13 ottobre 2001
Scagli il primo bocconcino colui che non ama la mozzarella. A tavola è un calcio di rigore, riporta il palato ai ricordi dolci, morbidi e rassicuranti dell’infanzia, non teme imitazioni industriali ed ha rilanciato il patrimonio zootecnico campano. Proprio come accade alla cioccolata, nessuno è capace di resistere alla tentazione. E il dilemma è lo stesso, anche se la risposta più facile: cosa berci sopra? Libero Rillo (nella foto) e il padre Orazio ci propongono un nuovo bianco sannita che può fare benissimo al caso nostro: si tratta del Facetus e conferma il nuovo vezzo campano del momento, quello di dare nomi latini alle nuove etichette. Con questo prodotto l’azienda Fontanavecchia (una contrada di Torrecuso, città del vino, telefono 0824 876275) conferma il suo trend al rialzo dopo il successo del suo Aglianico Vigna Cataratte Riserva a cui la guida dei sommeliers ha assegnato le cinque pigne, cioé il massimo riconoscimento. In questo caso siamo di fronte ad un bianco meridionale potente, il sole esplode nel bicchiere a 14 gradi di alcool, compensato dalla freschezza (sette i gradi dell’acidità), un blend di uva Falanghina e Coda di Volpe selezionate, vinificate ovviamente a temperatura controllata e affinate una sessantina di giorni in barriques di rovere francese. Voilà, ancora una volta questi due vitigni così maltrattati per decenni sono in grado di esprimere complessità e raggiungere livelli più che interessanti. Purtroppo parliamo di un prototipo, appena seimila bottiglie, ma se questa è la premessa c’è da giurare almeno in un raddoppio del Facetus per il prossimo anno. Approfittiamo per un consiglio, un ukaze gastronomico: il freddo a tavola è un nemico anche del bianco perché comprime i profumi. Bisogna semplicemente servirlo fresco. A proposito, ovviamente quando parliamo di mozzarella intendiamo di latte di bufala o mista. Altrimenti non è tale.