Dopo la Magnum dello scorso anno stavolta è toccato alla prima bottiglia 2010 di una cassa sepolta in cantina. La tiriamo fuori con una certezza granitica: dobbiamo festeggiare il compleanno di Annarita e non si può sbagliare un colpo. Sulla splendida cucina dell’orto di Peppe Guida il Fiano si adagia contento e modula la propria risposta a seconda della portata, senza nulla temere, neanche il vermicello al pomodoro. Undici anni non sono bastati per frlo entrare nella maturità: certo il naso adesso esprime la bella complessità del frutto maturo e della confettura agrumata, rimanda addirittura a qualche nota di pasticceria, ha una nota fumé che presto, ne siamo convinti, evolverà verso l’idrocarburo. Il Fiano di Lapio, sempre molto opulento e fruttato, evolve in maniera appagante e assolutamente vantaggiosa per chi ha avuto la pazienza e la possibilità di conservarlo.
Mettetelo alla cieca in una degustazione di Borgogna bianco e vediamo come va, tanto per citare un territorio estero perchè in Italia se la gioca con il Verdicchio alla pari e con uguale soddisfazione visto che si tratta di vini che si trovano ancora a prezzi incredibilmente bassi.
Non è difficile prevedere una lunga, lunghissima vita: non c’è traccia di stanchezza, solo un giallo paglierino più carico se tale la vogliamo considerare, il naso è pulito, pimpante, volubile, empatico. Il palato, se possibile, ancora più giovane con una energia che solo questo territorio riesce a regalare alla sua uva di adozione. Peccato averla aperta? Non esageriamo, dieci anni sono più che sufficienti per un Fiano. Ma averne una buona scorta ci toglie ogni senso di colpa :-)
Vinerdì del 10 luglio 2020
Magnum!
Ha riposato davvero a lungo in cantina, dieci anni. E avrebbe potuto restarci per almeno altri dieci tanto è uscita viva, profumata,
energica, questa Magnum stappata per una occasioen speciale. Frutta piena, toni fumé, chiusura piacevolmente amarognola, beva tonica e fresca. La conferma, ormai non più necessaria, della straoridnaria longevità di questa uva bianca.
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