Cosa è l’emozione? Un colpo a vuoto del cuore per un’aspettativa o un ricordo. Questa sensazione si avverte quando uno spicchio della realtà improvvisamente si amplifica richiamando cose e persone o situazioni che altri non possono vedere allo stesso modo e che per questo non sono oggettivi, ma intimamente soggettivi.
Se vedi una persona dopo tanti anni ritrovi in lei il tuo passato e il modo nel quale ti ci sei relazionato. Capita così di vedere la bellezza dove non c’è più, l’intelligenza quando c’era solo normalità.
Il vino è un potente amplificatore di emozioni perchè abbassa la percezione fisica ed eleva la capacità della mente di astrarsi.
Ma non tutti i vini possono emozionare.
In primo luogo hanno bisogno del tempo perché la suggestione di bere qualcosa di lontano sollecita immediatamente la mente a viaggiare.
In secondo luogo è necessaria una complessità olfattiva e profonda, risultato che si può ottenere come conseguenza della prima condizione. Naturalmente chi ha il naso esercitato puà trarre vantaggio, ma spesso essere troppo bravi è anche una controindicazione perché poi quando si cerca in tutti i modi di riconoscere il determinato odore ci si concentra sull’aspetto materico del vino ottenendo l’effetto opposto all’estraniamento.
L’emozione infatti è quella sensazione che occupa lo spazio compreso tra l’aspetto materico del vino e la perdita di sobrietà. Un ubriaco non può provarla perché in realtà è fuori di se. Chi è troppo attaccato all’aspetto tecnico è troppo dentro di se, funziona in un laboratorio universitario ma non durante una bevuta.
Ma un’altra condizione per l’emozione va ricercata in chi beve. La gente arida, o che semplicemente non ha vissuto, non ha viaggiato, non è curiosa verso la diversità, non ha studiato il passato, non può vivere l’emozione.
Per un palazzinaro le rovine di Pompei sono suolo edificabile e quelle vecchie e inutili case in pietra andrebbero eliminate per fare posto ai bei palazzoni di cemento che circondano l’area archeologica.
Capirete dunque che non è facile trovare il punto di emozione, anche perché con il passare degli anni se non si esercita la mente allo stupore per un fiore, per il colore del cielo, per lo sguardo di uno sconosciuto, il passo successivo è il cinismo. Sicché i vecchi sono privi di emozioni come i bambini perché entrambi sono attaccatti all’aspetto essenzialmente pratico, materico, della vita.
Irride all’emozione chi non può provarla.
Perché l’emozione è un bene che non si possiede tutta la vita e non a caso la vena creativa, che è legata appunto all’emozione, svanisce con gli anni anche tra i più grandi artisti, scrittori, musicisti.
Perdiamo prima la capacità di amare e poi quella di odiare.
L’emozione non è lo stupore per il nuovo, ma è la rielaborazione del nuovo attraverso il già visto. Perché anche una cosa vecchia può diventare nuova, come un amore sempre compresso e poi lasciato esplodere.
Fiano di Avellino di Clelia Romano 2013. Promessa di emozione.
Voto 90/100
Fiano di Avellino di Clelia Romano 2009. Emozione assicurata ma da cercare
Voto 89/100
Fiano di Avellino Clelia Romano 2004. Emozione pura
Voto 95/100
Giovani, freschi, complessi nel tempo, sapidi.
In una parola: Arianello di Lapio.
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