di Dora Sorrentino
Taste di Firenze. Perché partecipare a questa manifestazione? Perché è qui che trovi l’élite dell’enogastronomia italiana, è qui che hai la possibilità di confrontarti con i produttori che ti parlano della loro esperienza, puoi ascoltare la storia di piccole e grandi famiglie dedite con passione alla realizzazione dei loro prodotti.
Ci si sente spaesati inizialmente, un grande scenario, la stazione Leopolda, per 250 espositori, da dove comincio? Inizio a girovagare senza meta, decido di seguire un percorso a fiuto, cosa mi piacerebbe trovare nei negozi di gastronomia che frequento? Parto dal pesto, il Genovese pesto fresco dell’azienda Rossi: dal 1947 una confetteria/drogheria, convertitasi poi negli anni ’80 in negozio specializzato in vendita di prodotti gastronomici. La famiglia Panizza da anni, con ingredienti tutti selezionati, realizza un prodotto di prima qualità secondo la ricetta tradizionale, conosciuto e premiato in tutto il mondo.
Seconda tappa: la Puglia, con le olive verdi e nere in salamoia della varietà Bella di Cerignola, dell’azienda agricola Fratepietro, in attività dal 1890. Le olive, raccolte ad ottobre, vengono seguite in ogni singola fase della produzione, dal fiore fino alla conservazione in barattolo ed alla distribuzione.
Si procede all’assaggio dell’aceto balsamico della Società Agricola Acetomodena. Dalla riduzione del mosto cotto ottenuto dalle uve di Trebbiano e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.o.p., vigneti di proprietà della famiglia Vecchi, da una lunga fermentazione acetica e dalla conservazione in botti di legno pregiato, nasce un aceto balsamico dolce, con una notevole nota fragrante.
Imperdibile il percorso sensoriale, dal dolce al piccante, con le piantine Koppert Cress, un modo innovativo per aromatizzare i piatti degli chef. Poche le essenze testate, ma interessanti.
Una bella scoperta i prodotti dell’azienda Romaniae Terrae , che recupera le antiche ricette dei monaci benedettini. Tra i must: il salame, prodotto con carne suina, pepe e sale di Cervia, conservato nella cera d’api naturale e una vasta selezione di formaggi, tra cui il pecorino aromatizzato alla pera.
Ultimo suggerimento, e non per minore importanza, il riso autentico Carnaroli della Riserva San Massimo, coltivato in provincia di Pavia e confezionato secondo tecniche artigianali, che permettono la conservazione delle proprietà organolettiche dei chicchi. Essiccato a basse temperature e confezionato in atmosfera protetta (MAP), questo riso può essere tranquillamente utilizzato anche dagli allergici al nichel.
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