CASA DI BAAL
Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Annibale Salerno con la moglie Annamaria e le figlie Giusy e (a sinistra) e Francesca
Sole, sole, sole. La luce catturata, selezionata e bevuta. Un piccolo grande bianco del Sud. Nasce nell’azienda di Annibale Salerno su un poggio delle colline di Montecorvino Rovella, nel Parco dei Picentini, a metà strada tra Salerno e Paestum di cui abbiamo già tenuto il battesimo. La proprietà è di oltre 30 ettari, specializzata in olivicoltura tanto che questa azienda è l’unica in Campania, assieme a I Capitani a Torre le Nocelle in Irpinia, ad avere contemporaneamente frantoio e cantina attrezzati in proprio.
Il figlio Mario si occupa dell’olio con il papà, le figlie Giusy e Francesca, laureate e sinora impegnate altrove nel mondo del lavoro, si stanno impegnando con sempre maggiore attenzione al vino: nel 2006 infatti la famiglia ha deciso di fare il salto passando aggiungendo alla secolare tradizione vitivinicola anche l’etichettatura e l’imbottigliamento. L’incontro con Fortunato Sebastiano è stato salutare: ordine nel vigneto eliminando con un programma di riconversione verso il Fiano e l’Aglianico elimando merlot, sangiovese, barbera, trebbiano e altre uve inutili messe negli anni ’60-’70.
Il Fiano 2008 è il primo, fortunato perché gode di un’annata equilibrata, anche se in misura minore rispetto alle zone più fredde dell’interno, ma i benefici ci sono tutti, come abbiamo già avuto modo di vedere con i bianchi del vicino Cilento il cui clima è sostanzialmente lo stesso, caldo, iodato e salmastro. In linea d’aria qui siamo a una decina di chilometri dal mare, l’altezza, il maestrale e i venti serali del Massiccio del Terminio contribuiscono molto alla salubrità dell’uva e a mantenere i principi di una agricoltura sana senza eccessivi trattamenti. L’azienda è iscritta all’organismo di controllo per l’agricoltura biologica.
Sole, sole, sole. Il colore di questo Fiano è paglierino carico brillante, il naso profuma di pera, percoca, ciclamino. In bocca è una vera bestia: strutturato e alcolico (siamo oltre i 14 gradi), per fortuna che c’è una brillante freschezza a far scivolare il tutto in attesa di un maggiore equilibrio che può regalare solo lo scorrere dei mesi. La mano irpina di Sebastiano si vede soprattutto dall’approccio un po’ scorbutico, o, meglio, non ruffiano e piacione, in bocca le note fruttate prevalgono e acquistano fascino grazie ad una piacevole sapidità.
Siamo di fronte ad un vino importante, per certi versi ambizioso. Quale ambizione? Anzitutto quella di concentrare mentalmente chi lo beve, non si tratta di un bianco che scorre conversando senza pensarci sopra. Poi anche la voglia di guardare negli occhi le migliori versioni di Fiano in circolazione senza timidezza.
Aspetterei ancora qualche mese prima di iniziare a consumarlo. La sua struttura ci consente infatti di piazzarlo tanto sulla tavola dell’alta gastronomia quanto sulla cucina terragna autunnale, penso alla stagione dei funghi come a quella delle castagne.
Bravo Baal.
Sede a Montecorvino Rovellla. Località Macchia, via Tiziano 14.
Tel. 089 981144 Fax 089 981143.
Sito: http://www.casadibaal.it
Email: info@casadibaal.it
Enologo: Sebastiano Fortunato
Bottiglie prodotte: 15.000.
Ettari: 30 di proprietà di cui 4,5 vitati
Vitigni: aglianico, merlot, barbera, fiano
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