Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro franco cantina
Fermentazione e maturazione: acciaio
C’è sempre una cartina da tornasole per stabilire la qualità di una piccola azienda: se è concentrata solo su un vitigno. In questi anni abbiamo visto tante belle realtà che hanno perso terreno proprio perchè credevano di guadagnarlo ampliando la propria gamma.
Su questo non ci possono essere dubbi sul piano professionale: un vino e un produttore da diecimila bottiglie può avere uno spazio nel futuro di un territorio vitivinicolo solo se si specializza, se diventa bravo a fare una sola cosa e assecondare un atteggiamento diverso significa essere poco responsabili.
Il successo di Maura Sarno ha la sua spiegazione proprio in quello che il senso comune degli ignoranti ritiene sia una debolezza, ossia essere presente con un solo prodotto. Questa purezza commerciale prima ancora che etica è quello di cui si sente assoluto bisogno in un momento di grave confusione. Voglio un Fiano? Vado da chi ci crede al punto tale da rinunciare a un po’ di cash facendo altro. Idem per il Taurasi e per il Greco.
Questa scelta carica di responsabilità l’annata perchè se è vero che le conoscenze in campagna e in cantina sono decisamente migliorate negli ultimi vent’anni in Irpinia, mai nessuno può evitare i rischi di una grandinata o di piogge continuate durante la vendemmia. Maura infatti, della serie gli occhi sono peggio delle scoppettae, ha iniziato con la 2009 e il limite di questo millesimo a Candida come in altri territori è emerso chiaro nella verticale.
La 2013, che adesso vede la luce commerciale, ha invece il pregio di essere davvero una buona annata per i bianchi, sia Greco che Fiano che non sembrano obbedire questa volta alla famosa legge dell’alternanza in Irpinia. Il naso è ancora più pieno della 2012, ovviamente ancora acerbo di agrumi, floreale e polpa bianca ma è in bocca che conferma il futuro di questo vino, migliore della 2012 e molto simile alla 2010 che per unanime riconoscimento al momento è quella magica.
Il fatto è che la esuberante freschezza fa salivare in abbodondanza e confonde un po’ le idee nelle prime battute. Ma dopo spunta la notevole materia prima, l’alcol sostenuto e soprattutto una patina amarognola finale che ne fanno un vino di finezza, speciale, assolutamente importante e poliedrico.
Seguiremo queste undicimila bottiglie anno dopo anno, senza saper prevedere un termine, ma annunciando sin da ora una vita almeno ventennalea questa bottiglia se ben tappata e conservarla.
Sede legale ad Avellino presso Villa Sarno, Contrada Serroni, 4. Tel e fax 0825.26161, 339.7265669. Enologo: Vincenzo Mercurio. Ettari: 11 di proprietà. Bottiglie prodotte: 4000. Vitigni: fiano di Avellino.
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