TENUTA ADOLFO SPADA
Uva: falanghina Campi Flegrei e falanghina Beneventana
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Nasce un cru, uno dei pochi, di Falanghina: la vigna vecchia di Spada si chiama Camporosso (nomen omen) e il 2009 è il primo risultato di una purificazione in corso. Via il Fiano, sì alle uve in cui rientrano i due biotipi campani di questo generoso vitigno.
Lo sforzo concettuale merita il massimo consenso. L’azienda ha decisamente svoltato negli ultimi anni, al restyling delle etichette e della comunicazione corrisponde una profonda attenzione per le radici enologiche del Casertano e alle potenzialità del suolo vulcanico di Roccamonfina, il vulcano spento al nord della Campania dove nasce la Ferrarelle per capirci. Dunque una verità ben raccontata, quel che ci vuole tanto per cominciare.
Tra questi boschi di castagno e piccoli borghi la viticoltura sta preferendo decisamente la buona caratterizzazione e questo fenomeno è sicuramente uno dei colpi di reni della provincia che non ha mai fatto grandi quantità: non a caso è l’unica dove non esistono né grandi aziende e né Cantine sociali.
Alla ridefinizione razionale dell’aspetto agricolo corrisponde una ambizione produttiva in cantina: le uve sono parzialmente fermentate in legno e restano in affinamento per due mesi sulle fecce, governate con il sistema del batonage. Per capirci, quando girate il cucchiaino nel caffé.
Il risultato in bottiglia merita ancora molto tempo: un vino del genere dovrebbe uscire in realtà tra un anno. Ed è questo lo forzo che, a nostro giudizio, l’azienda può e deve ancora fare. Il trittico coltivazione, produzione e commercio deve essere conseguente fino in fondo. L’alternativa in questo caso per il consumatore sarebbe comprare adesso le bottiglie e stapparle nella prossima primavera, a dire poco.
Inizialmente deviati da un naso troppo esuberante e suadente per i nostri gusti, stile macedonia di frutta con leggero corredo speziato, in bocca rivela invece le sue enormi potenzialità a cominciare dal corpo e dalla freschezza. La materia è parecchia, ecco una delle necessità del tempo, e, sebbene trasportata in modo tonico dalla freschezza, è risolta dalla immensa e piacevole sapidità che è, a nostro giudizio, la sua caratteristica migliore e indice di totale aderenza al territorio vulcanico.
Sul piano politico, possiamo dire che Fiorflòres aggiunge un altro tassello alla costruzione di una cultura del bianco al Sud e della Falanghina in particolare. Non c’è altra strada se non la zonazione e la verticalizzazione per diventare una regione vitivinicola degna di questo nome e trasformarsi da produttori di ortaggi e pummarole a vigneron autentici: mettere cioé in bottiglia due elementi sempre più rari e preziosi nel mondo globalizzato, il tempo e il territorio pulito.
Le potenzialità di questa bottiglia sono a nostro giudizio impressionanti, appena il naso troppo giovanile si sarà calmato evolvendo verso note più evolute per non dire terziarie, saremo di fronte ad una grande bottiglia da stappare nelle occasioni importanti.
Fiorflòres, bevenuta nel Pigna White CLub.
Sede a Galluccio, Strada Provinciale 14 Sessa Mignano frazione Vaglie. Tel. 0823.925709, fax 0823.926991. www.tenutaspada.it. Enologo: Riccardo Cotarella.Ettari: 30 di proprietà.
Bottiglie prodotte: 130.000.Vitigni: falanghina, fiano, aglianico, piedirosso.
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