ma come, per le Genovese ti viene in mente Le Serole e per la pasta e cipolle di Tenuta Montelaura il Fontanavigna? Faccio vino per i cipollari come te?
Invece sa benissimo, a differenza di un’altra produttrice illustre che arricciò il naso per l’accostamento del suo rosso al baccalà, che per un gourmet è un gran bel complimento. Anche di natura didattica: ad ogni azione corrisponde una reazione quando si vuole fare il giusto abbinamento. Se per la salsa di cipolla stracotta e cremosa alla genovese va bene un pallagrello bianco sostenuto da un po’ di legno e dalla selezione delle uve, per una pasta fresca, decisamente estiva al contrario di quello che si potrebbe pensare, va bene ovviamente un vino fresco e pimpante come il Fontanavigna 2010.



Di fatto quando ho caricato la ricetta di Lello è questo il primo vino che mi è venuto in mente. Lo avevo assaggiato durante la visita per Slow Wine e poi per le successive degustazioni alla cieca e mi è piaciuto molto. Devo dire che il Fontanavigna me gusta siempre, ma la 2010 appare avere davvero una marcia in più come quasi tutti i bianchi campani che hanno scansato le piogge di ottobre.
L’abbinamento al piatto è spiegato nella esigenza di una freschezza decisa ma non straripante e coprente, nel giusto equilibrio tra il corpo e l’alcol. Questa versione del Fontanavigna, ok, potete iniziarlo a bere anche adesso, è sicuramente una delle migliori di sempre: il vino ha una energia incredibile, corre nel palato seminando freschezza e appagamento dopo aver spinto al naso buona polpa bianca di frutta, ciclamini, ginestre, macchia mediteterranea, timo.
La chiusura è da manuale, lunga, intensa, la bocca resta assolutamente pulita al termine della beva.
Uno dei piccoli grandi capolavori di questa stagione d’oro della viticoltura campana.

Sede a Castel Campagnano, Loc. Squille Contrada Mascioni Tel. 0823.867126 www.terredelprincipe.com Enologo: Luigi Moio Bottiglie prodotte: 55.000 Ettari: 13 di proprietà Vitigni: pallagrello bianco, pallagrello nero, casavecchia


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