I PENTRI
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
In questi giorni di attesa per la prima uscita ufficiale di 2001, la Falanghina più invecchiata mai uscita sul mercato nella, sia pur breve, storia vitivinicola campana, ho passato in rassegna i produttori che aspettano almeno un anno prima di mettere in circolazione un loro bianco. Il primo è stato Mastroberardino con il More Maiorum, poi Marsella che in realtà più andiamo avanti più accorcia i tempi evidentemente pressato dalla grande richiesta e si limita a scapolare la vendemmia precedente in modo da stare sul mercato per le feste di Natale. Sul suo esempio Picariello e Centrella che aspettano invece gennaio. E c’è Bruno De Conciliis con l’Antece e poi basta. Un po’ poco per una regione bianchista, vero? Ecco quando si parla di limiti culturali nel sistema produttivo: pochi capiscono che è necessario aspettare, forse non c’è la forza di farlo ma io non credo che valga per la maggioranza, pochissimi fanno magnum di bianco e questo lo trovo incredibile e assurdo, da suicidio commerciale solo a pensare che una doppia la puoi vendere al triplo. Questo, cari amici, è il motivo per cui diamo enfasi al 2001 di Rillo, spero che altri, vedendo l’incredibile visibilità e il buon vendere (credo siamo tra i 15 e i 20 euro franco cantina), decidano di seguire il suo esempio. Prima di lui, ed è per questo che ho tenuto in ultimo questo discorso, ci sono stati anche il Carmelina di Petilia, fermo però al 2000 da ormai tre anni, e il Flora dei Pentri che invece possono vantare già una piccola storia verticale, un bianco che provammo insieme ad Alfonso Iaccarino a Vinalia e che stupì per la sua capacità coinvolgente. Pentri è una piccola aziendina a Castelvenere, il feudo (culturale) del collega Pasquale Carlo, frutto del fortunato incontro fra Angelo Valentino e la passione di Dionisio Meola e della moglie Lia Falato, cognome tipico di questo terroir. Ricordiamo il Kerres, un Piedirosso che non tradisce mai, il Perna e, naturalmente il Flora, appena riassaggiato con gli amici di Terra da Vino perché selezionato da Vittorio Guerrazzi. Ancora una volta la Falanghina sannita, messa tra l’altro a confronto con il Greco poderoso di Benito Ferrara, ha risposto colpo sul colpo: profondità, struttura, alcol, intensità, capacità di affrontare il tempo, confermando di essere un grande vitigno. A distanza di tre anni e mezzo il Flora mantiene assolutamente intatta la sua freschezza e cammina veloce, come un vino giovane. E’ anche molto ricco al naso, dove ai sentori di frutta subentrano erbe secche della macchia mediterranea, agrumato, un rimbalzo continuo di sensazioni a seconda del tempo trascorso e della temperatura di servizio. Noi lo confermiamo grande vino e suggeriamo, dunque, di aumentarne subito il prezzo e fare qualche magnum. Chi capisce lo comprerà con piacere per regalarselo e regalarlo, tanto i coglioni continueranno bere Greco, Fiano e Falanghina appena imbottigliati. Ecco, Giuliano Ferrara potrebbe impegnarsi contro questi aborti, che sono orribili, veri e proprio omicidi del gusto e del buon senso gastronomico, invece di aggreddire selvaggiamente i diritti civili conquistati dalle donne in Occidente. O al burqa vogliamo di nuovo contrapporre il velo?
Sede a Castelvenere, via Sannitica Km 72. Tel. e fax 0824.940644. Enologo: Angelo Valentino. Ettari: 9 di proprietà. Bottiglie 20.000. Vitigni: piedirosso, sciascinoso, aglianico, cabernet sauvignon, falanghina, fiano e malvasia
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