Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 5 a 8 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 26/30. Palato 28/30. Non Omologazione 32/35
La piccola azienda di Montefredane è una delle più vecchie della giovane storia della viticoltura irpina, una delle 11 che imbottigliavano nel 1990 dopo l’iscrizione alla Camera di Commercio del 1989. Una proprietà comprata da Peppino Loffredo proprio al confine con quella del professore Antonio Troisi di cui era buon amico.
Un’amicizia che è rimbalzata sui figli, Raffaele e Sabino, al termine di percorsi personali molto diversi ma che si coniugano sulla mineralità amara e ghiacciata di questa collina a ridosso dell’area industriale di Avellino, uno dei migliori posti per produrre vino nel Sud. Sabino comincia ad occuparsi personalmente della produzione, inizialmente in collaborazione con l’enologo Carmine Valentino (con cui è rimasto in ottima amicizia), nel 1999 e da allora, in breve tempo, ha conquistato il favore della critica e, quel che più conta, dell’alta ristorazione.
Il Fiano 2010 è sicuramente una delle esecuzioni meglio riuscite. Adesso sta facendo capolino dall’azienda dopo una sosta in vasca durata per tutto giugno. Concettualmente, si colloca esattamente a metà strada tra lo stile scorbutico e rustico di Vadiaperti e quello un po’ barocco e straripante di Villa Diamante, ed è questo suo giusto mezzo la ragione del passo in più che ottiene nelle medie come nelle diverse annate.
Il tono del bicchiere è infatti segnato dall’acidità straripante capace di dissetare e appagare, ma al tempo stesso c’è buona frutta bianca sempre ben matura che contribuisce a regalare, soprattutto all’inizio della beva, un sottofondo dolce che predispone molto bene il palato. Al naso i sentori in questa prima fase sono segnati ovviamente dalle note agrumate e pera, ma sicuramente la buona maturazione delle uve che hanno potuto scansare le piogge iniziate l’11 ottobre regaleranno una evoluzione molto ma molto interessante, come sempre succede a questi vini di alto artigianato.
In bocca, si diceva, c’è un’attacco molto deciso, poi appare la nota dolce, infine il vino si distende molto bene e rapidamente riprendendo vigore dal centro lingua e chiudendo pulito, piacevolmente amarognolo, molto molto lungo. Buono corpo e alcol in grande equilibrio. Restano i rimandi alla frutta, a piacevoli odori di salvia e timo. Un vino di estrema eleganza, dunque, moderno, promessa di mitiche evoluzioni.
Sede a Montefredane. Contrada Vadiaperti, 17. Tel. 0825.697418, fax 0825.670177, pietracupa@email.it. Ettari vitati 7. Bottiglie prodotte 45.000. Vitigni: fiano, greco, aglianico.
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