di Salvatore Velotti
Nei giorni passati mi sono trovato ad Empoli per lavoro. Come sempre, ho provato a verificare l’indice vegan friendly della città consultando sia le app specifiche (Vegan Maps e Happy Cow) sia le più note app di delivery: le prime non davano alcun locale segnalato, le seconde non menzionavano “Vegan” tra i filtri di ricerca. La situazione era quindi sconfortante ma è qui che scatta il fiuto del vegano disperato che mi contraddistingue che solitamente si manifesta al meglio con una passeggiata serale, sbirciando i locali e cercando di capire quale possa essere meglio disposto ad accettare un vegano. Il mio senso sviluppato in anni di randagio gastronomico vegan ha puntato subito l’Osteria Il Papero, non solo per la bellezza del locale e del murale disegnato sulle pareti interne all’ingresso ma anche per la grande quantità di piante che decoravano le vetrine e per la promozione della loro Giardiniera prodotta con verdure del proprio orto.
“Un locale che ama le piante, ha un proprio orto e propone una preparazione di sole verdure come prodotto simbolo non può che essere amico dei vegani!” mi sono detto; è così è, infatti, presentando in menu almeno una portata vegan per ogni sezione, senza alcun simbolo o specifica accanto, cosicché i clienti onnivori ordinano piatti vegan senza nemmeno accorgersene. Anche tra i dolci? Sì, una portata vegan si annida anche tra i dolci per tendere imboscate agli inconsapevoli palati mangiatutto.
Come antipasto chiedo di assaggiare la loro Giardiniera: verdure croccanti e varie, in tagli grossi così da farci divertire col coltello, sapori distinti e acidità sul filo della perfezione. Un’ottima apertura di pasto.
Come primo ci sono gli spaghetti con ragù vegetale: di doppia lunghezza, cotti alla perfezione, con un condimento setoso e sapido, è arricchito da gocce di cioccolato fuso poste sul bordo del piatto, che invogliano ad arrotolare lì i lunghi spaghetti così da aggiungere una nota amara alla dolcezza complessiva del piatto.
Come secondo prendo una farinata di cavolo nero: tradizionale, accidentally vegan come molti piatti della tradizione toscana, piacevolissima nella sua semplicità.
Come dolce c’è il crumble di mele: servito con un gelato di soia e mela per un contrasto di temperature, è godurioso senza appesantire il finale di pasto.
Il servizio è attento, premuroso ma anche easy e familiare.
Per un pasto di 4 portate si spende intorno ai 45 Euro, bevande escluse.
Il mio fiuto è ancora affidabile nonostante l’avanzare dell’età.
Via Luigi Paladini, 8, 50053 Empoli FI
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