Che onore, che piacere, che emozione, che soddisfazione.
Vivere un viaggio lungo dieci anni a fianco a Lino Carparelli, uno dei padri della moderna viticoltura pugliese assieme a Severino Garofano, scoprire con lui la longevità della sua creatura, restare stupiti con la sala dell’incredibile risultato ottenuto in Valle d’Itria capace di ribaltare luoghi comuni e appannamenti mentali collettivi. Raramente ho visto tanta emozione tra la platea, qualificata e ricca di esperienza. Devo andare con la memoria alle verticali carbonare organizzate da Paolo De Cristofaro e Raffaele Troisi da Vadiaperti per i bianchi irpini.
Bella esperienza condurre con Lino e Nicola la prima verticale assoluta di un bianco pugliese, mai fatta da nessuno in precedenza perché nessuno come noi ha creduto nella potenzialità di questo vitigno, tanto da inserirlo tra i 101 vini da bere pubblicato per la Netwon oltre due anni fa.
L’occasione è la prima tappa di Aspettando Radici organizzata da Nicola Campanile a Le Giare di Bari.
I temi politici della degustazione sono due.
Il primo è la gestione del tempo come valore assoluto per valutare la potenzialità del vino, la serietà del produttore, la sua possibilità di restare sul mercato oltre le mode. Lo sappiamo, ogni vitigno ha il suo tempo, forzarlo in un senso piuttosto che l’altro diventa una mera operazione commerciale destinata ad avere fiato corto ed essere spazzata via alla prima tempesta.
Il secondo tema è la possibilità di ottenere grandi risultati in una regione rossista quale è sempre stata la Puglia, capace di sfoderare non uno, ma ben tre solidi vitigni a bacca rossa quali il Negroamaro, il Primitivo e il Nero di Troia. Sui bianchi la storia è nota: il bombino non ha mai lasciato tracce memorabili dopo il primo anno, negli anni ’90 ci si è buttati sullo Chardonnay di cui francamente abbiamo memoria di numerosi bicchieri buoni ma nessuno emozionante mentre negli ultimi cinque anni si sono affacciati sull’Adriatico i due grandi vitigni campani, la Falanghina e il Fiano.
Ebbene il lavoro di Lino Carparelli, iniziato nel 2000 insieme al fratello Nicola, riconosciuto con la chiocciola dagli amici di Slow Wine Puglia è la sintesi della risposta positiva a questi due temi. La dimostrazione di come, anche iniziando una nuova impresa quando si è superata la cinquantina, non bisogna avere alcuna fretta. Studio del terreno calcareo, valutazione dell’andamento climatico caratterizzato da grandi escursioni termiche, l’altitudine a 350 metri, hanno spinto Lino ha creare una cantina bianchista. E a scegliere questo vitigno recuperandolo con l’aiuto di tre vecchi contadini che trascorsero l’estate insieme a lui. Un lavoro certosino che adesso ha dato i suoi frutti.
Questa lungimiranza, tipica di chi oltre a vedere riesce anche a guardare, porta all’incasso la cambiale staccata al tempo dieci anni fa con un risultato ben oltre ogni aspettativa, che regala alla Puglia il suo primo grande bianco di sempre, da valorizzare con vendite ritardate, magnum, riserve e soprattutto sperando che l’allargamento della platea dei produttori non porti alla banalizzazione come spesso succede quando un vino sfonda nell’immaginario collettivo.
La verticale ha regalato coscienza delle potenzialità di questo vino le cui note scientifiche potrete leggere cliccando qui.
Rampone 2011
In realtà è stato un assaggio fuori degustazione, presentato al termine della cavalcata. Imbottigliato da meno di una settimana, ancora scomposto e dominato dagli aromi di fermentazione, rivela però corpo e struttura e conferma il millesimo fortunato per i bianchi.
Rampone 2010
Il clima. Inverno caratterizzato da temperature nella media, con una piovosità discreta. La primavera altalenante tra sbalzi di temperature e piogge primaverili ha portato ad una cacciata nella norma: con una buona differenzazione delle gemme. L’ estate è trascorsa nella media con qualche pioggia che ha mantenuto costantemente la temperatura per tutto il periodo estivo in torno ai 32°C. importante in questo periodo è stata la presenza di una ventilazione da nord che ha abbassato la soglia di percezione del caldo. La raccolta dei grappoli è avvenuto il 2 di ottobre in condizioni ottimali.
Il vino. Bianco adoloscente, ricco di energia al naso con sentori di mela, arancia fresca, erba di campo, in bocca è velocissimo, sottile, dinamico, lungo, sorretto da una freschezza ancora parzialmente scissa che rinfranca la beva e fa salivare. Enormi potenzialità nei prossimi anni.
