Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Bianco capolavoro
Lo beviamo all’AntiVigilia alla Cantinella del Mare di Villammare, da sempre fedelissimi di Guido, quando in genere arriva nei ristoranti, un anno dopo la raccolta. In fondo il suo segreto è sempre stato questo: vendemmia leggermente spinta in avanti e attesa di almeno dodici mesi prima di farlo uscire dalla cantina.
Una scelta semplice, assolutamente controcorrente rispetto alla massa, che gli ha cambiato la vita trasformandolo da imprenditore asfaltista ad agricoltore, con un agriturismo a Summonte, lungo la strada che porta al Santuario di Montevergine, che gira bene e, di recente, la decisione di uscire anche con un Greco e un Falanghina. Scelta che noi non condividiamo perché adoriamo le aziende monoprodotto o almeno monovitigno, fermo restando che ognuno è padrone in casa.
Se un’azienda così rinomata inizia a cacciare fuori altri prodotti è un po’ come se mostrasse di non credere fino in fondo al suo top, cedere alle richieste di enotecari e ristoratori ignoranti e beceri è sempre un errore. Vero è che gran parte di questi bianchi se ne vanno nell’agriturismo. Insomma: mi sarebbe piaciuto molto di più un Fiano Irpinia doc e addirittura un Fiano Campania igt.
Il fatto è che l’Irpinia ha bisogno assoluto di specializzazione altrimenti queste aziende faranno la fine dei giovani senza qualifica, diventeranno intercambiabili e pagate sempre meno, ma non fra loro, con quelle di altri territori che magari piazzano prodotti a prezzi più bassi. In un momento in cui la pressione sui costi sta diventando insostenibile in cantina come in campagna e molti accarezzano l’idea di cedere, l’unica soluzione è tipicizzare ancora di più il proprio vino, renderlo sempre più unico e di fattura artigianale.
L’evoluzione del mercato dimostra al momento che solo chi ha iniziato negli anni ’90 continua a navigare in positivo anche se le difficoltà non mancano nemmeno per loro.
Ma veniamo al nostro giallo paglierino luminoso e vivace: se il 2007 è vocazionalmente monocorde, in questo caso siamo di fronte ad un bianco dall’ambizione ventennale. Abbiamo già notato come la 2008 sia probabilmente la migliore annata di sempre da quando ci occupiamo di vino per Fiano, Greco e Falanghina. Se la batte con la 1999.
Se la 2007 può ricordare i funghi sott’olio, questa ricorda gli ovuli serviti crudi con una spruzzata di limone tanto in voga negli anni ’80. Insomma, l’acidità è sicuramente un po’ scissa, ma questo per noi è un grande pregio, promessa di matrimonio con il tempo. Il primo impatto è dunque agrumato, di pere acerbe appena colte, poi il filo leggero del fumé tipico di Marsella, e, con molti sforzi, poi arriva il sottobosco di Summonte, l’essenza di foglie di castagmo cadute, i funghi, la legna bruciata.
In bocca il vino è un capolavoro, assoluto perché aveva colpito le commissioni del Touring Club questa estate che lo hanno mandato in finale dopo due selezioni. Lì si è fermata senza corona per via dell’acidità, elemento leggibile solo se si è conoscitori di bianchi campani e di Fiano in particolare.
Parlo di capolavoro anzitutto perché la beva è elastica, dinamica: non hai cioé la sensazione di dover mandare giù qualcosa che hai messo in bocca, ma la materia scivola da sola, rapidamente e con faciltà. Il palato resta appagato perché pieno dalla potente struttura del vino mentre il cervello gode dell’alcol attraverso quella sensazione calda che solo il vino riesce a regalare in modo equilibrato all’uomo. In bocca i toni agrumati sono ancora più marcati, ripeto: cedro e limone soprattutto, nessuno sconto dolce, neanche un cenno nell’attacco.
Lo potete bere su qualsiasi cosa. Ve ne consiglio scorte abbondanti, cento, duecento bottiglie. Vi accompagnerà per tutta la vostra, lunga, vita.
Sede a Summonte, via Marone 1. Tel. 0825.626555. Fax 0825.624374. www.guidomarsella.com Enologo: Guido Marsella. Ettari: 23 di proprietà. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: fiano di Avellino
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