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Focus Colline Teramane 2025: Il Montepulciano dal rosso al rosa nella sua patria d’elezione

Pubblicato in: I vini da non perdere
Colline Teramane - 2025 - Assaggi

di Raffaele Mosca

Il focus Colline Teramane torna ad essere un evento esclusivamente legato alla provincia – e staccato dagli altri su scala regionale – nell’anno in cui il consorzio celebra i 30 anni dalla fondazione e il nuovo modello Abruzzo cambia l’assetto della produzione. Le sottozone provinciali per la tipologia Superiore sono finalmente diventate una realtà concreta e, dall’annata 2023, la dicitura “Colline Teramane” può essere riportata in etichetta anche da bianchi e rosati. E’ per questo che, oltre ai soliti Montepulciano, in degustazione al Palazzo Acquaviva di Atri, cuore pulsante della zona in epoca medievale, abbiamo trovato anche Pecorino, Trebbiano e Cerasuolo d’Abruzzo riportanti la sottozona che hanno dimostrato una discreta qualità media, anche se c’è parecchio lavoro da fare per arrivare all’espressione di un’identità territoriale specifica. A convincere di più è proprio il Cerasuolo in salsa teramana: coerente nel suo stile più austero, asciutto ed energico rispetto a quello delle altre province, mentre qualche perplessità la destano i Pecorino, forse penalizzati dal siccitoso millesimo 2024, che ha scombussolato la parte aromatica e fatto schizzare l’alcol verso l’alto.

Colline Teramane - 2025 - Convegno

Sul fronte del Montepulciano DOCG, si confermano i progressi degli ultimi anni, anche se la presenza di meno produttori ha fatto si che il quadro fosse meno completo. In particolare sono mancate alcune etichette di riferimento per lo stile giovane con pochissimo o zero legno. Ma le poche referenze presentate ci sono parse comunque  convincenti.

Belle conferme anche dalla tipologia Riserva, che è quella a cui afferiscono quasi tutti i vini storici del territorio. Qui la transizione verso uno stile più contemporaneo c’è stata soprattutto sul fronte dei legni, decisamente meno marcanti che in passato. Per quanto nessuno rinunci a quel grip tannico e quell’austerità che sono il tratto distintivo delle Colline Teramane, i vini sembrano meno burberi e più godibili già in gioventù. Ma il Montepulciano delle Colline Teramane rimane un vino che fa della capacità d’invecchiare il suo asset principale, tant’è che per celebrare il trentennale, sono state proposte in degustazione alcune etichette “benchmark” con venti o più anni sulle spalle. Tra tutte, meritano una menzione speciale il Torre Migliori 2004 di Cerulli Spinozzi – quasi spiazzante per energia – seguito dall’ Escol 2003 di San Lorenzo, ancora vivace nonostante il millesimo bollente, e il Castellum Vetus 2005 di Centorame, bordolese per precisione, compostezza e intreccio di frutto e terziari. Bene anche il Castellum Vetus 2007 stappato il giorno successivo, così come il bianco di pari annata, a dimostrazione di come il potenziale d’invecchiamento non sia una prerogativa esclusiva del Montepulciano.
Ed ecco qui i migliori Cerasuolo e Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane delle ultime annate:

Cerulli Spinozzi – Cerasuolo d’ Abruzzo Superiore Cortalto 2024

Ottimo esordio per la nuova annata della referenza già arrivata seconda in 100 best rosè 2024. Il profumo è sottile ma preciso, il sorso fresco, dinamico, leggermente vegetale in apertura e poi salino e croccante di ribes e fragolina. Tannino appena accennato, chiusura energica e gastronomica.

Strappelli – Cerasuolo d’ Abruzzo Superiore Colle Trà 2023

Una bella sorpresa da un’azienda storica: ha fatto un anno in più di affinamento e il profumo è nitido di fragole, liquirizia e spezie. Più ricco di altri, ma anche dinamico, con un tannino abbastanza deciso che rimpolpa il finale lungo.

Ausonia – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Apollo 2022

Agricoltura lo-fi e solo cemento per un vino essenziale, selvatico sulle prime e poi scuro di amarena e susina, con un tannino appena ruspante, ma in via di integrazione, che lo rende un ottimo partito per costolette d’agnello e salsicce alla brace.

Cerulli Spinozzi – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Gruè 2022

Solo acciaio, ancora in affinamento in vasca. Ma il profumo è già preciso, goloso di frutti neri molto maturi. Fa seguito una bocca con acidità ben in lizza e tannino polveroso al punto giusto, frutto nero succoso che torna a calibrare la chiusura golosa.

Velenosi – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Vero Sera 2022

Angela Velenosi non è molto d’accordo sull’idea che l’alleggerimento dei vini sia la strada giusta: “ è una cosa che piace molto alla stampa, non tanto ai consumatori, soprattutto nei paesi asiatici”. Eppure il suo rosso abruzzese è decisamente alleggerito: appena sfocato al naso, ma di grande freschezza in bocca, non magro ma dinamico, con un tannino molto garbato e un finale che torna sul frutto di rovo mediamente maturo. Forse un tentativo di diversificazione rispetto allo stile più carico dei vini del Piceno?

Tenuta Terraviva – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Luì 2020

Metà barrique usate, metà acciaio. Formula che scolpisce un vino contemporaneo, scapigliato e selvatico sulle prime, poi più gentile di frutti rossi e fiori appassiti. Dinamico, essenziale, con una parte salina che sembra ricordare la vicinanza dell’Adriatico, polpa misurata e un finale asciutto al punto giusto, da sfruttare per sgrassare la bocca in pranzi luculliani.

San Lorenzo – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Oinos 2020

Un vino che fa da cerniera tra lo stile modernista del passato e quello più contemporaneo. L’impronta del legno c’è e incornicia un frutto dolce che ricorda la tradizionalissima “scrucchiata”. La bocca è soffice, compassata, più integrata da subito di altre, ma con tanta ricchezza fruttata che può diventare un asset fondamentale per i lunghi invecchiamenti. Neoclassico.

Centorame – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Castellum Vetus 2019

Dallo stile Saint Emilion dei Castellum Vetus 2005 e 2007, si passa a qualcosa di più fine e territoriale. E’ cambiato l’affinamento, che ora avviene in tonneaux invece che in barrique. Il naso fonde un frutto molto soave con sfumature di rarbarbaro, china e polvere di cacao. Il tannino è quello classico, ruggente e incisivo, della zona, ma il sorso rimane comunque snello ed essenziale, indubbiamente scorrevole, anche se ha bisogno di più tempo in bottiglia per raggiungere un equilibrio ottimale.

Orlandi Contucci Ponno – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Riserva 2019

Un’ottima Riserva da un’azienda storica rilevata di recente dal gruppo Gussalli Beretta. Gioca su toni freschi di ciliegia e melagrana con giusto una spolverata di spezie da rovere. Coerente in bocca, avvolgente ma anche dotato di buona freschezza. Tannino tra i più fini del parterre.

Nicodemi – Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane Neromoro Riserva 2020

Il numero una della giornata è lui: un “contemporary classic”, per dirlo alla maniera di un celebre Master of Wine. Non sottrattivo, ma meno opulento e sfarzoso rispetto al passato, con un frutto dolce ma non sovramaturo che s’intreccia con tabacco, cuoio e accenti tostati. Perfettamente corrispondente al sorso; pieno e reattivo allo stesso tempo, goloso di visciola e confettura di mora, lungo nei rimandi balsamici. Se i rossi strutturati fossero tutti così precisi e composti, forse non ci troveremmo ad affrontare una crisi epocale!

 


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