Rampone 2009
Il clima. Inverno mite con temperature leggermente sopra la media, con una discreta piovosità. Al risveglio vegetativo di primavera temperature diurne nella media (20°C) con un continuo soleggiare giornaliero sino a metà giugno. A cui è seguito un periodo di piogge e temporali abbastanza lungo creando i presupposti per continui attacchi funginei che sono stati contenuti mediante prevenzione e cura. Estate soleggiata in assenza di piogge con una temperatura media di 32°C. La vendemmia è stata effettuata il 1° di ottobre con ottima integrità dei grappoli, un perfetto equilibrio tra il corredo aromatico, gli zuccheri e l’acidità.
Il vino. Si presenta molto composto, all’olfatto gioca tutti i suoi effetti aromatici in modo spudorato e piacevole anche se non scade mai in quella omologazione dolce tipica dei moscati, in bocca l’acidità è rientrata, sorregge bene l’impianto, precisi e fragranti ritorni di naso al palato, discreta velocità e buon finale secco e amaro, molto lungo.
Rampone 2008
Il clima. Un inverno così piovoso non si vedeva da anni. Le precipitazioni nevose contribuiscono poi a ripristinare l’acqua nel suolo. La primavera mite e ventilata consente l’ottimo avvio dell’ attività vegetative della vite; la scarsità delle piogge primaverili ed il prosieguo di un’ estate dalle condizioni climatiche ideali con temperature che raramente hanno superato i 35°C in assenza di piogge, rende possibile intervenire in maniera più blanda con prodotti fitosanitari per prevenire le malattie della vite. Settembre fu caratterizzato dalla presenza di qualche temporale che apportò acqua alle viti, oltre ad abbassare la temperatura media, inoltre una ventilazione costante da nord consentì il non ristagno di umidità permettendo all’ uva di raggiungere la piena maturazione. La vendemmia venne effettuata il 2 di ottobre.
Il vino. La bottiglia della maturità, il bicchiere è cangiante, complesso, la frutta evolve verso una maturazione senza perdere spinta rinfrancante, toni balsamici di menta le fanno da corredo. In bocca il vino è ben composto, entra senza piacionerie, gioca la struttura e il corpo, un misto di potenza ed eleganza sino alla chiusura infinita, secca, piacevole, quasi una nota di mandorla o comunque di tostatura, forse cenere. Grandioso.
Rampone 2007
Il clima. Un inverno poco piovoso, caratterizzato dalle temperature medie del periodo sopra la media. Una primavera dalle temperature ideali che consentì un risveglio vegetativo perfetto a cui seguì una cacciata meravigliosa anche se a giugno i temporali abbassarono repentinamente la temperatura creando i presupposti per un attacco violento di peronospora e oidio che furono tenuti sotto controllo intervenendo con anticrittogamici in maniera sistematica. Un’ estate calda e ventilata seguita da un settembre altrettando caldo e ventilato condussero l’ uva ad una perfetta maturazione e furono creati i presupposti per un anticipo della vendemmia: 31 settembre.
Il vino. La bottiglia che ha fatto più discutere, anche se per educazione fuori la sala. Alcuni non l’hanno trovato pulito al naso. Nel mio bicchiere non c’erano odori sgradevoli e neanche un filo di ossidazione, piuttosto avevamo un eccesso di frutta matura, a volte quasi conserva di arancia che rendeva il naso monocorde. L’acidità in bocca è in secondo piano ma c’è, tanto che la sensazione finale è quella di una bocca rinfrescata e pulita, secca. Un vino da stappare subito senza starci più a pensare.
Rampone 2006
Il clima. L’ inverno mite con temperature sopra la media, con una piovosità discreta ed assenza di neve. A seguire una primavera caratterizzata da temperature sopra la media, ma con una accentuata piovosità creando situazioni di umidità pericolose per l’insorgere di ampelopatie che comportò notevoli sforzi per prevenire gli attacchi di oidio e peronospora. L’ estate fu fresca e soleggiata con qualche temporale estivo che contribuì a contenere le temperature estive. Un settembre regolare caratterizzato da qualche nebbia mattuttina che non creò nessun problema all’ integrità dell’ uva. Le uve giunsero a maturazione in maniera perfetta: ottimo accumulo degli zuccheri, una acidità ben espressa con una presenza dell’acido malico costante e paritetico a quello delle annate precedenti. Il distacco dei grappoli fu effettuato il 6 di ottobre.
Il vino. Simile alla 2008 ma più sottile, più moderna e fine, freschissa, una freccia veloce che in due mosse arriva in area di rigore: freschezza, naso e plato di limone, per certi versi ancora più giovane della 2010 e credo che in una degustazione alla cieca così sarebbe stata giudicata dai più. Bella bottiglia.
