CANTINE MIALI
Uva: Fiano Minutolo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
VISTA 5/5 – NASO 26/30 – PALATO 26/30 – NON OMOLOGAZIONE 31/35
Quello che stupisce maggiormente della viticoltura pugliese è la sua capacità di evolversi nel tempo con una scansione proiettata nel futuro, ma comunque sempre attuale nel presente e legata al passato. Qui quasi tutte le aziende vinicole hanno alle spalle un background d’antan importante che funge da filo conduttore con le generazioni correnti.
Le Cantine Miali di Martina Franca, tanto per fare un esempio ad hoc, hanno visto la luce nel 1886 quando Elvino Miali, intraprendente commerciante di prodotti agricoli, decise di specializzarsi nel settore enologico, selezionando vini in Valle d’Itria. Col passar degli anni l’azienda si è evoluta, ingrandita e modernizzata, puntando all’inizio soprattutto sulla produzione dei vini bianchi territoriali, in modo particolare Verdeca e Bianco d’Alessano.
Questa scelta poi è stata portata avanti e premiata negli anni ’20, quando le maggiori aziende di spumanti e vermouth piemontesi, come Cinzano, Martini & Rossi e Gancia, richiedevano proprio questi vini per la loro produzione. Dopo alterne vicende, siamo così giunti ai tempi nostri, dove opera la quarta generazione dei Miali con Michele, Francesco e Marcello, che vogliono centrare l’obiettivo comune di incrementare la diffusione dei vini pugliesi, grazie ad un continuo aggiornamento tecnologico e ad una puntigliosa ricerca sulla qualità specifica.
Tutto questo passa anche attraverso l’innovazione, la cura del dettaglio e la massima attenzione ai rinnovati gusti dei consumatori. A parte poche concessioni alla coltivazione di vitigni di provenienza francese come il Syrah, lo Chardonnay e il Sauvignon blanc, si continua a privilegiare l’uso di varietà autoctone pugliesi, che si sono affermate ormai da tempo su tutti i mercati, definendo un brand a livello internazionale.
E allora, tra le cultivar locali ho scelto di degustare il Fìrr Fiano Minutolo 2010 che m’intriga parecchio, non fosse altro perché è un vitigno riscoperto, recuperato e valorizzato soltanto recentemente e che spesso viene confuso con il suo omonimo irpino, con cui condivide soltanto il nome e niente più. Diciamo che spesso sono le stesse aziende a voler confondere, se pur in buona fede, i due vitigni. Nel caso specifico, la bottiglia di Miali che ho stappato porta inciso sull’etichetta solo il nome Fiano e basta, senza far riferimento a Minutolo, di cui si accenna soltanto in parte ed in caratteri minuscoli nella controetichetta. Ormai di questo vitigno si conosce tutta la storia che lo fa differenziare notevolmente dal suo alter ego. Innanzi tutto il Minutolo appartiene alla categoria dei vini aromatici, come la Malvasia, il Moscato e il Gewurztraminer, e poi denota una conformazione del tutto diversa del grappolo. Tralasciando tutto il resto, ecco qui le mie impressioni su questo vino che sosta sette mesi in acciaio e sei in boccia dopo la fermentazione e che raggiunge i 13 gradi alcolici.
Il colore è sufficientemente giallo carico, con attraversamento di guizzi più chiari. Il profilo aromatico è seducente e tipico: frutta a go-go come la mela, il bergamotto, il limone, la pesca, l’ananas e poi erba, gelsomino e fiori di campo. La timbrica gustativa è giustamente fruttata e reitera quello che si era già percepito al naso, in aggiunta a spiccate sensazioni di papaya e mango. La bocca è gradevolmente salivante per l’ottima freschezza. Finale lungo e pervasivo che accarezza le corde vocali. Davvero un ottimo vino ancora in fase di evoluzione e che vedo bene in abbinamento a grigliate di pesce, frutti di mare, crostacei e formaggi freschi. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Martina Franca (TA) – Via Madonnina, 11 – Tel. e Fax 080 4303222 – info@cantinemiali.com – www.cantinemiali.com – Enologo: Francesco Miali – Ettari vitati: 50 complessivi – Bottiglie prodotte: 350.000 – Vitigni: Primitivo, Negroamaro, Syrah, Verdeca, Fiano Minutolo, Bianco d’Alessano, Chardonnay e Sauvignon blanc.
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