Il mio incontro con i vini e la grande simpatia ed affabilità di Carlo Tabarrini, classe 76’ umbro doc, risale alla scorsa edizione del Vinnatur nella splendida location di Villa Favorita nelle campagne vicentine. Del bravissimo produttore perugino avevo già letto numerosi articoli sul web, soprattutto alcuni del mio illustre concittadino Andrea Scanzi. Di quest’ultimo ho apprezzato moltissimo i suoi libri, “Elogio dell’invecchiamento” ed il “Vino degli Altri”, leggo spesso il suo seguitissimo blog e devo ammettere che i miei gusti enologici si avvicinano moltissimo ai suoi come confermato da i vini dello stesso Tabarrini.
La storia di Carlo è davvero pronta per una sceneggiatura, operaio alla Perugina ed a tempo perso vignaiolo, seguendo le orme del nonno prima e del padre poi, nel 2008 trovatosi in cassa-integrazione decide di mettere su la propria azienda agricola andando letteralmente a caccia di vigne e uva per i propri vini da vinificare poi nella sua piccola cantina a pochi km da Perugia. Solo rame e zolfo in vigna, lieviti esclusivamente indigeni, fermentazioni spontanee, chiarifiche per decantazione e solfiti quasi ridotti allo zero.
Questa in sintesi la filosofia di Cantina Margò dove si rispettano e si valorizzano i vitigni tipici della zona quali grechetto, trebbiano, sangiovese e verdello.
Proprio da quest’ultimo vitigno il buon Carlo ha “tirato fuori” una bollicina unica ed difficilmente decifrabile: il Fiero Sur Lie. Già guardando la bottiglia con tappo a corona, il disorientamento parte in automatico e la prima domanda che ti poni è: “trattasi di birra o vino?”. Poi appena versi il primo bicchiere, il dubbio rimane ed anzi si fa ancora più largo in te l’idea di trovarsi di fronte a tutto tranne che al prezioso nettare di Bacco. Giallo “succo di pompelmo”, impenetrabile, denso e misterioso. Al naso scatta quasi la certezza, ok sono di fronte ad una birra a fermentazione spontanea con intriganti sentori salini, frutta tropicale disidrata, nocciola tostata e lievito di birra (per l’appunto) sul finale. In bocca continuano le sorprese con una bella acidità iniziale, una piacevolezza immediata ed un finale sapido molto interessante e persistente.
L’annata 2013 l’ho aperta insieme ad amici, presso il concept store Tuscanative di Arezzo, accanto ad un tagliere composto da formaggio marzolino e finocchiona di Grigio del Casentino. Tutti i presenti hanno apprezzato la grande versatilità di beva di questa singolare bollicina, perfetta nel pulire completamente la bocca e prepararla al boccone successivo (compito normalmente assolto benissimo da una Gueze stile Cantillon) andando di pari passo sia con la delicatezza del formaggio sia con l’aromaticità del pregiato salume casentinese.
In conclusione un vino difficilmente classificabile, un ponte tra il mondo vino ed il mondo birra, schietto e solare come chi lo produce. Costo in enoteca: entro i 20 euro.
Cantina Margò è in via Settevalli 669 loc. Casenuove – 06129 Perugia – Tel.347.6976464 www.cantinamargo.com – info@cantinamargo.com
Questa scheda è di Fabio Panci
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