Rampone 2005
Il clima. Un inverno piovoso e nevoso, con temperature rigide ma sempre nella media: tra gli 8°C ed i 10°C. La primavera si presentò nelle condizioni ideali: sereno con una buona ventilazione prevalente da nord. Con queste condizioni favorevoli la ripresa vegetativa della vite si avviò nelle migliori condizioni. Verso la fine della primavera e tutta l’estate sino ad agosto è stato caratterizzato da mancanza di pioggia con temperature che sfiorarono i 40 °C. La presenza di una ventilazione costante da nord e la disposizione dei filari nord-sud riuscirono a mitigare la calura. Il mese di settembre fu caratterizzato dalla presenza di temporali che provocarono un abbassamento repentino della temperatura (25°C di giorno, 15°C la notte), oltre ad aver creato una situazione di umidità con qualche nebbia mattutina che richiese l’ immediato intervento con prodotti antimuffa. La vendemmia fu eseguita il 6 ottobre in condizioni di integrità del grappolo, con un buon sviluppo aromatico, zuccheri/acidità in linea rispetto alle annate precedenti.
Il vino. I sentori aromatici ci portano inaspettatamente verso la sensazione di idrocarburi, riesling qualcuno mormora. Minutolo penso io: di corpo, ben strutturato, lungo, piacevole, sostenuto da alcol. La complessità al naso si ritrova in bocca dove ancora una volta l’acidità sostiene la materia, direi forse la percezione materica più forte di tutti dopo la 2007, ma lavora bene e si avverte una tonicità vibrante e rinfrancante.
Rampone 2004
Il clima. Un inverno rigido, con gelate mattutine, ma avaro di piogge. Il risveglio vegetativo di primavera si presentò in ottime condizioni con una ottima cacciata. Durante tutto il periodo di primavera la pioggia è stata abbastanza presente creando situazioni di umidità e relativo abbassamento della temperatura con minacce di attacchi di oidio e peronospora, che richiedette una continua presenza per gli interventi preventivi contro le ampelopatie sopra indicate. L’ estate calda e afosa interrotta da qualche temporale estivo che contribuì ad abbassare la temperatura oltre a rifornire le vite di risorse idriche. In settembre l’ invaiatura si avviò in condizioni ideali, con temperature diurne sui 30°C e temperature notturne sui 19°C, raggiungendo la maturazione dei grappoli in condizioni ideali con un ottimo corredo aromatico associato ad un ottimo accumulo glucidico rapportato ad un’ ottima presenza della forza acida. La vendemmia venne effettuata il 4 ottobre con le uve in condizioni perfette e con un clima ideale.
Il vino. Molto simile alla 2006 anche se in questo caso la nota di idrocarburi non l’ho percepita, forse messa in ombra dal ritorno del tostato, confettura di arancio e di frutta a pasta bianca, un po’ di ananas matura. In bocca bella costruzione, dinamica, di corpo, robusta ma veloce. Buona bottiglia.
Rampone 2003
Il clima. L’ inverno è stato caratterizzato da una piovosità abbondante, che ha provveduto al ripristino idrico del suolo e sottosuolo, con temperature invernali nella media. La primavera si è presentata si presentò fredda e piovosa a cui seguì estate calda con temperature sopra la media con assenza di piogge, ad eccezione di qualche temporale estivo. Lo stato vegetativo della vite si presentava rigoglioso con una buona presenza di grappoli, gli intereventi agronomici vennero effettuati per prevenire oidio e peronospora. L’ invaiatura iniziò verso la fine di agosto nel migliore dei modi. Durante il mese di settembre la maturazione delle uve precedette in condizioni climatiche favorevoli. La prima vendemmia del nuovo impianto venne effettuata il 1° di ottobre.
Il vino. E’ quello che ha conquistato la sala. Le aspettative, anche di Lino, erano molto basse, annata calda, Puglia, Sud, chissà come sarà. E invece no: di gran lunga superiore alla 2007, ben fresca, piena e matura di frutto con belle notte di macchia mediterranea arsa dal sole, lunga, chiusura secca, un vino da bere quasi a temperatura di rosso in un gran bicchiere. La degna fine di un percorso esaltante. Ossidazione? Una parola non esistente nel vocabolario del Fiano Minutolo.
Per chiudere, cosa abbiamo imparato da questa magica serata?
1-In Puglia ci sono le condizioni in alcuni territori per ottenere bianchi competitivi a livello nazionale e internazionale.
2-Il Fiano Minutolo è sicuramente candidato a questo ruolo.
3-Il Rampone è vino dalla lunga vita, va bevuto almeno due o tre anni dopo la vendemmia per goderne la maturità piena.
4-Il suoi punti di forza sono l’aromaticità olfattiva che lo rende cangiante e vario nelle migliori annate (2010, 2008, 2006 e 2003), la struttura e la freschezza.
Sede in Via Italo Balbo, 22/24 Locorotondo (BA) – Sede operativa: Corato (BA) – Tel e Fax: + 39 0804313309 – i-pastini@libero.it – www.ipastini.it – Amministratore Unico: Nicola Carparelli – Enologo: Lino Carparelli – Agronomo: Luigi Tarricone – Ettari vitati: 12, più altri in fitto – Bottiglie prodotte: circa 100.000 – Vitigni: Primitivo, Verdeca, Fiano Minutolo, Bianco d’Alessano e Aleatico.
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Luciano Pignataro WineBlog
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